giovedì 25 marzo 2021

Vaccini: l'Italia arranca

ECDC ha aggiornato il suo rapporto sull'avanzamento delle vaccinazioni Covid in Europa. Come ricordato ieri dal presidente Draghi molte Regioni italiane sono in grave ritardo nella vaccinazione dei cittadini più anziani. Per quanto riguarda la frazione di cittadini di 80 o più anni che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, il valore mediano in Europa è pari al 57,7%.  In Italia siamo appena al 42,8. Numerosi Paesi hanno già raggiunto livelli superiori al 70%.

Frazione di cittadini di 80 o più anni che hanno ricevuto almeno una dose vaccinale (dato ECDC aggiornato al 21 marzo). In rosso è evidenziato il dato italiano

Si conferma il "buco" italiano per le vaccinazioni dei cittadini settantenni, troppo vecchi per ricevere le vaccinazioni dedicate a chi lavora e troppo "giovani" per ricevere le vaccinazioni riservate agli anziani. Così finiscono fatalmente ad intasare i reparti di terapia intensiva degli ospedali.

Distribuzione delle dosi vaccinali somministrate in alcuni Paesi europei suddivisi per fasce d'età. Il dato italiano è evidenziato in rosso. Tratto da ECDC

Qui sotto mostro un confronto diretto tra i dati di Francia ed Italia:

Si noti la forte differenza nella distribuzione per età dei due Paesi. In particolare le dosi vaccinali fornite ai cittadini francesi di età 70-79 anni sono seconde solo a quelle fornite ai cittadini di età superiore agli 80 anni. In Italia il picco di età maggiore o uguale a 80 anni è più o meno uguale a quello francese, ma il resto della distribuzione è quasi speculare rispetto a quella francese, con un massimo nell'intervallo d'età 25-49 anni.


7 commenti:

  1. VACCINI: E DOPO AVER RICEVUTO LE DUE DOSI?
    fondazioneveronesi.it – 5 marzo 2021

    Casi di persone che si sono ammalate di Covid-19, pur essendo vaccinate con 2 dosi. Come si può spiegare questo? - Risponde Sergio Abrignani, professore ordinario di patologia generale all’Università Statale di Milano e direttore dell’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare Invernizzi

    I vaccini anti-Sars-CoV-2 attualmente disponibili conferiscono una protezione che va dal 60 per cento di AstraZeneca a oltre il 90 per cento nel caso di Pfizer e Moderna.

    Questo vuol dire che, anche dopo la doppia vaccinazione, c'è una quota di persone che può ammalarsi, una volta entrata in contatto con il virus. Non è una certezza, ma UNA PROBABILITA’, che può riguardare all'incirca il 10 per cento di coloro che sono stati immunizzati con un vaccino a mRna e una quota compresa tra il 30% e il 40% delle persone che avranno ricevuto la doppia dose del vaccino sviluppato da AstraZeneca.

    Quando si parla di 1 possibile contagio ogni 10 persone vaccinate, però, occorre tenere presente la realtà. Siamo di fronte a un virus altamente contagioso, che spesso si trasmette prima che una persona mostri i sintomi dell'infezione. Potenzialmente, a fronte di 1 MILIONE di vaccinati, 100MILA persone potrebbero dunque contrarre l'infezione. E, a loro volta, alimentare ulteriori contagi.

    Sono numeri enormi, che non possiamo permetterci: a maggior ragione dopo un anno di pandemia. Ecco perché, sia tra le 2 dosi sia una volta completato il ciclo vaccinale, E’ NECESSARIO continuare a indossare le mascherine, rispettare il distanziamento sociale e lavare frequentemente le mani. Sebbene tutti i vaccini praticamente azzerino la possibilità di sviluppare una forma grave di Covid-19, adottare queste precauzioni è fondamentale per ridurre la circolazione del virus nella comunità e proteggere coloro che vaccinati non lo sono ancora. A partire - naturalmente - dalle persone più fragili.

    A ciò occorre aggiungere l'incognita legata alle varianti. I vaccini disponibili risultano efficaci anche nei confronti di quella INGLESE, che al momento risulta la più presente in Italia.

    Diverso invece sembra essere il discorso per quel che riguarda le varianti “sudafricana” e “brasiliana”. Rispetto a queste, tutti i vaccini attualmente inoculati sembrano PERDERE DI EFFICACIA per una quota compresa tra il 60 e il 70 per cento.

    Ciò vuol dire che la maggior parte delle persone vaccinate, in caso di esposizione alle varianti “sudafricana” e “brasiliana”, potrebbe infettarsi e ammalarsi, anche se non sappiamo se di una forma più severa di Covid-19. Un motivo in più comunque per continuare a proteggere se stessi e gli altri. Che si sia stati vaccinati o meno.

    RispondiElimina
  2. Dalla Pagina dell’ OMS, Regione Pacifico occidentale. 23 marzo 2021

    "
    I VACCINI DANNO UNA SPERANZA, MA NON SONO LA SOLUZIONE

    Salve, sono il dottor Takeshi Kasai, Direttore Regionale dell'OMS nella regione del Pacifico occidentale. Volevo mandare un messaggio alla gente della nostra regione sui vaccini COVID-19.

    La notizia dei vaccini COVID-19 che stanno iniziando a diffondersi nei paesi della nostra regione è molto promettente. I vaccini sicuri ed efficaci saranno uno strumento importante, insieme a tutti gli altri strumenti che già abbiamo, per proteggere le persone dal COVID-19 e salvare vite umane.

    I governi e i partner stanno lavorando alacremente per fornire vaccini ai paesi della nostra regione il più rapidamente possibile. Ma nel breve termine, nella maggior parte dei paesi, il numero di vaccini disponibili sarà limitato.

    In questo caso, la nostra priorità assoluta deve essere la protezione delle persone più esposte all'infezione e più vulnerabili all'ammalarsi: operatori sanitari in prima linea, anziani e persone con patologie croniche.

    La priorità a questi gruppi è fondamentale. Per tutti noi, dobbiamo essere pazienti, e aspettare il nostro turno.

    E anche quando sarà disponibile un vaccino in più, dobbiamo continuare tutte le altre misure che conosciamo per prevenire la trasmissione del virus.

    Questo perché le prove attuali mostrano che i vaccini COVID-19 esistenti sono efficaci nel prevenire la malattia, ma ancora non sappiamo se impediscono alle persone di essere infettate dal virus.

    Ciò significa che essere vaccinati ti impedirà di ammalarti, ma potrebbe non impedirti di passare il virus agli altri.

    Inoltre, mentre questi nuovi vaccini stanno dando risultati molto promettenti, nessun vaccino è efficace al 100%. E ci sono ancora alcune aree di incertezza: per esempio, su come funzionano i vaccini in gruppi specifici di età come i bambini, e su quanto sono efficaci contro le varianti emergenti del virus.

    Quindi, anche quando si stanno diffondendo i vaccini, dobbiamo attenerci a tutte le altre misure che conosciamo per fermare la trasmissione del COVID-19: lavare le mani, indossare mascherine, tenere le distanze dagli altri e seguire i consigli delle autorità sanitarie locali.

    So che la gente è stufa di questa pandemia, e vuole che sia finita. I vaccini offrono la speranza, ma da soli non metteranno fine alla pandemia.

    Quindi la mia umile supplica a tutti voi è questa: dobbiamo semplicemente rimanere impegnati per ciò che sappiamo funzionare. LE AZIONI CHE CONTINUIAMO AD INTRAPRENDERE COME INDIVIDUI DETERMINERANNO LA NOSTRA SALUTE COLLETTIVA, e il percorso che questa pandemia seguirà.

    Grazie mille."
    ----------------------------------------------------------------------

    La posizione rispetto ai vaccini del Dott. TAKESHI KASAI, che non è l'ultimo arrivato ( (https://www.mofa.go.jp/files/000356511.pdf ), ha alla base il successo antipandemie delle buone pratiche individuali, aventi per fine la salute collettiva, che hanno portato i Paesi del Pacifico Occidentale (37 Paesi, dalla Cina, alla Corea del Sud, al Giappone, al Vietnam, all'Australia) ai primi posti per efficacia nel contrasto al Covid-Sars2.

    RispondiElimina
  3. Immunizzati e liberi
    Antonella Viola – La Stampa - 27 Marzo 2021

    Una delle domande che ci sentiamo porre dall’inizio della campagna di vaccinazioni è: "CHI E' STATO VACCINATO PUO' ESSERE CONTAGIOSO?.

    La risposta che abbiamo dato quando i primi risultati degli studi clinici iniziavano a essere disponibili è stata di cautela. La maggior parte degli studi di fase 3 si era infatti concentrata sulla capacità del vaccino di prevenire la malattia sintomatica e non l’infezione o, tanto meno, il contagio.

    Ci eravamo basati sui dati pre-clinici per dire che i vaccini a mRNA facevano ben sperare che anche l'infezione fosse bloccata...

    https://www.lastampa.it/topnews/lettere-e-idee/2021/03/27/news/immunizzati-e-liberi-1.40077108

    RispondiElimina
  4. Regione Toscana in coda nelle vaccinazioni over 80:
    “Moltissime dosi Pfizer a impiegati ASL e a volontari non a contatto coi pazienti”
    Gianni Rosini | il fatto quotidiano | 27 Marzo 2021

    C’è un mix di ritardi nella fornitura dei vaccini Pfizer e la loro somministrazione in maniera “indiscriminata” a tutti coloro che rientrano nelle categorie prioritarie indicate dal Governo dietro al ritardo della Regione Toscana nell’immunizzazione delle persone che hanno più di 80 anni.

    Sotto accusa è finito il governatore Eugenio Giani che nelle scorse ore PRIMA ha cercato di scaricare la responsabilità sui medici di base, ai quali è stata affidata la campagna d’immunizzazione per gli over 80 e IN SEGUITO ha ritrattato, dopo la dura replica dei medici, spiegando che i ritardi nelle forniture hanno stravolto le tempistiche previste dalla Regione.

    Secondo Vittorio Boscherini, segretario della Federazione Italiana Medici di Famiglia per la Provincia di Firenze, i problemi vanno invece ricercati nella scelta di usare il vaccino Pfizer in maniera “a-critica” con tutti coloro che possono rientrare nelle categorie prioritarie indicate dal Governo: “Non siamo noi il problema, noi abbiamo esaurito nei tempi tutte le dosi che ci sono state fornite. Il problema è che migliaia di queste sono state utilizzate per vaccinare alcuni dipendenti sanitari e volontari che nemmeno operano a contatto con i pazienti o, addirittura, si trovano in smart working”.

    Ciò in cui la Toscana si è differenziata rispetto alle altre Regioni italiane è proprio ciò che Giani ha rivendicato dall’inizio della campagna vaccinale: il rispetto alla lettera delle disposizioni governative. “Abbiamo seguito le indicazioni del Ministero che ci imponeva di vaccinare con Pfizer medici, infermieri e personale di ospedali, cliniche private e anziani sopra gli 80 anni – ha continuato nella sua intervista – Siamo stati i primi in Italia a vaccinare gli ospiti delle RSA.

    Il problema è che ci hanno dato la metà dei vaccini promessi, tutti coloro che lavorano negli ospedali sono a rischio e abbiamo somministrato Pfizer a odontoiatri e fisioterapisti. Se fossero arrivati i vaccini, avremmo immunizzato tutti gli over 80 in poco tempo. Non potevamo prevedere che i vaccini assicurati poi non sarebbero arrivati”.

    “Il problema – spiega però Boscherini – è che in Toscana l’applicazione LETTERALE e ACRITICA delle disposizioni governative ha fatto sì che, a differenza delle altre Regioni, a essere vaccinati con Pfizer non siano stati solo medici, infermieri e operatori delle RSA, ma tutti coloro che rientravano nella categoria di operatori sanitari o volontari che operano nel trasporto dei pazienti”.

    Questo vuol dire che ad essere immunizzati con il farmaco destinato alle categorie più fragili e agli operatori in prima linea “sono stati anche coloro che si occupano delle PULIZIE, delle MENSE, della AMMINISTRAZIONE all’interno delle strutture ospedaliere. Tutte persone che non hanno un contatto diretto con i pazienti. E in questa categorie rientrano anche coloro che lavorano in smart working.

    Capisco che queste persone operino comunque nel contesto sanitario, ma si poteva decidere di utilizzare AstraZeneca. Così ora ci ritroviamo con il 70% degli over 80 che non ha ancora ricevuto la prima dose di vaccino, mentre categorie meno fragili hanno già completato la vaccinazione con due dosi”.

    A complicare la situazione c’è poi una peculiarità della Toscana: gli operatori che si occupano del trasporto dei pazienti sono stati inseriti tra le categorie destinate a ricevere i vaccini Pfizer o Moderna: in tutta la Regione, questo compito viene svolto dall’associazionismo e non da dipendenti delle ASL.

    “Stiamo parlando di centinaia di associazioni in tutta la Toscana – continua Boscherini – quindi migliaia volontari che possono richiedere di essere vaccinati con Pfizer. NON SOLO quelli che effettivamente operano con regolarità a bordo delle ambulanze, MA ANCHE chi magari non svolge quel servizio una volta a settimana”.

    RispondiElimina
  5. Task Force inviate da Figliuolo, 1 in Basilicata e 1 in Molise:
    1 medico + 2 infermieri + 1 autista faranno 72 vaccini al giorno
    Annalisa Cangemi – fanpage.it - 25 Marzo 2021

    Il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi (Forza Italia, ex Generale dalla Finanza), ha annunciato che per la Basilicata sono in arrivo rinforzi per la campagna di vaccinazioni: "Ho appena sentito il generale Figliuolo che ringrazio: dall'inizio della prossima settimana 1 medico e i 2 infermieri che abbiamo richiesto saranno a Potenza. Grazie a questa unità potremo fare 72 inoculazioni in più ogni giorno ai più fragili", ha scritto sui social. Si tratta di 1 singolo team sanitario mobile dell'Esercito, così come indicato dalle raccomandazioni del Ministero della Salute.

    Il team previsto per la Basilicata è analogo a quello che verrà inviato in Molise, e sarà operativo nelle prossime ore. Lo scopo di queste 2 task force sarà quello di supportare le strutture già operative nella campagna di vaccinazione. Ogni squadra è composta da 1 ufficiale medico, da 2 sottufficiali infermieri e da 1 autista, ed opererà nel quadro dell'Operazione EOS guidata dal Comando Operativo di Vertice Interforze, che ha disposto l'invio su richiesta del Commissario Straordinario Figliuolo, il quale, spiega una nota, ha recepito specifiche esigenze prospettate dalle singole Regioni.

    Appena 72 inoculazioni ogni giorno, non esattamente l'accelerazione che ci si aspetterebbe da una task force dedicata esclusivamente ai vaccini Covid. Tra l'altro questi sanitari sono stati ingaggiati soprattutto per somministrare il vaccino a domicilio nei paesi e nei luoghi più isolati, dove vive magari la fetta di popolazione più anziana, che ha più difficoltà a spostarsi.

    Anche il presidente della Regione Molise, Donato Toma (Forza Italia, commercialista) ha confermato l'arrivo nel suo territorio del personale sanitario aggiuntivo: "Oggi dovrebbero arrivare 1 medico, 2 infermieri e 1 autista", ha detto all'ANSA. "Sappiamo che andranno dagli over 80 che non possono spostarsi, maggiori dettagli si avranno "appena arriveranno in Protezione Civile".

    (NdC) Ehm, la Basilicata è la Regione con il più alto numero di medici per abitante. Secondo i dati Istat (2017) la Basilicata può contare su 6.552 dipendenti del sistema sanitario nazionale: 115 (tra medici e odontoiatri e personale infermieristico) ogni 10mila residenti, quando a livello nazionale il dato è di 100 ogni 100mila residenti.

    Per la legge della proporzionalità inversa: in media, a livello nazionale, ogni medico di base ha un carico potenziale di 1.059 adulti residenti (fonte Ministero della Salute); in Basilicata si registra il valore più basso e ogni medico di medicina generale gestisce 920 adulti.

    Nonostante questa condizione di partenza favorevole si è reso comunque necessario l'invio di 3 unità per fare andare avanti il piano vaccinale, che complessivamente incideranno ben poco sul numero generale di inoculazioni.

    RispondiElimina
  6. Covid e vaccini “in Calabria i conti non tornano”
    ilfattodicalabria.it - 27 marzo 2021

    Il consigliere Guccione fa le pulci ai dati forniti dalla Regione: “Perché è stato utilizzato solo il 73,8% delle dosi ricevute? Secondo i dati ufficiali, oggi in Calabria risultano 315.490 dosi consegnate, 232.850 dosi somministrate. Perché le altre dosi sono ancora ferme e giacciono nei frigoriferi?”

    Il Presidente Spirlì rassicura: “In giacenza il 30%, quota richiesta del range di sicurezza”. Peccato che i Comuni hanno dovuto ANNULLARE le vaccinazioni, per molti over 80 è stata rinviata la seconda dose del vaccino.

    Ma se la Regione dice di avere i vaccini in giacenza, perché salta la seconda dose e slittano i tempi di somministrazione dei vaccini? L’ottimismo del generale Figliuolo e del presidente Spirlì cozza con la realtà e i dati ufficiali.

    Nel frattempo, molte categorie fragili continuano ad essere escluse dalla piattaforma online, molte tessere sanitarie non risultano aggiornate e il codice esenzione spesso non viene riconosciuto.

    Per gli over 80 della provincia di Cosenza la sede vaccinale più vicina per prenotare la vaccinazione risulta essere a scelta Vibo Valentia (100 km) oppure Crotone (110 km). E intanto i vaccini promessi e tanto attesi per supplire alle carenze delle seconde dosi in Calabria tardano ad arrivare.

    RispondiElimina
  7. Sicilia, la vaccinazione in chiesa è un flop
    Laura Anello – La Stampa – domenica 4 aprile 2021

    50 mila dosi disponibili, ma si presentano solo in 4 mila. Diffidenza verso Oxford: «Meglio in un centro sanitario. Rischiavamo di passare la Pasqua a letto” dicono gli anziani

    Palermo, è poco dopo mezzogiorno quando davanti alla chiesa di San Michele Arcangelo – zona residenziale della città - arriva la polizia, chiamata da un paio di anziani. «Abbiamo scoperto che non ci rilasciano il certificato di avvenuta vaccinazione – raccontano –. Se poi ci succede qualcosa, con questo vaccino AstraZeneca, noi non abbiamo nulla che dimostri dove siamo stati vaccinati, con quale lotto, a che ora».

    Si è conclusa la giornata di vaccinazioni anti-Covid nelle 300 parrocchie che in Sicilia hanno aderito all'iniziativa, unica in Italia. Secondo i dati al momento disponibili e diffusi dalle ASP, sono complessivamente oltre 4 mila gli anziani che si sono vaccinati.

    La proroga dell'orario sino alle 19 ha inoltre permesso di usare tutte le dosi disponibili. A Palermo, ad esempio, è stato possibile somministrarne una cinquantina in Cattedrale e ulteriori dosi sono state poi trasferite all'hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo.

    La giornata di vaccinazioni nelle parrocchie è stata possibile grazie al protocollo d'intesa siglato dal presidente della Regione, Musumeci, e dall'arcivescovo Gristina.

    https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2021/04/04/news/sicilia-la-vaccinazione-in-chiesa-e-un-flop-rischiavamo-di-passare-la-pasqua-a-letto-1.40110996

    RispondiElimina