Uno studio sul campo realizzato in Israele - non ancora sottoposto al giudizio dei referee - suggerisce che il vaccino Pfizer BioNTech offra una protezione ridotta per la variante sudafricana. Lo studio è stato realizzato analizzando circa 400 casi di contagio (sia sintomatico che asintomatico) verificati tra persone che avevano ricevuto almeno una dose vaccinale, suddividendoli in due gruppi:
- Positivi "parzialmente coperti" ovvero coloro che erano risultati positivi nel periodo compreso tra due settimane dopo la prima dose ed entro una settimana dalla seconda dose
- Positivi "coperti" ovvero coloro che erano risultati positivi nel periodo in cui il vaccino aveva ormai fornito la massima immunità, ovvero dopo almeno una settimana dalla seconda dose.
La maggior parte dei casi riscontrati appartenevano alla cosiddetta variante inglese (B.1.1.7) che ormai è dominante anche in Israele, ma una piccola parte dei casi (pari a circa l'1% dei casi per la popolazione non vaccinata) è stata attribuita alla variante sudafricana (B.1.351). La percentuale di analisi genetiche corrispondenti al virus "tradizionale" (il cosiddetto "wild type", WT) era pari a circa il 30% dei casi a fine gennaio 2021 e si è sostanzialmente azzerata nel corso di un mese.
Nel campione dei 149 casi "coperti" è stata osservata una presenza della variante sudafricana 8 volte superiore rispetto al gruppo di controllo, cosa che ha fatto nascere il sospetto di una minore efficacia del vaccino rispetto a questa variante. Nello stesso campione non è stata osservata una differenza statisticamente significativa tra vaccinati e non vaccinati per quanto riguarda la presenza della variante inglese.
Le sequenze genetiche dei 247 casi "parzialmente coperti" hanno mostrato una frequenza della variante inglese superiore rispetto ai non vaccinati, mentre non è stata osservata una differenza statisticamente significativa rispetto alla variante sudafricana.
I limiti di questo studio, come sottolineato dagli stessi Autori, sono legati al ridotto numero di casi considerati per la variante sudafricana e per il ceppo virale WT. Inoltre, come ricordato precedentemente, lo studio è stato condotto in un arco di tempo (fine gennaio - inizio marzo 2021) che ha coinciso con una veloce variazione della circolazione dei diversi ceppi virali e questo può avere influito sulla qualità dei dati.
Pur con questi limiti, il sospetto che il vaccino Pfizer BioNTech offra una minore protezione rispetto alla variante sudafricana sembra fondato, anche se servono ulteriori indagini prima di poter trarre conclusioni definitive.
Tra le conclusioni dell'articolo, mi sembra importante sottolineare l'importanza del monitoraggio accurato delle varianti virali. La diffusione dei vaccini rischia di esercitare una "pressione selettiva" rispetto ad alcuni ceppi virali attualmente in circolazione che, associata alla possibile importazione di nuovi ceppi virali, potrebbe rapidamente rendere necessaria la somministrazione di un terzo richiamo vaccinale. Se vogliamo evitare di essere colti impreparati da una possibile "quarta ondata" pandemica bisogna tenere la situazione sotto attento controllo.
Le buone pratiche dei Paesi del Pacifico Occidentale consistono proprio nel sapere e voler tenere la situazione pandemica sotto controllo. E praticamente senza vaccini.
RispondiEliminaPer l’Italia, ho aggiornato a domenica 11 aprile 2021 i miei 7 parametri regionali e nazionali che danno la situazione Covid. Il relativo file, che contiene anche i valori delle due settimane precedenti, si trova al seguente indirizzo:
https://www.dropbox.com/s/r93s38yzsks6r26/2021_%204_11%20Quadri%207%20parametri%20Covid.pdf?dl=0
__Mi baso sui dati della Protezione Civile, azzerati al 1 agosto 2020 che fisso convenzionalmente come inizio della seconda ondata. Dopo il 22/11/2020, gli “attualmente infetti” sono poi poco più che dimezzati, al 19/2/2021 e poi risaliti della metà, fino a domenica 28/3 e ora discesi di poco. Variazioni da “convivenza col virus”.
__Dopo le sette colonne dei parametri, l’ottava colonna in tabella dà informazioni su come sia cambiato, in media, fra le due ultime settimane, il denominatore per i parametri 3,5,6,7.
__La nona colonna serve a per capire meglio quanto sia stato l’impegno settimanale delle Regioni/PPAA ad individuare infetti sconosciuti, calcolando le “persone testate” ogni 100.000 abitanti.
E’ un sottoinsieme non esattamente definito delle persone non notoriamente infette sottoposte ora a tampone, ma mi sembra indicativo.
Per il Trentino e le 3 Regioni/PA limitrofe, riporto qui di seguito i valori attuali dei 7 parametri ricavati dalla tabella linkata, con l’aggiunta delle due colonne “di controllo”. Fra parentesi i valori della settimana precedente.
__La PA di Bolzano, oltre ai 10692 casi “dimenticati” ed aggiunti il 22 marzo, ha ridotto di più di 3 volte, in pari data, il suo numero degli attualmente infetti diminuendolo di ben 2309 unità, peggiorando così di molto i parametri che lo portano a denominatore e che segnalano la qualità del sistema sanitario.
Ecco i confronti diretti coi nostri vicini:
1. INFETTI TOTALI ogni 100.000 ab.:
__Italia 5905 (5735), PA Trento 6884 (6766), PA Bolzano 12639 (12527), Veneto 7678 (7546), Lombardia 6683 (6525).
2. NUOVI INFETTI nell’ultima settimana ogni 100.000 ab.:
__Italia 170 (228), Trento 118 (187), Bolzano 112 (149), Veneto 132 (207), Lombardia 158 (245).
Altri Paesi: Spagna 60 (84), UK 24 (40), Olanda 274 (288), Danimarca 75 (98), Francia 396 (365), Germania 136 (136), Giappone 16 (13), SudCorea 8 (7), Australia 0,2 (0,3).
NB: Per gli “Altri Paesi”, ho ricavato ora i dati dal sito covid19.who.int (OMS).
3. NUOVI INFETTI SU ATTUALI INFETTI nell'ultima settimana:
__Italia 2,7% (3,4%), Trento 4,4% (5,1%), Bolzano 16%* (17%*), Veneto 2,7% (3,8%), Lombardia 2,7% (3,7%).
4. DECESSI totali su INFETTATISI totali (con i due intervalli temporalmente sfasati come si deve):
__Italia 2,6% (2,5%), Trento 2,6% (2,7%), Bolzano 1,6%* (1,6%*), Veneto 2,6% (2,6%), Lombardia 2,5% (2,5%).
5. MORTI su USCITI dal virus (= morti + guariti) nell'ultima settimana:
__Italia 2,3% (2,2%), Trento 0,8% (1,4%), Bolzano 1,6% (2,4%), Veneto 1,7% (1,7%), Lombardia 2,1% (2,0%).
6. ATTUALI RICOVERATI SU ATTUALI INFETTI, media per l’ultima settimana:
__Italia 5,9% (5.8%), Trento 9,8% (8,6%), Bolzano 17,6% (15,1%), Veneto 5,7% (5,1%), Lombardia 8,7% (8,1%).
7. TERAPIE INTENSIVE su ATTUALI INFETTI, media dell'ultima settimana:
__Italia 0,67% (0,66%), Trento 2,23% (1,73%), Bolzano 3,03% (2,77%), Veneto 0,86% (0,74%), Lombardia 1,00% (0,90%).
Le ultime 2 colonne, di controllo:
8. Rapporto fra gli attuali infetti settimanali e quelli della settimana precedente:
__Italia 0,97 (1,00), Trento 0,73 (0,85), Bolzano 0,79 (0,74), Veneto 0,90 (0,98), Lombardia 0,87 (0,94).
9. “Persone testate” settimanali (sottoinsieme di quelle testate non ufficialmente infette) su 100.000 abitanti:
__Italia 945 (1070), Trento 323 (406), Bolzano 1600 (1640), Veneto 528 (676), Lombardia 530 (677).
__I primi tre parametri dipendono dalla gestione politica dell'epidemia (chiusure, aperture e controlli), mentre gli altri quattro dalla gestione sanitaria degli infetti.
Qualche commento ai miei 7 parametri Covid della settimana conclusasi l’ 11/4/2021:
RispondiElimina1. Nessuna novità.
2. L’incidenza in Italia si è ridotta del 25%, dalla precedente settimana. Nel Trentino, del 37%, come in Veneto. Meglio ha fatto solo il Friuli V. G.: -55%.
Da notare che il Trentino ha la maglia nera per ricerca degli infetti (nona colonna) visto che qui le “persone testate” sono MENO DI UN TERZO della media nazionale. Non si danno molto da fare neppure Veneto e Lombardia, alla metà della media italiana, mentre a Bolzano il numero è 5 (CINQUE) volte maggiore del nostro. Quanti infetti scoprirebbe il sistema di tracciamento e di ricerca epidemiologica trentino, se si desse da fare come si deve? Non è azzardato prevederne ben più del doppio degli attuali.
3. I nuovi infetti sugli attuali sono in generale diminuzione, tranne che in Basilicata e in Molise, con una riduzione nazionale del 23%. Chi scende di più sono Valle d’Aosta e Friuli V. G., perché accompagnano una sensibile diminuzione dei casi ad una diminuzione limitata degli attuali infetti. Ai massimi c’è, invece, Bolzano che paga un supposto bassissimo numero di attuali infetti; è seguita a grande distanza da Valle d’Aosta, Liguria e Sicilia e poi da Trento che, a differenza delle precedenti, è danneggiata dalla più forte riduzione settimanale del numero degli attualmente infetti, come tradizione.
4. Nessuna novità: Valle d’Aosta prima e Bolzano ultima per letalità generale della seconda ondata. Trento è sulla media nazionale.
5. Letalità settimanale: Sicilia e Abruzzo ancora ai massimi e Trento al minimo con una riduzione di oltre il 40% in quest’ultima settimana.
6. I ricoverati, sugli infetti, sono AUMENTATI in Italia del 2%, ma peggio hanno fatto Bolzano, Trento e poi il Veneto, aumentati fra il 16 e il 12 %. Gli infetti a Bolzano vengono ricoverati TRE volte più della media italiana e a Trento il 66% in più della media; nella settimana precedente eravamo al +48%.
7. Terapie intensive sugli attuali infetti. Ai massimi c’è Bolzano, con una frazione di infetti che vanno in terapia intensiva che è QUATTRO VOLTE E MEZZO la media nazionale. Trento, al secondo posto, è quasi a TRE VOLTE E MEZZO la media nazionale, peggiorando rispetto alle due volte e mezzo della settimana precedente. .Si pone sempre la stessa domanda: è colpa del nostro Sistema Sanitario locale che proprio non sa prevenire casi gravi, oppure la colpa è della politica, che non vuole andare a cercare gli infetti e li lascia circolare liberamente, affrettandosi anche a dichiarare le guarigioni dopo un numero di giorni ben inferiore alla media nazionale e trovandosi, per questi due motivi, con un numero di attuali infetti inverosimilmente basso?
La risposta la troviamo alle ultime due colonne, 8 e 9:
8. La PA di Trento ha la più forte riduzione settimanale di attuali infetti, pur non avendo avuto la più forte riduzione settimanale di nuovi infetti, quindi sono i guariti, veri o presunti, ad essere stati MOLTI.
Il Trentino è a quota 287 attuali infetti su 100.000 abitanti, oltre TRE volte inferiore alla media italiana e già questo spiega le cose: se gli infetti non si contano, non compaiono.
La PA di Bolzano ha comunicato, tre settimane fa, una drastica riduzione degli attualmente infetti, che mantengono ancora oggi questa variabile STRAORDINARIAMENTE BASSA, (78/0,1 M ab), oltre 11 (undici) volte inferiore alla attuale media italiana di 879/0,1 M abitanti.
9. Le “persone testate” in Trentino nella scorsa settimana sono state poche, (323/0,1 M ab), TRE VOLTE MENO della media nazionale (945/0,1 M ab).
SE GLI INFETTI NON SI CERCANO, NON SI TROVANO.
Finchè l'incidenza cumulata era una questione "di colore" solo per ECDC, si poteva anche ignorarla (i dati non sono omogenei, i dati sono in ritardo, noi li troviamo perché li cerchiamo...)
RispondiEliminaPoi, un bel giorno, il CTS ha introdotto l'incidenza settimanale come parametro da accompagnarsi alla stima di Rt.
E - òppete - la logica "scolastica" ha portato a ridurre gli screening sui sanitari, a mandare in quarantena classi intere senza tampone iniziale, a minimizzare il numero di molecolari di uscita... e se poi i "vecchi" tamponi rapidi non beccano le "nuove" varianti, what can we do?)
È per questo che servono più parametri, per evidenziare la contraddittorietà dei dati.
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