Passato quasi in sordina a causa della concomitante pandemia dovuta al SARS-CoV-2, un altro virus altamente patogeno sta destando una crescente preoccupazione per la salute pubblica. Si tratta del virus dell'influenza aviaria H5N8, un patogeno che ha causato epidemie continue e prodotto una mortalità massiccia in uccelli selvatici e allevati in tutta l'Eurasia e in Africa durante il 2020. La segnalazione dei primi casi di “spillover” ovvero il contagio di esseri umani (specificamente di addetti agli allevamenti aviari) è avvenuta durante lo scorso mese di dicembre.
In un lavoro apparso recentemente sulla rivista Science viene fatto il punto sulla situazione attuale e sulle prospettive future:
In un lavoro apparso recentemente sulla rivista Science viene fatto il punto sulla situazione attuale e sulle prospettive future:
W. Shi e G.F. Gao. “Emerging H5N8 avian influenza viruses”, Science (2021), DOI: 10.1126/science.abg6302
Secondo gli Autori, la rapida diffusione globale di questa nuova forma di influenza aviaria e la sua capacità dimostrata di attraversare la barriera di specie infettando l'uomo, la rendono una delle principali preoccupazioni non solo per gli allevamenti animali e la sicurezza della fauna selvatica, ma anche per la salute pubblica globale.
Un antico detto popolare diceva "Dopo essersi scottati con l'acqua calda, si ha paura anche dell'acqua fredda". Considerato che i segnali di allarme ci sono, sarà bene che le Autorità sanitarie internazionali si muovano per tempo. Senza generare panico o assurdi isterismi, ma verificando attentamente l'evoluzione dei processi in atto e cercando di agire d'anticipo rispetto ai potenziali pericoli.
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