venerdì 11 giugno 2021

Il Paese del "di norma"

Questo Paese di azzeccagarbugli riesce a produrre un mare di leggi, norme e regolamenti, nel cui testo succede frequentemente di leggere espressioni del tipo "di norma". Il termine è volutamente ambiguo e spesso viene inserito per smontare disposizioni che sono appena state introdotte. "Di norma" si deve fare in un certo modo, ma se autonomamente qualcuno decide di fare in un modo diametralmente opposto, non gli succederà nulla.

La storia della somministrazione del vaccino AstraZeneca ai giovani appartiene di diritto a questa categoria. L'AIFA ha raccomandato di usare il vaccini AstraZeneca sopra i 60 anni "in via preferenziale" (si tratta di una variante del famoso "di norma"). Poi le Regioni/PPAA hanno interpretato l'indicazione a modo loro. 

Il risultato è abbastanza chiaro: durante le ultime 3 settimane in Italia sono state somministrate 1 milione e 423 mila dosi di vaccini a vettore virale (AstraZeneca e Johnson & Johnson). Di queste, solo 320 mila (22,5% del totale) sono andate a persone di età superiore ai 60 anni. 163 mila sono state somministrate a giovani di età compresa tra 18 e i 29 anni e le rimanenti 940 mila dosi a persone di età compresa tra 30 e 60 anni. 

Vedete che la somministrazione "in via preferenziale" sopra i 60 anni proprio non c'è stata. Il tutto nell'assordante silenzio di AIFA, CTS, Ministero della Salute e del gen. Figliuolo che hanno passato le loro giornate a vantarsi degli innegabili progressi avvenuti nell'avanzamento della campagna vaccinale, senza preoccuparsi di vigilare sul rispetto delle indicazioni di sicurezza relative alla somministrazione dei vaccini.

Adesso incomincia lo scaricabarile perchè ciascuno può sempre dare la colpa a qualcun altro per non aver emanato prescrizioni più precise. 

Immagine della conferenza stampa dell'11 giugno durante la quale è stato annunciato un cambio di strategia nella somministrazione del vaccino AstraZeneca. Meglio tardi che mai ...
 

La morte della povera ragazza diciottenne ligure colpita da una forma di "rara trombosi" dopo la vaccinazione con AstraZeneca ha fatto scoppiare il caso e tutti sembrano essersi accorti del problema. Non mancano le scuse più improbabili del tipo "In Inghilterra hanno vaccinato con AstraZeneca l'intera popolazione" che è palesemente falsa perché anche in Inghilterra, dopo che sono stati evidenziati i primi casi di "rare trombosi", sono state date disposizioni per non somministrare AstraZeneca sotto i 40 anni di età.

Alla fine se la prenderanno tutti con EMA che certamente non brilla per la capacità di imporre direttive omogenee agli Stati europei. Eppure EMA alla fine di aprile aveva pubblicato un documento dettagliato in cui dimostrava, dati alla mano, che quando il livello di circolazione virale scende (come è successo a maggio in Italia), i rischi - per le persone giovani - di "rare trombosi" associate alla somministrazione del vaccino AstraZeneca diventano nettamente superiori rispetto ai rischi di contrarre gravi forme di Covid-19. 

Il lavoro dell'EMA era stato messo in un cassetto dall'AIFA che lo aveva dimenticato, ansiosa di svuotare i frigoriferi dai vaccini AstraZeneca che molti non vogliono fare. Adesso sembra che lo abbiano riscoperto.

Nessun commento:

Posta un commento