La stampa internazionale ha dato ampio risalto ad uno scoop del Washington Post che ha reso noto i contenuti di un documento, dedicato alla variante Delta, elaborato dal CDC, l'organismo americano che si occupa della prevenzione e del controllo delle malattie. In realtà, più che di un documento, si tratta di una semplice presentazione proiettata durante un seminario interno (e da qualcuno passata al giornale che l'ha pubblicata).
Aldilà dei titoli altisonanti della stampa americana ed europea, la presentazione non contiene novità di particolare rilievo. Le informazioni sono tutte ben note e gran parte di loro sono già state discusse anche in questo blog. Chi volesse leggere la presentazione la può trovare qui.
La presentazione CDC ha un senso particolare se si tiene conto che gli USA, prima dell'arrivo della variante Delta, avevano tolto qualsiasi obbligo di indossare la mascherina per tutte le persone vaccinate. Con l'arrivo della nuova variante, molto più contagiosa rispetto ai ceppi precedenti, questa misura si è rilevata poco prudente ed ora le Autorità sanitarie americane sono costrette a raccomandare l'obbligo della mascherina per tutti (vaccinati inclusi) all'interno dei locali chiusi. Non a caso, una parte significativa della presentazione elaborata da CDC è dedicata proprio al tema della comunicazione per evitare che l'opinione pubblica percepisca la falsa impressione che la variante Delta "buchi" i vaccini rendendoli inutili.
In realtà, come ben sappiamo, i vaccini proteggono molto bene contro i contagi gravi, anche se generati dalla variante Delta. La protezione è inferiore - ma non nulla - rispetto a qualsiasi forma di contagio. La presentazione CDC illustra tutti i dati disponibili che, almeno fino a questo momento, sono ancora soggetti ad una certa variabilità.
I dati peggiori - soprattutto per quanto riguarda i contagi senza sintomi gravi - sono gli ultimi raccolti in Israele, ma c'è il sospetto che tali dati siano stati condizionati anche dal lungo tempo passato tra le prime vaccinazioni fatte in Israele e l'arrivo della variante Delta. Tale congettura sembra essere rafforzata dall'osservazione che la probabilità di re-infezione con la variante Delta, per coloro che hanno già contratto la Covid-19, diventa apprezzabile solo dopo 6 mesi dal primo contagio. Insomma, l'arrivo della variante Delta in Israele potrebbe essere avvenuta proprio nel momento in cui i primissimi vaccinati incominciavano a perdere almeno una parte della copertura indotta dal vaccino. Una eventuale sovrapposizione dei due effetti potrebbe aver reso meno agevole la comprensione dei dati epidemiologici.
Aldilà delle questioni di dettaglio relative ai dati israeliani, non c'è comunque alcun dubbio sulla necessità che tutti - anche i vaccinati - indossino la mascherina all'interno dei luoghi chiusi. In Italia questa regola non è mai stata abbandonata (almeno sulla carta) e quindi - almeno su questo punto - il nostro Paese non dovrebbe avere particolari preoccupazioni.
“La guerra è cambiata”: il nuovo documento Usa che dimostra che la variante Delta è più pericolosa
RispondiEliminaIda Artiaco - www.fanpage.it - 31 Luglio 2021
La variante Delta è molto più contagiosa, ha maggiori probabilità di superare le protezioni sviluppate dai vaccini e può causare malattie più gravi rispetto a tutte le altre varianti conosciute del Covid-19. Per questo, "la guerra contro il virus è cambiata". L'allarme è stato lanciato dai CDC, i Centers for Disease Control and Prevention, vale a dire la massima autorità sanitaria americana, che in un rapporto interno, visionato in esclusiva dal Washington Post, e realizzato tramite una serie di slide, hanno invitato il governo a cambiare messaggio perché la lotta alla pandemia non è ancora finita.
La variante Delta – evidenziano le autorità sanitarie americane – è più trasmissibile dei virus che causano Mers, Sars, Ebola, il comune raffreddore, l’influenza stagionale e il vaiolo, ed è contagiosa come la varicella.
Inoltre gli ultimi dati a disposizione dimostrano come le persone immunizzate possono trasmetterla al pari delle persone non vaccinate. In particolare, nel documento si fa riferimento ad una combinazione di dati ottenuti di recente, ancora non pubblicati, che mostrano come gli individui vaccinati infettati dalla variante Delta possono essere in grado di trasmettere il virus facilmente come quelli che non sono vaccinati.
"Le persone vaccinate infettate con la variante Delta hanno cariche virali misurabili simili a quelle che sono non vaccinate e infettate con la variante", viene spiegato. Queste analisi sarebbero alla base delle nuove raccomandazioni dei Cdc che "chiedono a tutti, vaccinati e non, di indossare mascherine in ambienti pubblici in determinate circostanze. Il direttore del Cdc, Rochelle Walensky, ha informato privatamente i membri del Congresso", si legge sul Washington Post.
Secondo i Cdc, la vaccinazione, oltre alle misure di prevenzione che già conosciamo, dalle mascherine al distanziamento, resta la migliore difesa contro questo tipo di mutazione. "Data la maggiore contagiosità e l'attuale copertura vaccinale, l'uso universale delle mascherine è essenziale per ridurre la trasmissione della variante Delta", afferma il documento.
Una delle slide presentate conferma l'esistenza di un rischio più elevato per i gruppi di età più avanzata per il ricovero e la morte rispetto ai più giovani, indipendentemente dallo stato di vaccinazione. Un'altra stima è che ci siano 35.000 infezioni sintomatiche a settimana tra 162 milioni di americani vaccinati.
I Cdc sottolineano comunque che si deve "continuare a evidenziare la comprovata efficacia dei vaccini nel prevenire malattie gravi e morte, pur riconoscendo che le infezioni più lievi potrebbero non essere così rare e che gli individui vaccinati stanno trasmettendo il virus". "Sebbene sia raro, riteniamo che a livello individuale le persone vaccinate possano diffondere il virus, motivo per cui abbiamo aggiornato la nostra raccomandazione", ha detto un ufficiale sanitario federale, che ha parlato al quotidiano a stelle e strisce a condizione di anonimato.
"Aspettare anche giorni per pubblicare i dati potrebbe comportare sofferenze inutili e come professionisti della sanità pubblica non possiamo accettarlo". Il documento chiarisce che la vaccinazione fornisce una protezione sostanziale contro il virus. Ma afferma anche che il Cdc deve "migliorare le comunicazioni sul rischio individuale tra i vaccinati" perché quel rischio dipende da una serie di fattori, tra cui l'età e la presenza di un sistema immunitario compromesso, i quali potrebbero necessitare di una dose aggiuntiva.
Covid: crescita esponenziale della variante Delta. E si apre il dibattito sulla terza dose di vaccino
RispondiEliminaHa una maggior trasmissibilità: ogni individuo positivo può contagiare fino a 9 persone
Manuela Correra - 31 luglio 2021
https://www.altoadige.it/cronaca/covid-crescita-esponenziale-della-variante-delta-e-si-apre-il-dibattito-sulla-terza-dose-di-vaccino-1.2966867