Israele sta procedendo speditamente con la somministrazione della terza dose vaccinale alle persone anziane. Recentemente è stato deciso di estendere la terza dose a tutti coloro che hanno più di 40 anni, in modo da coprire con la massima efficacia tutti coloro che - in caso di contagio - rischiano di finire in ospedale. Gli ultimi dati sull'incidenza dei casi gravi tra i cittadini con almeno 60 anni (quelli sottoposti per primi alla terza dose, già tre settimane fa) confermano una sostanziale stabilità dei contagi tra i vaccinati, mentre la curva dei contagi tra i non vaccinati continua a crescere a ritmi sostenuti:
Andamento dei casi classificati come "gravi" in Israele per i cittadini con almeno 60 anni di età non vaccinati /punti rossi) e per i loro coetanei che hanno ricevuto almeno due dosi vaccinali |
Il fatto che i casi gravi continuino a crescere tra i non vaccinati, mentre rimangono stabili tra coloro che hanno ricevuto almeno due dosi vaccinali (in realtà oltre il 60% dei cittadini israeliani 60+ ha già ricevuto anche la terza dose di richiamo) è una forte indicazione che il richiamo vaccinale incominci a produrre i suoi effetti.
Il parametro da tenere sotto controllo è - in particolare - il rapporto tra le densità di casi gravi registrati nelle due popolazioni. Attualmente tale rapporto è tornato ad un valore pari circa a 10, dopo essere sceso circa a 4 poco prima dell'avvio della somministrazione della terza dose.
Rapporto tra la densità di casi "gravi" riscontrati tra i cittadini di Israele 60+ non vaccinati rispetto ai loro coetanei che hanno ricevuto almeno due dosi vaccinali |
Non è facile fare un confronto diretto tra la situazione italiana e quella di Israele perché ci sono alcune differenze strutturali di cui bisogna tenere conto. In particolare:
- La campagna vaccinale italiana è partita con grande ritardo rispetto a quella israeliana e se - come ipotizzato - la perdita di efficacia dei vaccini avvenisse dopo un periodo superiore ai 6 mesi è ancora un po' presto per vedere in Italia un effetto macroscopico come quello osservato in Israele durante gli scorsi mesi di giugno e luglio.
- In Italia abbiamo usato vaccini diversi, anche se la maggior parte delle vaccinazioni è stata fatta con Pfizer-BioNTech che è il vaccino utilizzato in modo esclusivo dalle Autorità sanitarie israeliane. Non è detto che il tempo di decadimento dell'efficacia sia lo stesso per tutti i diversi tipi di vaccini. In particolare, ci sono indicazioni - al momento ancora preliminari - secondo cui il vaccino AstraZeneca, pur essendo inizialmente meno efficace rispetto al vaccino Pfizer-BioNTech, tenderebbe a conservare la sua efficacia nel tempo meglio di quanto non faccia il vaccino Pfizer-BioNTech. Tali dati (vedi figura seguente) si riferiscono alla probabilità di contagio e non tengono conto della gravità del contagio stesso.
Andamento in funzione del tempo del rapporto della probabilità di contagio (Odds Ratio = OR) di un vaccinato con Pfizer-BioNTech (linea rossa) o AstraZeneca (linea azzurra) misurata rispetto ad una persona non vaccinata. I dati sono stati ottenuti in Gran Bretagna e le bande colorate mostrano il loro margine di incertezza. L'efficacia dei vaccini può essere calcolata (in percentuale) calcolando l'espressione 100*(1 - OR). Tratto da un lavoro che, al momento, è ancora sotto forma di preprint. Il valore iniziale di OR, misurato per i vaccinati con Moderna, è migliore rispetto a tutti gli altri vaccini, ma - al momento - non ci sono informazioni sul suo andamento temporale. |
- In Italia le Autorità sanitarie continuano a fornire i dati sull'efficacia dei vaccini in forma aggregata e si ostinano a non diffondere i dati per l'efficacia dei singoli vaccini (cosa - per me - non facilmente comprensibile).
- I casi classificati come "gravi" in Israele corrispondono più o meno al 50% dei ricoveri ospedalieri complessivi e sono molti di più rispetto ai casi che potremmo classificare come critici (o da terapia intensiva). In Italia abbiamo i dati complessivi sui ricoveri (inclusi quelli per casi di media gravità) e quelli per le terapie intensive. Per confrontare i dati italiani con quelli israeliani dobbiamo fare una sorta di estrapolazione che non è sempre facile da stimare.
- I dati israeliani sono riferiti al numero di posti letto occupati, mentre quelli italiani riportano il valore dei nuovi ricoveri. I due parametri possono essere confrontati solo se si assume che la durata media delle degenze non cambi sostanzialmente nell'arco di tempo considerato.
Tutto ciò premesso, vediamo cosa ci dicono gli ultimi dati ISS relativi all'efficacia dei vaccini in Italia. I dati grezzi sono riassunti nella tabella seguente:
Dati ISS relativi all'efficacia dei vaccini nel corso dell'ultimo mese |
Partendo da questi dati, troviamo che il livello di ricoveri ospedalieri registrato in Italia nei 30 giorni che si concludevano lo scorso 8 agosto è stato pari a 11,9 nuovi ricoveri settimanali per ogni 100 mila italiani con almeno 60 anni di età non vaccinati. Per i loro coetanei completamente vaccinati il numero dei nuovi ricoveri settimanali è stato pari a 1,3 casi.
Se ci limitiamo a considerare i ricoveri in terapia intensiva, il dato per gli italiani 60+ non vaccinati è pari a 1,6 casi per ogni 100 mila abitanti e si riduce a 0,092 casi settimanali per i completamente vaccinati. Come atteso, il grado di copertura vaccinale aumenta quando si considerano solo i casi più gravi.
Se osserviamo il rapporto tra la densità dei ricoveri tra i non vaccinati e le persone completamente vaccinate, il dato italiano è pari a circa 9 se consideriamo tutti i ricoveri e sale a circa 17 se consideriamo solo i ricoveri in terapia intensiva.
Se confrontiamo il valore dei rapporti stimati in Italia con quello stimato in Israele per i casi "gravi" (una via di mezzo tra il rapporto misurato su tutti i ricoveri e quello che considera solo le terapie intensive) vediamo che il valore attuale in Israele (circa 10 dopo una massiccia somministrazione della terza dose vaccinale) non è distante rispetto al dato italiano.
Questo conferma che in Italia non si è ancora osservato il crollo di efficacia dei vaccini evidenziato in Israele nei mesi di giugno e luglio, quando il rapporto non vaccinati/vaccinati scese fino a 4. Si tratta di una buona notizia, ma la situazione va comunque seguita con molta attenzione.
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