Gli ultimi dati sulle vaccinazioni confermano il ritardo sistematico del Trentino, già discusso ampiamente su questo blog. Il "profondo Nord" (Trentino, Alto Adige e Valle D'Aosta) ed il "profondo Sud" (Sicilia e Calabria) sono appaiati nella non invidiabile classifica dei territori dove c'è la maggiore frazione di cittadini che rifiutano il vaccino. Tutte queste Regioni/PPAA hanno una percentuale di popolazione completamente vaccinata inferiore al 57% (il Trentino oggi è al 56,9%), contro una media nazionale del 60,5%. Il maggiore tasso di vaccinazione si verifica in Lazio e Lombardia, ambedue sopra il 65%.
A fronte di questa situazione c'è l'imbarazzato silenzio dei nostri governanti provinciali che (forse preoccupati di non irritare il loro "capitano" padano) fanno finta di nulla e talvolta strizzano l'occhio ai no-vax dando la colpa al Governo centrale per tutti i possibili disagi che possono essere causati a chi rifiuta il vaccino.
Per onore di verità, va osservato che il Presidente pro-tempore Fugatti almeno ci ha provato a richiamare gli insegnanti al loro dovere di dotarsi di regolare green-pass, forse solo per evitare di spendere un sacco di soldi per una moltitudine di tamponi ripetuti. Comunque la sua presa di posizione è stata ferma e chiara. Speriamo che la mantenga e che il suo "capitano" e le pressioni sindacali non lo costringano a cambiare idea.
Nell'assordante silenzio della politica (forse distratta dalle ferie ferragostane) si alza forte la voce dei Sindacati trentini che chiedono alla Provincia azioni più incisive per aumentare la quota dei cittadini trentini vaccinati. La domanda sorge spontanea: "ma sono gli stessi Sindacati che protestano e organizzano scioperi contro l'obbligo del green-pass per accedere alle mense aziendali o per il personale della Scuola?"
Credo che non si possa essere pro-vax "a corrente alternata". A favore dei vaccini quando si deve protestare (giustamente) contro l'inerzia della Provincia, ma pronti a strizzare l'occhio ai no-vax (e a sostenere chi rifiuta il green-pass che è solo una forma edulcorata di rifiuto dei vaccini) quando si devono difendere gli interessi di una minoranza di lavoratori che, con le loro scelte, mettono a rischio anche la salute dei loro colleghi di lavoro.
Francamente non capisco i tentennamenti e le ambiguità dei Sindacati (non solo trentini) quando si parla di vaccinazione anti-Covid. Se chiarissero la loro posizione sarebbero più credibili, anche quando criticano la Provincia.
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