Partiamo subito dal dato dei contagi, ancora in calo per la settima settimana consecutiva. Il livello attuale è meno della metà rispetto al picco della quarta ondata pandemica registrato a fine agosto.
Come scritto nel titolo di questo post, possiamo certamente dire che "un anno fa le cose andavano molto peggio!". Proprio nelle prime settimane del mese di ottobre 2020 stava partendo la seconda ondata pandemica. Un anno fa, il Governo nazionale cercava inutilmente di "chiudere la stalla a buoi scappati" attivando le prime chiusure con l'Italia suddivisa in zone giallo/arancio/rosse, mentre il Trentino, grazie all'adozione di un "autonomo" criterio per la rilevazione dei contagi, sembrava essere fuori dalla bufera. Purtroppo sappiamo che si trattava solo dei positivi antigenici che - in gran parte - sfuggivano dalle statistiche ufficiali grazie al ritardo con cui veniva fatto il tampone molecolare di conferma. Come è andata a finire ce lo ricordiamo bene, con il Trentino rimasto "magicamente" in zona gialla ed un carico enorme di ricoveri negli ospedali e di decessi nei successivi mesi di novembre e dicembre.
Ad un anno di distanza, almeno per il momento, non ci sono elementi di preoccupazione. I contagi calano e - come vedremo più avanti - anche tutti gli altri indicatori sono in calo. Se non ci saranno eventi particolarmente avversi (come l'arrivo di qualche nuova variante virale insensibile ai vaccini), possiamo sperare in un inverno molto meno critico rispetto all'anno scorso. Ricordo tuttavia che - prima di fare ipotesi affidabili - bisognerà attendere di vedere almeno i dati delle prossime 4 settimane in modo da verificare se ci siano stati contagi ascrivibili alla piena ripresa delle attività al chiuso.
Anche il dato dei nuovi ricoveri in terapia intensiva (che è un parametro molto più affidabile rispetto a quello dei nuovi contagi) mostra una chiara tendenza verso il basso:
Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid di terapia intensiva |
Notiamo che il rapporto tra il valore attuale dei ricoveri ed il valore di picco registrato ad inizio settembre è circa uguale a quello fatto registrare dalla curva dei contagi. Anche se il numero assoluto dei contagi fosse sottostimato, l'andamento decrescente del picco pandemico è confermato.
Sarà interessante osservare se, nelle prossime settimane, l'aumento dei tamponi legato al rilascio del green-pass per i non vaccinati porterà anche ad un aumento dei contagi rilevati ufficialmente. Per questo motivo, ritengo che il dato sui nuovi ricoveri in terapia intensiva sia senz'altro più affidabile rispetto a quello dei contagi.
Sono incoraggianti anche i dati sull'occupazione complessiva dei posti letto nei reparti Covid degli ospedali italiani. Complessivamente siamo scesi stabilmente sotto i 3.000 ricoveri. Per confronto, attualmente ci sono circa 7.000 persone ricoverate in Gran Bretagna e 550 in Israele. Normalizzando rispetto alla popolazione, il livello di occupazione dei reparti Covid in Italia, Israele e Gran Bretagna è pari rispettivamente a 4,7, 6,0 e 10,5 ricoverati per ogni 100 mila abitanti.
Nel corso dell'ultima settimana, il calo percentuale dei posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali italiani è stato in linea con quello delle 2 settimane precedenti:
Variazione percentuale (rispetto alla settimana precedente) del numero di posti letto occupati nei reparti Covid (somma di tutti i reparti) degli ospedali italiani |
Per quanto riguarda i decessi, ricordo ancora una volta che questo dato è soggetto a forti fluttuazioni a causa dei ritardi con cui talvolta le Regioni comunicano i loro dati alla Protezione Civile Nazionale. Il valore di questa settimana è leggermente superiore rispetto a quello della settimana precedente, ma - al momento - non ci sono motivi per ritenere che questo aumento sia qualcosa di diverso rispetto ad una normale fluttuazione statistica.
Concludiamo, osservando la mappa ECDC che ci fornisce una vista d'insieme sull'andamento della pandemia in Europa. Continua la tendenza registrata nelle settimane precedenti, con le zone verdi che si allargano nella Penisola Iberica, in Francia ed in Italia. La situazione è ancora piuttosto critica in Slovenia, Slovacchia, Romania, Bulgaria e nei Paesi Baltici.
Mappa della pandemia in Europa realizzata da ECDC |
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