Finita la campagna elettorale, i partiti fanno i conti dei voti (e delle astensioni) e, in attesa di avviare la prossima campagna, si domandano quali siano stati i fattori che hanno orientato le scelte degli elettori. Trattandosi di elezioni locali, non è detto che i risultati elettorali siano sempre stati condizionati da tematiche di carattere generale, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che gli elettori non abbiano premiato i partiti che hanno sostenuto (e talvolta istigato) le posizioni no-vax e no-pass.
La stragrande maggioranza degli italiani - aldilà dei singoli orientamenti politici - ha riconosciuto nei vaccini uno strumento fondamentale per “convivere con il virus” e sopporta con pazienza i controlli del green-pass grazie ai quali è stato possibile far ripartire tutte le attività economiche e sociali. I numeri della ripresa economica ci confortano e ridanno fiducia a tutti, soprattutto a coloro che – nel corso degli ultimi due anni - hanno pagato i costi economici più pesanti della pandemia.
Ci sono ancora tanti problemi da risolvere e non possiamo neppure illuderci che la pandemia sia stata messa definitivamente alle nostre spalle, ma sappiamo che se gestiremo eventuali future criticità con metodo e tempestività, riusciremo comunque a superare questo difficile momento.
In questo contesto, la posizione antiscientifica dei no-vax appare come un irrazionale tentativo di ridare spazio al virus, mettendo a rischio il futuro del Paese. Sappiamo che quello che viene genericamente definito come “popolo no-vax” (ed il suo complemento no-pass) è una realtà molto complessa. Ci sono tante posizioni diverse che vanno dai complottisti irriducibili fino a coloro che sono semplicemente spaventati e si sono fatti indottrinare da “falsi profeti”.
Ci sono anche tanti tentativi di strumentalizzazione che il più delle volte riguardano movimenti politici o sindacali marginali, che stanno cercando di mettersi alla testa del “popolo no-vax” per acquisire un insperato momento di notorietà. Fin qui, tutto abbastanza scontato.
Le cose diventano molto più preoccupanti quando a lisciare il pelo ai no-vax sono partiti di rilevanza nazionale, i cui leader puntano ad occupare la poltrona che attualmente è di Mario Draghi. Ma, almeno a giudicare dai risultati delle recenti elezioni, non sembra che questa strategia si sia rivelata premiante.
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