Ogni settimana, l'Istituto Superiore di Sanità aggiorna il suo rapporto sullo stato della pandemia dove possiamo trovare anche una analisi dettagliata della distribuzione di contagi, ricoveri e decessi suddivisi per classe d'età e stato vaccinale. Gli ultimi dati pubblicati sono riferiti ad un periodo di 30 giorni che si concludeva nella prima metà del mese di ottobre (a fine settembre per i decessi) e confermano l'elevato livello di protezione garantito dai vaccini.
Vediamo alcuni dati. Per i cittadini di età compresa tra 60 e 79 anni, i non vaccinati erano il 10,7% della popolazione. Tra loro si sono verificati il 32,1% di contagi, il 58,7% delle ospedalizzazioni e ben il 63,4% dei decessi. La stragrande maggioranza (86,9%) dei cittadini di età compresa tra 60 e 79 anni era completamente vaccinata. Tra loro si sono verificati il 64,5% dei contagi ed il 32,6% dei decessi.
Un analogo confronto si può fare per i cittadini con almeno 80 anni di età. Qui la percentuale dei non vaccinati è molto bassa (5,4%), ma i non vaccinati contribuiscono al 20,2% dei contagi e al 42,1% dei decessi. I cittadini 80+ completamente vaccinati (92,5% dell'intera popolazione) contribuiscono al 77,5% dei contagi ed al 54,7% dei decessi.
I dati dimostrano che il vaccino riduce la probabilità di contagio e - anche in caso di contagio - le persone completamente vaccinate contraggono mediamente forme meno gravi di Covid-19 e quindi hanno una probabilità minore di finire in ospedale o di perdere la vita.
Si verifica un ben noto paradosso: se tutti fossero vaccinati, anche il 100% dei (pochi) decessi sarebbe costituito da persone completamente vaccinate. Quindi il fatto che poco più della metà dei decessi avvenuti tra le persone 80+ abbia riguardato persone completamente vaccinate non vuol dire assolutamente che i vaccini non funzionino (come ripetono ossessivamente i no-vax tutte le volte che le cronache riportano di qualche persona completamente vaccinata che ha perso la vita a causa del contagio).
I vaccini salvano vite. Nel periodo considerato dall'ultimo rapporto ISS, tra le persone 80+ sono stati contati complessivamente 665 decessi. Se tutta la popolazione avesse rifiutato il vaccino, i morti sarebbero stati poco più di 5.000!
Un analogo conto può essere fatto per la classe d'età compresa tra 60 e 79 anni. I decessi complessivi per questa classe d'età sono stati 427. Senza vaccini, sarebbero stati circa 2.500.
Riassumendo, a fronte di 1.092 decessi avvenuti tra coloro che avevano almeno 60 anni, senza i vaccini ne avremmo avuti circa 7.500. Se tutti i cittadini 60+ (circa 18 milioni di persone) avessero ricevuto una vaccinazione completa, i decessi sarebbero stati circa la metà (554), numero che si potrebbe ridurre ulteriormente se fosse somministrata sollecitamente la terza dose vaccinale.
Questo ci fa capire quanta strada ci sia ancora da percorrere prima di mettere in sicurezza le persone più a rischio (sono quasi 2 milioni i cittadini con almeno 60 anni di età che non si sono ancora vaccinati, mentre la somministrazione della terza dose vaccinale è ancora all'inizio).
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