La domanda non è rilevante solo per gli addetti ai lavori perché - a seconda della risposta - si possono disegnare diversi scenari sul futuro della pandemia: Omicron potrebbe sostituire completamente la variante Delta oppure potremmo avere - davanti a noi - un futuro di "pandemie parallele" con i due ceppi virali destinati a convivere per chissà quanto tempo.
Un piccolo (e ancora incompleto) studio proveniente dal Sudafrica cerca di rispondere alla domanda analizzando il potere neutralizzante del siero estratto da pazienti che hanno recentemente contratto un contagio indotto dalla variante Omicron. Complessivamente sono stati considerati solo 13 casi, abbastanza disomogenei tra loro. Alcuni pazienti erano stati vaccinati, mentre altri avevano contratto in precedenza la Covid-19. Tutti i pazienti sono stati ricoverati in ospedali, ma nessuno ha avuto bisogno della somministrazione di ossigeno.
Il lavoro attualmente si trova sotto forma di pre-print, ancora non sottoposto a revisione. In gergo, potremmo dire che i dati presentati in questo lavoro sono molto "sporchi", ma sono i primi di cui disponiamo. Certamente nelle prossime settimane appariranno altre pubblicazioni dedicate a questo tema e solo allora si potrà tracciare un quadro meglio definito.
Basandoci sui dati preliminari fin qui disponibili, sembra di poter dire che l'infezione da Omicron aumenta le difese anticorpali anche rispetto a Delta e quindi Omicron dovrebbe diventare il ceppo dominante in tempi abbastanza brevi. Contemporaneamente dovremmo assistere alla progressiva scomparsa della variante Delta.
Se l'ipotesi fosse definitivamente confermata e se fosse confermata anche la minore pericolosità media dei contagi indotti da Omicron, sarebbero due buone notizie.
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