mercoledì 2 marzo 2022

Il VII rapporto ISTAT-ISS sull'eccesso di mortalità in Italia associato alla pandemia

Fin dall'inizio della pandemia, siamo stati sommersi da stucchevoli polemiche sui casi di coloro che sarebbero morti "per" o "con" la Covid-19. L'ipotesi cara a negazionisti e no-vax sosteneva che i danni sanitari provocati dalla Covid-19 siano stati enormemente gonfiati dalle Autorità politiche per poter attuare la loro "dittatura sanitaria". Si tratta di un'ipotesi delirante, ma c'è sempre qualcuno pronto a sostenere che in fondo la Covid-19 è sempre e solo poco più di un raffreddore.

Chi sostiene queste tesi lo fa spesso in malafede, oppure è talmente istupidito dalla propaganda no-vax da non comprendere neppure il più semplice ragionamento statistico. Con encomiabile costanza, ISTAT e ISS continuano comunque a monitorare la situazione, fornendo rapporti periodici che ci danno un quadro quantitativo della situazione. 

Numeri che - aldilà delle vane polemiche - ci confermano la gravità della pandemia e la forte azione di mitigazione esercitata dai vaccini. Il VII rapporto ISTAT-ISS pubblicato oggi copre tutto l'andamento della pandemia in Italia, fino al mese di gennaio 2022 incluso. I principali risultati del rapporto sono raccolti in un documento di sintesi e sono illustrati graficamente qui sotto:

Infografica tratta dal VII rapporto ISTAT_ISS sulla pandemia in Italia

Il rapporto è ricco di dati e di confronti che riguardano non solo la scala nazionale, ma anche quella europea. Il dato che emerge è che dall'inizio della pandemia (marzo 2020) fino alla fine del mese di gennaio 2022 sono stati segnalati complessivamente poco più di 145 mila decessi attribuiti alla Covid-19. Nello stesso periodo di tempo sono stati registrati circa 178 mila decessi in più rispetto a quelli mediamente registrati durante i 5 anni precedenti la pandemia. 

Ricordo che quando si stima l'eccesso dei decessi avvenuto in concomitanza con i picchi pandemici vengono di fatto esclusi dal conto molti dei decessi che potremmo definire "con" Covid, ovvero gli eventi che sarebbero comunque accaduti (magari qualche settimana dopo) coinvolgendo pazienti in gravi condizioni di salute a causa della presenza di altre patologie. In questi casi, l'infezione accelera un processo che sarebbe stato comunque ineludibile, ma non produce - su base annua - un incremento della mortalità generale apprezzabile a livello statistico.

Il fatto che i decessi in più registrati dall'ISTAT superino il numero di decessi attribuiti alla Covid-19 può dipendere da 2 fattori:

  1. Non tutti i decessi dovuti alla Covid-19 sono stati riconosciuti come tali.
  2. A causa della saturazione dei reparti Covid, gli ospedali italiani non sono riusciti a curare adeguatamente altre gravi patologie, provocando indirettamente decessi che si sarebbero potuti evitare con una adeguata assistenza sanitaria. Oltre ai morti "con" e "per" Covid-19 dovremmo aggiungere una terza categoria di morti "senza Covid che sarebbero ancora vivi se gli ospedali avessero potuto occuparsi al meglio anche di loro". Ricordo - ad esempio - la forte pressione esercitata dai malati Covid sui reparti di terapia intensiva che ha spesso costretto al rinvio di interventi necessari per la cura di altre gravissime patologie.
L'anno 2020, con 746.146 decessi, è stato l'anno in cui l'Italia ha registrato - in assoluto - il più alto numero di decessi dopo la fine della Seconda Guerra mondiale. Nell'anno successivo ci sono stati 709.035 decessi, 63 mila in più rispetto alla media degli ultimi 5 anni pre-pandemia, concentrati soprattutto nel primo quadrimestre ovvero nel periodo in cui la campagna vaccinale era ancora alle sue battute iniziali.

Nel periodo 1° ottobre 2021 - 31 gennaio 2022, malgrado la diffusione di varianti virali molto contagiose (Delta e Omicron) ed il grande numero di contagi, sono stati registrati - a livello generale - circa 250 mila decessi, 40 mila in meno rispetto alla media dello stesso periodo durante i 5 anni precedenti la pandemia. Questo è un dato eclatante: significa che i vaccini hanno effettivamente fornito una forte protezione contro i contagi più gravi.

1 commento:

  1. L’epidemia è finita, almeno per ora. 
    Ed è tutto merito dei vaccini

    ANDREA CASADIO - 2 marzo 2022

    C’è una buona notizia: la pandemia di Covid-19 in Italia sta terminando. Sarebbe forse più giusto dire che sta finendo questa ondata epidemica, perché una nuova variante mutata del coronavirus capace di sfuggire all’immunità acquisita e in grado di reinfettarci tutti quanti potrebbe comparire nel mondo da un momento all’altro.

    Nel corso delle ultime settimane è stata registrata una diminuzione del numero dei casi segnalati, delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva. Sono invece ancora in aumento i decessi, ma è una coda finale della ondata epidemica da Omicron.

    Sorgeranno nuove varianti del coronavirus che non riusciranno a evadere del tutto le nostre difese e provocheranno altre ondate epidemiche: molti di noi si infetteranno, ma pochi finiranno in ospedale, e ancor meno moriranno. Potremo “convivere” con il virus, fino a quando non comparirà una nuova variante con così tante mutazioni da sfuggire completamente all’immunità: un evento raro, ma che può sempre accadere.

    continua su:

    https://www.editorialedomani.it/fatti/covid-pandemia-epidemia-dati-vaccini-contagi-rjlmmrow

    RispondiElimina