Anche se geograficamente sono molto distanti tra loro, Israele, Irlanda ed Italia si sono trovati ad affrontare la pandemia quasi simultaneamente. L'Italia era stata investita per prima, seguita poi dal resto d'Europa. Nel caso di Israele avevano avuto un notevole impatto anche i casi importati dagli Stati Uniti, ma poi - ad inizio estate - tutti i tre Paesi erano tornati in una situazione di bassa o bassissima circolazione del virus.
Israele è stato tra i primi Paesi chiamati ad affrontare la seconda ondata della pandemia, probabilmente sempre a causa degli stretti rapporti esistenti con gli Stati Uniti. Dopo vari tentativi di controllare l'epidemia Israele si è finalmente deciso ad attuare un nuovo severo lockdown che è durato fino a pochi giorni fa.
Vediamo i risultati delle diverse politiche attuate in Israele, Irlanda e Italia confrontando i numeri dei nuovi contagi. I valori non sono normalizzati per la popolazione: 4,9, 8,9 e 60,4 milioni di abitanti per Irlanda, Israele e Italia, rispettivamente. In pratica i numeri irlandesi andrebbero moltiplicati per 1,8 prima di confrontarli con quelli di Israele e per 12,3 per fare il confronto con l'Italia. Ecco i grafici:
Andamento dei nuovi contagi in Israele. Tratto da statistichecoronavirus.it/coronavirus-israele/ |
Andamento dei nuovi contagi in Irlanda. Tratto da statistichecoronavirus.it/coronavirus-irlanda/ |
Andamento dei nuovi contagi in Italia. Tratto da https://statistichecoronavirus.it/coronavirus-italia/ |
Israele ha già esaurito la seconda ondata, l'Irlanda è sulla buona strada, mentre l'Italia è ancora in attesa di vedere il picco. Chi pensate che tra Israele, Irlanda ed Italia abbia meglio salvaguardato gli interessi dell'economia (oltre alla salute dei cittadini)?
Nessun commento:
Posta un commento