domenica 20 dicembre 2020

Virus mutato: 100 anni dopo la Spagnola avremo l'Inglese?

Dopo la comunicazione della scoperta in UK di una mutazione del virus SARS-CoV-2 che potrebbe presentare un particolare livello di contagiosità e l'annuncio delle misure straordinarie adottate ieri dal Governo inglese, le Autorità sanitarie di numerosi Paesi (tra cui l'Italia) sono intervenute per bloccare i collegamenti aerei con il Regno Unito. 

Interventi tempestivi, ma temo inutili perché secondo notizie diffuse dalla stampa europea la nuova variante del virus sarebbe già stata individuata in Danimarca, Olanda e addirittura in Australia. Se  questo nuovo ceppo virale fosse davvero molto contagioso, le possibilità di circoscrivere i focolai impedendo che si diffonda rapidamente in tutta Europa sono alquanto risicate. Anche perché - con una hard Brexit all'orizzonte - durante queste ultime settimane gli spostamenti di persone e merci tra Europa e Gran Bretagna  sono stati molto intensi.

Questa non è la prima e non sarà certamente nemmeno l'ultima variante genetica del virus SARS-CoV-2. Le mutazioni genetiche dei virus sono molto frequenti e sono legate ai processi di riproduzione che avvengono quando il virus infetta una cellula ospite. I virus hanno una limitata capacità di controllare che i processi riproduttivi avvengano senza significative alterazioni genetiche e questo ha un diretto impatto sulle loro capacità evolutive. 

Qualcuno ricorderà che alcuni virologi, all'inizio della pandemia, davano quasi per scontato che - proprio a causa delle mutazioni genetiche - nell'arco di pochi mesi il SARS-CoV-2 sarebbe evoluto verso una forma virale non particolarmente aggressiva, allineandosi al comportamento di altri tipi di coronavirus che sono causa di comuni raffreddori. Purtroppo questa previsione ottimistica non si è avverata e non sappiamo se e quando potrebbe avverarsi. Il virus che circola attualmente è comunque geneticamente molto diverso rispetto a quello trovato per la prima volta a Wuhan in Cina e la nuova variante apparsa a Londra e nel Sud dell'Inghilterra potrebbe complicare non poco la nostra battaglia per mettere sotto controllo la pandemia.

Trovo che sia proprio un paradosso. Mentre la Gran Bretagna si accinge a chiudersi in sè stessa arrivando ad una hard Brexit dall'Europa, ironicamente sembra averci fatto una sorta di cadeau d'adieu. Ma se proprio vogliono chiudere le frontiere ed isolarsi dal Continente, non potevano almeno aspettare ancora qualche settimana prima di dare spazio alla nuova mutazione del virus?

100 anni dopo la pandemia di Spagnola, finiremo per ricordare questa pandemia come l'Inglese?


2 commenti:

  1. Stando all’analisi del Corriere della Sera sui movimenti in 21 aeroporti italiani in tutta la domenica sono stati 25 i voli arrivati da Londra, 4 da altre città britanniche: a bordo in totale circa 2.500 viaggiatori (solo nel giorno di domenica 20 dicembre).

    15 collegamenti sono stati cancellati perché sarebbero decollati Oltremanica ben oltre l’orario di blocco stabilito dal Notam: lo stop è stato dato alle 16.54 ora italiana a «tutti i voli provenienti dal Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord» con l’eccezione di quelli cargo e per le emergenze sanitarie.

    Il Dpcm del 3 dicembre aveva rimosso - a partire dal 10 dicembre - i controlli tramite screening rapido negli scali italiani per i voli in arrivo anche dalla Gran Bretagna.

    Le norme prevedevano per i passeggeri in ingresso tra il 10 e il 20 dicembre il tampone (classico o rapido) con esito negativo PRIMA dell’imbarco nel Paese europeo.

    In alternativa il viaggiatore poteva sì atterrare, ma doveva mettersi in quarantena.

    Ma a vigilare sul rispetto o meno della norma non c’era alcuna autorità, stando alle diverse segnalazioni che il Corriere della Sera ha raccolto in questi giorni dai viaggiatori e dalle autorità aeroportuali.

    Una lacuna nei controlli che l’ordinanza di ieri del ministro Speranza cerca di colmare. Anche se la variante inglese del coronavirus è già qui.

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  2. Déjà-vu! Vi ricordate le polemiche sui voli dalla Cina all'inizio della pandemia? Con l'aggravante che gli spostamenti delle persone tra Italia e UK sono ancora più intensi rispetto a quelli con la Cina.

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