Ci sono evidenze che in Gran Bretagna si sia diffusa una nuova variante del virus SARS-CoV-2 caratterizzata da mutazioni che riguardano la parte esposta della cosiddetta proteina spike (quella che svolge un ruolo fondamentale quando il virus aggredisce una cellula e che costituisce il target dei vaccini). Non c'è al momento alcun lavoro scientifico pubblicato, ma è disponibile un pre-print (ovvero un lavoro non ancora sottoposto al parere di referee esterni) che descrive le caratteristiche di questa nuova variante del virus.
L'allarme che è scattato oggi in Gran Bretagna (con tanto di nuovo rigido lockdown) non è legato tanto al timore di una maggiore letalità della nuova variante, quanto alla possibilità che gli anticorpi acquisiti da chi ha già contratto la Covid-19 durante i mesi scorsi potrebbero non funzionare (in tutto o in parte) con questa nuova variante del virus. Si teme che chi è già stato contagiato potrebbe essere esposto al rischio di nuove infezioni. La nuova variante sembra essere caratterizzata da una maggiore contagiosità rispetto alla variante originale del virus e questo potrebbe essere alla base della forte crescita di contagi registrata in Inghilterra durante questa prima parte del mese di dicembre.
Se l'ipotesi fosse verificata, l'obiettivo di raggiungere la tanto sospirata immunità di gregge sembrerebbe farsi più lontano. Inoltre ci potrebbero essere problemi per il funzionamento degli anticorpi monoclonali che sono attualmente in fase di test per la cura della Covid-19. Per quanto riguarda il funzionamento del vaccino, non ci sono per il momento informazioni specifiche, ma la buona notizia è che, se fosse necessario, non dovrebbe essere difficile sviluppare in tempi molto brevi una versione del vaccino che dia piena copertura anche rispetto a questa nuova variante (almeno nel caso dei vaccini basati su mRNA).
Al momento quindi, massima attenzione anche se è troppo presto per lanciare allarmi rossi.
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