A partire dall'inizio di dicembre, il sito della Protezione Civile Nazionale ha incominciato a mostrare una nuovo dato che può essere utile come indicatore della effettiva circolazione del virus. Si tratta, in particolare, dei nuovi ricoveri nei reparti Covid di terapia intensiva. Parliamo di una fascia che corrisponde, mediamente, a circa il 10% dei pazienti ricoverati. Non si tratta necessariamente dei pazienti in assoluto più gravi perché, soprattutto nel caso di pazienti molto anziani con gravi patologie pregresse, spesso i medici decidono di non sottoporli a trattamenti troppo invasivi che sarebbero di scarsa utilità e, in taluni casi, potrebbero addirittura anticiparne il decesso.
I dati a disposizione sono ancora pochi, anche perché durante la prima decade di dicembre c'è stato qualche problema nella raccolta di questa specifica informazione. Possiamo comunque vedere qualche risultato sia pure parziale.
A regime questo indicatore potrà essere molto più utile rispetto al numero complessivo dei ricoveri perché, soprattutto quando saremo nella fase finale della seconda ondata, il numero complessivo dei ricoveri in terapia intensiva potrà essere fortemente influenzato dalla presenza di pazienti con lunghi tempi di degenza. Ci aspettiamo che il dato sui nuovi ricoveri in terapia intensiva sia molto più indicativo della situazione reale e possa scendere rapidamente appena la circolazione del virus sarà nuovamente circoscritta.
In termini assoluti, durante la settimana compresa tra l'11 dicembre ed oggi, in Italia ci sono stati 1.266 nuovi ricoveri in terapia intensiva. Il numero complessivo dei ricoveri è da pochi giorni sceso sotto la soglia delle 3.000 unità e sta calando lentamente. Non sappiamo quante siano state le dimissioni di pazienti guariti o trasferiti nei reparti ordinari, nè (ahimé) quanti dei pazienti ricoverati in terapia intensiva siano deceduti. In Trentino durante lo stesso periodo ci sono stati 23 nuovi ricoveri, mentre in Alto-Adige i nuovi ricoveri in terapia intensiva sono stati solo 10.
Se normalizziamo i dati rispetto alla popolazione otteniamo il grafico che vi mostro qui sotto. Le barre d'errore verticali che vedete sui dati del Trentino e dell'Alto-Adige non significano che ci sia una indeterminazione relativa al conteggio dei ricoveri. Rappresentano invece la variabilità statistica che ci aspettiamo dovuta al fatto che i numeri assoluti sono (per fortuna) abbastanza piccoli.
Sorgente dati: Protezione Civile Nazionale. Il dato dell'Alto - Adige relativo alla settimana che terminava lo scorso 10 dicembre non è disponibile |
Come vedete, pur avendo solo pochi punti, si ricava un andamento non lontano da quello aspettato. Il Trentino mostra valori più alti rispetto alla media nazionale anche per quanto riguarda i nuovi ricoveri in terapia intensiva che sono stati registrati nel corso delle ultime due settimane. Per l'Alto - Adige disponiamo solo del dato relativo alla settimana terminata oggi ed è molto vicino alla media nazionale.
Nel corso delle prossime settimane, quando saranno disponibili dati più completi, sarà interessante seguire l'andamento di questo parametro perchè ci potrà essere utile per capire meglio cosa stia succedendo nelle terapie intensive dei nostri ospedali.
Servizio dell'emittente americana Abc News.
RispondiElimina"L'Italia – è quanto riportato qualche giorno fa – potrebbe presto reclamare un record che nessuno vuole, il maggior numero di morti da Coronavirus in Europa, dopo che il sistema sanitario ancora una volta non è riuscito a proteggere gli anziani e le autorità di governo hanno tardato nell'imporre nuove restrizioni.
Dal 1 settembre ha contato 29mila vittime. Non doveva accadere – ha continuato il servizio -. L'Italia è stata il primo Paese occidentale ad essere travolto dal Covid-19 e, dopo aver sofferto un'impennata di decessi in primavera, aveva portato l'infezione sotto controllo ma non ha usato quel vantaggio".