martedì 29 dicembre 2020

Perché così tanti morti di Covid-19 in Trentino?

Nota aggiunta il 31 dicembre:

In un post successivo mostro i dati ISTAT relativi all'eccesso di decessi registrati in Italia in occasione della pandemia. Sia per la prima che per la seconda ondata (i dati ISTAT non coprono, per il momento, il mese di dicembre) si osserva che i dati dei decessi Covid del Trentino sono nettamente inferiori rispetto all'eccesso di decessi registrati dall'ISTAT in corrispondenza delle due ondate pandemiche

 

I dati sui decessi del Trentino sono stati particolarmente alti sia durante la prima che durante la seconda ondata pandemica. Il quadro complessivo è ben rappresentato dal grafico che ho tratto da covid19trentino.fbk.eu

Purtroppo i decessi collegati al secondo picco pandemico non mostrano ancora segni di rallentamento e ormai la quota "psicologica" dei 1.000 decessi complessivi è stata quasi raggiunta.

I decessi rilevati in Trentino durante la seconda ondata (ad oggi 521) sono già superiori rispetto a quelli della prima ondata (470).

Parliamo ovviamente di cifre ufficiali, con tutti i limiti del caso. In realtà i decessi contati durante la prima ondata hanno tenuto conto solo di una parte dei lutti che hanno colpito le RSA trentine. Inoltre, se  confrontiamo i dati che appaiono nelle tabelle della Protezione Civile Nazionale con quelli diffusi localmente dalla Provincia di Trento, notiamo che i dati nazionali sono leggermente inferiori. La differenza è legata ad alcuni casi avvenuti a marzo che, a suo tempo, non furono verificati con il tampone molecolare, pur presentando evidenti sintomi delle complicanze da Covid-19. 

Insomma i dati contengono sempre un certo margine di incertezza, ma non è tale da cambiare la sostanza del problema: se confrontiamo la mortalità del Trentino con quella delle altre Regioni/PPAA troviamo che il Trentino si trova stabilmente ai livelli più alti. Come possiamo spiegare questo fatto?

Non è semplice rispondere a questa domanda. Probabilmente le spiegazioni sono diverse per la prima e per la seconda ondata e ci potrebbero essere cause diverse che hanno concorso a generare questo risultato.

Procediamo con ordine: a fine maggio, quando la prima ondata si stava esaurendo, la situazione era la seguente:

Andamento dei contagi e dei decessi, aggiornato al 29 maggio, nelle diverse parti del Trentino

Numero di decessi complessivi registrati fino al 29 maggio. Il dato è normalizzato rispetto a 10.000 abitanti  

La prima ondata in Trentino è stata caratterizzata da una distribuzione molto disomogenea sia dei contagi che dei decessi. Molte Valli trentine mostravano livelli confrontabili con le medie lombarde. Altre zone del Trentino presentavano dati in linea con quelli del Veneto che, durante la prima ondata, si era distinto per la capacità di limitare i danni indotti dall'ondata pandemica.

La storia della prima ondata in Trentino è stata pesantemente condizionata da fattori esogeni, a cominciare dai contagi diffusi dai turisti lombardi che erano venuti in vacanza in Trentino proprio nei giorni durante i quali venivano identificati i primi focolai lombardi. La mancata chiusura degli impianti sciistici è costata molto ad alcune Valli del Trentino, sia in termini di contagi che di lutti. Va notato inoltre che l'alto livello di decessi registrato in Trentino durante la prima ondata è strettamente collegato a quanto accaduto nelle RSA.

I dati della seconda ondata pandemica sono ancora incompleti e sono affetti da significative distorsioni a causa del mancato computo nei conteggi ufficiali di un gran numero di contagi rilevati solo con tamponi antigenici. Non disponendo del dato completo dei contagi è difficile capire se, anche per la seconda ondata, ci siano state all'interno del Trentino forti differenze della prevalenza simili a quelle osservate durante la prima ondata. Sulla base delle poche informazioni disponibili sembrerebbe che, a parte alcuni focolai particolarmente intensi segnalati nel Pinetano ed in Bassa Valsugana, la circolazione del virus sia stata abbastanza omogenea su tutto il territorio provinciale.

Mancano dati specifici relativi all'incidenza della seconda ondata nelle RSA. Giornalmente la Provincia comunica i decessi avvenuti nelle RSA, ma mancano i dati di sintesi e non viene specificato come vengano conteggiati gli eventuali decessi di ospiti delle RSA avvenuti in ospedale. Il numero (ufficiale) degli attualmente positivi tra gli ospiti delle RSA è salito fino ad un valore massimo intorno alle 400 unità (circa il 10% degli ospiti) ed attualmente si trova poco sopra la metà del valore di picco. Stando alle cifre ufficiali gli attualmente positivi delle RSA sono poco più del 10% di tutti gli attualmente positivi presenti in Trentino, ma sappiamo che, almeno per quanto riguarda il dato complessivo, il numero degli attualmente positivi è largamente sottostimato.

Insomma, i dati sono pochi, talvolta scarsamente affidabili e non ci permettono di avere una visione sistematica di quanto stia accadendo. Possiamo cercare di procedere per esclusione:

  • Non sono mancate le criticità anche durante la seconda ondata, ma il ruolo delle RSA potrebbe essere stato meno rilevante rispetto a quanto osservato a primavera. Ciò dipende da una molteplicità di fattori: parziale immunità di gregge nelle RSA già duramente colpite dalla prima ondata, numero di ospiti inferiore rispetto a primavera, ampia disponibilità di mascherine ed altri dispositivi di protezione individuale, migliori pratiche di screening per individuare eventuali positivi tra il personale e protocolli più efficaci per isolare i positivi.
  • Se osserviamo l'andamento dei contagi, la prevalenza tra gli ultra settantenni (che costituiscono circa il 20% dei contagiati trentini) non è così diversa rispetto alla media nazionale (18%). La differenza non è tale da giustificare l'alto livello dei decessi Covid osservato in Trentino durante l'ultima parte del 2020. 
A questo punto, l'unica possibilità per spiegare l'alto livello dei decessi (e anche dei ricoveri) è quello di collegarlo ad una elevata circolazione del virus (escluderei che in Trentino circoli un virus più letale). E qui torniamo al solito problema perché se guardiamo al numero dei contagi ufficiali le cose non tornano. Ma sappiamo che i dati ufficiali dei contagi del Trentino non sono molto significativi.




1 commento:

  1. (da fanpage.it)

    A fine anno si tira un bilancio anche per l’app Immuni, inizialmente descritta come lo strumento principale per il tracciamento dei contagi di Covid-19.

    Dopo un intenso dibattito sulla sua realizzazione e sul rispetto della privacy, il lancio a giugno non è stato propriamente un successo.

    Il governo ha spesso rilanciato la necessità di scaricarla, facendo ricorso anche a dei testimonial negli spot tv e sul web. La campagna di comunicazione non ha sortito grossi effetti.

    Gli ultimi dati ufficiali parlano di:
    - quasi 10 milioni di download (poco meno del 19% sul numero di abitanti)
    - che hanno consentito di individuare circa 6.200 casi positivi,
    - con relativo invio di quasi 81mila notifiche agli utenti entrati in contatto con persone positive.

    Numeri risibili di fronte ai dati sugli infetti che ogni giorno superano le decine di migliaia. Non a caso Immuni è lentamente sparita dai radar della comunicazione governativa e addirittura il commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri ha espresso un giudizio critico: "Non ha avuto i risultati che aspettavamo".

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