venerdì 4 dicembre 2020

Aggiornamento su Italia e Irlanda a confronto

I dati aggiornati sull'andamento nei contagi di Irlanda e Italia sono mostrati nella figura seguente:

 
A inizio ottobre la circolazione del virus in Irlanda era doppia rispetto a quella italiana. L'Irlanda è stato il primo Paese europeo ad adottare misure di lockdown per controllare la seconda ondata del virus (mantenendo comunque sempre aperte le Scuole). 
 
L'Irlanda ha raggiunto il picco della seconda ondata poco dopo la metà di ottobre, quando l'Italia raddoppiava i nuovi contagi nell'arco di circa una settimana. L'Italia ha raggiunto il picco dei nuovi contagi un mese dopo l'Irlanda, registrando un massimo che è stato più che doppio rispetto ai casi irlandesi. Ricordo che ricoveri e decessi sono proporzionali ai contagi e quindi registrare un picco di contagi doppio comporta un tragico aumento di sofferenze e lutti. In realtà quello che conta al fine dei ricoveri e dei decessi è l'integrale della curva, ovvero l'area totale che sta sotto la curva e quindi oltre all'altezza  conta anche la larghezza del picco. La seconda ondata In Irlanda registra una larghezza a metà altezza pari a circa 4 settimane. Per l'Italia bisogna aspettare ancor un po' prima di fare la stima, ma non saranno certamente meno di 6 settimane. Quindi - almeno in prima approssimazione - ci aspettiamo che i danni sanitari della seconda ondata in Italia siano almeno 3 volte quelli registrati in Irlanda (ovviamente parliamo di dati normalizzati rispetto al numero di abitanti).

Il confronto dei decessi avvenuti in Irlanda ed in Italia durante la seconda ondata pandemica non è ancora definitivo (bisogna aspettare che le due curve tornino a 0 e confrontare gli integrali), ma ci fa già capire la differenza abissale esistente tra i due Paesi. Il fatto che l'indice di vecchiaia in Irlanda sia nettamente inferiore rispetto al valore italiano non è sufficiente per spiegare la differenza (in Irlanda la frazione di popolazione ultra-sessantacinquenne è circa il 13% del totale contro il 23% dell'Italia)

Ricordo che il dato trentino relativo ai decessi della seconda ondata è stato sistematicamente superiore rispetto alla media nazionale

Ieri, 3 dicembre, il livello dei contagi in Italia era pari al oltre 7 volte quello dell'Irlanda. Una differenza non da poco perché i contagi in Italia (circa 256 nuovi contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti) sono ancora troppo alti per poter sperare di far ripartire una qualche forma di contact-tracing. L'ultimo dato irlandese (circa 35 nuovi contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti) rende le cose molto più semplici da gestire e permette all'Irlanda di affrontare le festività di Fine Anno senza dover ricorrere alle rigide misure che sono state annunciate in Italia.
 
In Italia, l'unica cosa che possiamo fare è rimuovere il problema e "pensare positivo".

Alla fine, chi ha gestito meglio la seconda ondata della pandemia? Credete anche voi che - come ci ripetevano giornali e TV durante la scorsa estate - esista davvero un "modello italiano che tutti ci invidiano?". E le furbizie trentine saranno servite a qualcosa?

5 commenti:

  1. Le furbizie trentine sono servite a tenerci in zona gialla, visto che abbiamo lavorato alla grande, molto più di qualsiasi altra Regione, per far comparire molto basso il tempo di guarigione e con esso l'indice di contagio Rt, che è proporzionale alla durata della contagiosità. In compenso, il rapporto fra i nuovi contagi della settimana e quelli della precedente è salito a 1,2 (Italia 0,8 _ Veneto 1,0 _ Lombardia 0,7). Attendiamo l'arrivo dei turisti dal 20 dicembre al 6 gennaio, come auspicato e pubblicizzato dal nostro assessorato al Turismo.

    RispondiElimina
  2. Graziano Onder, geriatra del Gemelli, responsabile del rapporto sulla mortalità da coronavirus dell'Istituto Superiore di Sanità:

    "Avere una delle popolazioni più anziane del mondo (e qui non si invecchia bene) incide sul numero dei decessi. Non muoiono solo gli anziani, ma in grandissima parte sì: solo l’1% dei deceduti aveva meno di 50 anni, i contagiati più giovani muoiono molto meno.

    In questa seconda ondata abbiamo già raggiunto il picco dei decessi, poiché di solito segue di 2-3 settimane il picco dei contagi. Mi aspetto che a breve inizino a calare.

    Quando i decessi scenderanno, lo faranno in maniera consistente. Dobbiamo essere comunque coscienti che caleranno più lentamente rispetto ai contagi.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/12/03/coronavirus-perche-i-morti-non-stanno-calando-come-vengono-conteggiati-il-responsabile-del-rapporto-delliss-sui-decessi-leccesso-di-mortalita-e-in-linea-con-i-paesi-ue/6024469/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Confrontando la popolazione over-65 di Italia (23%) e Irlanda (13%) si spiega solo una parte della differenza tra la letalità da Covid-19 registrata nei due Paesi. Soprattutto se consideriamo che in Italia la seconda ondata pandemica ha fin qui prodotto il 39% delle vittime Covid complessive, contro il 14,6% dell'Irlanda. Anche se i numeri non sono purtroppo definitivi, la seconda ondata pandemica ha inciso sensibilmente di più in Italia rispetto all'Irlanda. E questo non dipende dalla distribuzione d'età delle popolazioni che non sono cambiate tra la prima e la seconda ondata. Semplicemente l'Irlanda è riuscita a mitigare gli effetti della seconda ondata meglio di quanto abbia fatto l'Italia, pur avendo a inizio ottobre una densità di contagi circa doppia rispetto a quella italiana. Noi abbiamo perso tempo con i DPCM "pannicelli caldi" e fatalmente ora c'è un duro conto da pagare.

      Elimina
    2. Per la letalità del Covid, la vicina Austria è data all'1,2%, contro il 2,8% dell'Irlanda e il nostro 3,5%. Quanto alle politiche di contenimento della pandemia, ho trovato molto ben dettagliato e documentato l'articolo di Alberto Orlando "Il modello sudcoreano contro il Covid-19: imparare con cautela", nel quale si sfatano alcune leggende e si mostra come la chiave per il controllo del virus sia muoversi informati e con cautela. L'attuale nuova ondata, la terza per loro, che sta salendo ora in quel Paese (età media 42 anni contro i nostri 45, 52 milioni di abitanti in un Paese un terzo del nostro e parimenti montuoso) è di 3000 nuovi infetti nell'ultima settimana, contro i nostri 151.000. La loro seconda ondata, tre mesi fa, era stata bloccata in 20 (venti) giorni. Basta volerlo.

      Elimina
  3. Nella prima ondata, il picco dei numeri dei decessi ha seguito di circa 6 (sei) giorni quello dei nuovi infetti. Nelle successive quattro settimane dal rispettivo picco, ambedue i numeri sono quasi dimezzati (:1,9). Nelle settimane successive, invece, il numero dei decessi è calato più lentamente di quello dei nuovi infetti. Adesso, il picco dei nuovi infetti lo si è visto chiaro verso il 12 novembre, mentre quello dei decessi ritarda, ma forse l'abbiamo raggiunto il 30/11 o l'1/12, come suggeriscono le interpolazioni polinomiali di grado 5 e 6. Vedremo i prossimi dati.

    RispondiElimina