giovedì 24 dicembre 2020

Segnalazione: "The Conversation" un sito indipendente gestito dalla comunità accademica e della ricerca britannica

 

Vi segnalo il sito britannico "The Conversation" che, tra le sue numerose ed interessanti sezioni, ne comprende una specificamente dedicata alla pandemia di Covid-19. Il sito è indipendente rispetto a qualsiasi altro gruppo editoriale, sia del web che della carta stampata, ed è alimentato da contributi scritti da un qualificato gruppo di accademici e ricercatori britannici, sotto licenza Creative Commons. La speciale sezione dedicata alla pandemia la trovate qui.

Esistono versioni del sito che fanno uso di lingue diverse dall'inglese (ad esempio, francese e spagnolo), anche se purtroppo non c'è una versione in italiano.

1 commento:

  1. Uno degli articoli presenti sul sito guarda ai primi mesi del 2021; si intitola “Why another lockdown might be needed in February 2021” (Peter Sivey, James Gaughan). Eccone una parte tradotta.

    L'Inghilterra da qualche settimana è uscita da un lockdown di 4 settimane in una serie di restrizioni a più livelli (“tier”) e ci sono buone notizie sull'autorizzazione del primo vaccino per COVID-19, che sta iniziando a essere distribuito. Ma con le restrizioni allentate, i tassi di infezione ancora alti e la distribuzione graduale del vaccino, c'è il rischio di un terzo blocco all'inizio del 2021?

    Ai vaccini viene data la priorità alle persone con maggior rischio di morte - inizialmente gli ultra-80enni -, piuttosto che alle persone che costituiscono il maggior numero di pazienti in terapia intensiva con COVID-19 - persone tra i 50, i 60 e i 70 anni. La metà dei pazienti in terapia intensiva con COVID-19 ha meno di 62 anni.

    Il grafico “Age and sex distribution of COVID-19 patients admitted to ICU in England, Wales and Northern Ireland Since 1 Sept 20. ICNARC” è sostanzialmente una campana spostata sulla destra.

    Potrebbero essere necessari molti mesi prima che un gran numero di queste persone “di mezza età” siano state immunizzate con successo, alleviando la pressione sulle unità di terapia intensiva.

    RispondiElimina