mercoledì 9 dicembre 2020

I vaccini nella fase 3, 3½, 4 ...

Nel processo attivato per portare all'approvazione dei vaccini anti-Covid nel più breve tempo possibile c'è stata una innegabile compressione dei tempi che ha generato una sovrapposizione tra le diverse fasi di verifica dell'affidabilità e dell'efficacia dei vaccini. Un prezzo da pagare per mettere al più presto sotto controllo la pandemia, non privo di conseguenze.

Ieri la Gran Bretagna bruciando i tempi, ha iniziato a somministrare le prime dosi del vaccino Pfizer-BioNTech. A poche ore dall'avvio della campagna di vaccinazione è arrivata una direttiva che chiarisce di non sottoporre a vaccinazione anti Covid chi abbia alle spalle una storia di significative reazioni allergiche. I dettagli della direttiva li trovate qui.

Per tutti i vaccini è prevista una differenziazione tra la cosiddetta "Fase 3" durante la quale il vaccino è somministrato ad alcune decine migliaia di volontari seguiti a livello individuale e la "Fase 4" che è quella corrispondente alla somministrazione iniziale su larga scala del vaccino. Durante la Fase 4 aumenta considerevolmente la platea dei soggetti a cui è somministrato il vaccino ed è possibile ottenere informazioni statisticamente più attendibili sia rispetto al grado di protezione offerto dal vaccino, sia rispetto ad eventuali effetti collaterali, specialmente quelli di non elevata gravità.

Quello che è successo ieri in Gran Bretagna, più che una vera e propria Fase 4 potrebbe essere classificato come una non canonica Fase 3½. Due delle migliaia di persone a cui ieri è stato somministrato il vaccino Pfizer-BioNTech hanno mostrato gravi reazioni allergiche. Da qui la decisione di sospendere - almeno per il momento - la somministrazione del vaccino a persone  che "abbiano alle spalle una storia di significative reazioni allergiche a vaccini, medicinali o cibo". Si tratta chiaramente di una norma precauzionale che si sposa con la raccomandazione di "somministrare il vaccino solo in strutture in cui sono disponibili misure di rianimazione".

Risulta molto strano che la somministrazione del vaccino durante la Fase 3 non abbia generato simili problemi. Potrebbe essere solo un falso allarme a cui le Autorità sanitarie inglesi hanno reagito con rapida severità, oppure potrebbe essere un problema reale che richiede ulteriori approfondimenti. La raccomandazione stringente di somministrare il vaccino solo in strutture dotate di misure di rianimazione pone forti ulteriori vincoli dal punto di vista organizzativo. 


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