sabato 12 dicembre 2020

Ci vorrebbe chiarezza anche sui dati dei contagi nella Scuola

 Nota: nella prima versione di questo post avevo inserito un dato sbagliato sul numero complessivo dei contagi ufficiali nel corso della seconda ondata (9.000 invece di 12.000). Il dato inserito attualmente è quello corretto. Mi scuso con i lettori.

 

Oggi l'Assessore Bisesti ha dichiarato "L'Assessorato all'Istruzione ha fatto il conto degli studenti contagiati dal 14 settembre e ha rilevato che il numero non è così alto come si potesse pensare. Contagiati poco più di mille studenti, circa l’1,5%".

In effetti se andiamo a vedere i dati ufficiali dei contagi (quelli comunicati al Ministero) da metà settembre ad oggi, il numero complessivo è pari a circa 12.000 casi, ovvero poco più del 2% della popolazione trentina ed il numero rilasciato per gli studenti è più o meno in linea con il dato generale. Peccato che questi numeri siano stati pesantemente alterati dallo stravagante metodo di conteggio dei nuovi contagi che la Provincia Autonoma di Trento ha adottato in concomitanza con il picco dell'onda pandemica. Temo che i circa mille contagi contati dall'Assesore Bisesti siano stati ottenuti analizzando gli stessi dati farlocchi e forse sarebbe utile che l'Assessore precisasse meglio quale sia stata la fonte delle sue informazioni.

Per aiutarlo a capire ricordo quale era la situazione del Comune di Trento lo scorso 25 novembre. Allora l'attività delle Scuole Superiori si svolgeva quasi completamente a distanza, ma Scuole Elementari e Medie erano regolarmente aperte. I dati resi pubblici dal Comune ci mostrano che, per i residenti a Trento, la percentuale di persone attualmente positive nell'intervallo di età compreso tra 6 e 13 anni era mediamente intorno al 2%. Ovviamente si tratta di un  dato isolato, in un momento molto vicino al picco pandemico. Il dato più recente rilasciato dal Comune di Trento (9 dicembre) ci fa vedere una presenza di attualmente positivi pari a circa lo 0,75% come valore medio nella stessa fascia d'età.

Quando si parla di numero complessivo di contagi dal 14 settembre ad oggi, bisogna tener conto del dato cumulato di tutti coloro che sono stati virologicamente positivi durante l'intervallo di tempo considerato. Ma se erano il 2% solo nel periodo intorno allo scorso 25 novembre, come possono essere diventati l'1,5% da metà settembre ad oggi?

Ricordo che parliamo di giovani di età compresa tra 6 e 13 anni che sono rimasti virologicamente positivi solo per un breve lasso di tempo, probabilmente senza mostrare sintomi significativi. Mi viene difficile credere che complessivamente solo l'1,5% degli studenti trentini sia stato contagiato nel corso della seconda ondata pandemica. Sono senz'altro molti di più e quanti siano effettivamente la Provincia lo sa, anche se è restia a dircelo.

Peccato perché se fossero accessibili i dati reali si potrebbe cercare di capire quale sia stato l'effettivo impatto delle Scuole sulla circolazione del virus. E si potrebbero anche calibrare meglio le misure da adottare in vista della ripresa delle lezioni in presenza delle Scuole Superiori.

Procedendo così rischiamo di fare i conti con lo "spannometro" e di andare a sbattere contro la terza ondata del virus.

4 commenti:

  1. Fra 4 settimane (giovedì 7 gennaio 2021) si tornerà a scuola in presenza. A che punto siamo?

    The Lancet smentisce la tesi della ‘scuola sicura’. Per prevenire i contagi la strada è una sola

    Quale proporzione di decessi sarà stata causata dai contagi generati dall’apertura delle scuole (incluse le attività annesse ai viaggi da e verso le scuole)? Nessuno lo sa e nessuno studio lo ha stimato in modo preciso – almeno in Italia. Si sono sentiti molti slogan, dichiarazioni alla stampa e uno studio mai pubblicato in letteratura scientifica peer-reviewed che garantiva sulla sicurezza delle scuole.

    Un nuovo articolo che aveva lo scopo di valutare le politiche di contenimento Covid-19 pubblicato su Nature Human Behaviour conferma l’evidenza raccolta precedentemente e pubblicata sulla rivista Lancet rispetto al ruolo chiave delle scuole nella prevenzione e trasmissione del Covid-19. Gli autori di questo studio concludono che gli interventi non farmacologici più efficaci includono:
    a) coprifuoco;
    b) blocchi e restrizioni rispetto a luoghi in cui le persone si riuniscono per un lungo periodo di tempo (es. negozi, ristoranti, raduni di persone, lavoro a domicilio)
    c) chiusura di istituzioni educative.

    Questa evidenza sembra corroborare non solo l’analisi quantitativa pubblicata su Lancet precedentemente, ma numerosi altri studi sull’argomento. Ad esempio, si è scoperto che le chiusure delle scuole negli Stati Uniti hanno ridotto l’incidenza e mortalità Covid-19 di circa il 60%.

    Questo risultato è in linea con uno studio di ricerca dei contatti della Corea del Sud, che ha identificato gli adolescenti di età compresa tra 10 e 19 anni come più propensi a diffondere il virus rispetto agli adulti e ai bambini in ambito domestico.

    C’è poi evidenza dall’Inghilterra: l’analisi mostra che le scuole sono state i luoghi più pericolosi in termini di nuove malattie respiratorie acute assieme alle case di riposo.

    Secondo un altro contributo su Lancet, le conclusioni sono chiare e puntano ancora una volta su un efficace sistema di testing and tracing: “senza… test e tracciamento dei contatti, la riapertura delle scuole insieme al graduale allentamento delle misure di blocco possono indurre una seconda ondata.

    Per prevenire una seconda ondata Covid-19… la riapertura delle scuole… deve essere accompagnata da test su larga scala, a livello di popolazione, di individui sintomatici e tracciamento efficace dei loro contatti, seguito dall’isolamento degli individui diagnosticati”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/12/07/lancet-smentisce-la-tesi-della-scuola-sicura-per-prevenire-i-contagi-la-strada-e-una-sola/6026369/

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    1. Prima di tutto speriamo di riaprire le Scuole quando il livello della circolazione del virus si sarà considerevolmente ridotto rispetto ad oggi (dipende da come ci comportiamo durante le prossime Feste).

      Il problema della Scuola riguarda milioni di persone che spesso si spostano con mezzi pubblici e che dopo la Scuola frequentano locali pubblici. Districarsi tra i diversi effetti non è semplice. Ci dovrebbe essere un sistema di tracciamento efficace per monitorare la situazione e prevenire l'insorgenza di focolai (poco importa se generati tra i banchi di Scuola, sugli autobus o nei bar).

      In fondo l'Irlanda ha fatto il suo efficace lockdown senza mai chiudere le Scuole. La realtà irlandese è molto diversa da quella italiana, ma ce la possiamo fare anche noi. Purché non aspettiamo l'ultimo minuto prima della riapertura delle Scuole per affrontare i problemi (esattamente come abbiamo fatto a Settembre).

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  2. Coronavirus, il Trentino prepara le riaperture delle scuole
    con altri 17 mezzi per l'extraurbano e 12 autisti in più per l'urbano
    Di Luca Andreazza - 11 dicembre 2020

    TRENTO. Sono stati trovati altri 17 bus e c'è un impiego più capillare delle forze dell'ordine per presidiare le fermate negli orari di punta. Questo quanto emerge dal vertice in commissariato per pianificare la mobilità per la riapertura delle scuole superiori dopo l'Epifania. Un incontro tra commissario del governo, Sandro Lombardi, Trentino Trasporti, Trenitalia, Rfi, la polizia locale del Comune di Trento, il vice questore, i carabinieri e il Dipartimento istruzione.

    1. "Abbiamo proposto un'analisi dei dati e abbiamo ipotizzato le modalità organizzative del servizio urbano - commenta Roberto Andreatta, dirigente generale del Dipartimento mobilità della Pat - extraurbano e ferroviario. La prossima settimana è prevista un'ulteriore riunione ristretta alle forze dell'ordine per quanto riguarda le fermate importanti".

    2. Le prime indicazioni sono quelle di un presidio ancora più serrato da parte delle forze dell'ordine per evitare gli assembramenti prima di prendere un mezzo pubblico.

    3. Sono stati trovati altri mezzi per potenziare le linee. "Sono stati aggiunti altri 17 bus per la parte extraurbana - aggiunge Andreatta - mentre per l'urbano entrano in turno i 12 autisti che erano stati risparmiati grazie alla sospensione del servizio notturno, serale e festivo".

    In vista della riapertura delle scuole superiori prevista dal Dpcm per il 7 gennaio 2021 sui territori ci si pone la questione del rafforzamento del trasporto pubblico. Quello del trasporto pubblico è, infatti, un nodo critico nella gestione dell'emergenza coronavirus. La Provincia di Trento ha trascorso settimane a ripetere che è stato fatto il massimo, ma alla fine si è deciso di potenziare il servizio: via libera all'utilizzo di altri mezzi e alla capacità di carico ulteriormente ridotta.

    Si è ritornati a dire che si è raggiunto il tetto di bus a disposizione: "Sostanzialmente abbiamo preso tutti i bus a disposizione” aveva spiegato il governatore leghista, a cui un vettore privato aveva replicato, negando che la situazione in Trentino fosse questa. “Non tutti i vettori lavorano e ci sono ancora mezzi che possono essere utilizzati – aveva dichiarato al giornale il_Dolomiti –, non tutte le imprese sono state coinvolte, mentre alcuni si sono trovati costretti a rinunciare agli incarichi perché i servizi sono pagati troppo poco”.

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  3. Coronavirus, Veneto e Alto Adige aumentano i mezzi pubblici. In queste ore la Provincia di Bolzano e la Regione Veneto hanno già annunciato i piani straordinari per aumentare i collegamenti e migliorare la mobilità

    di Davide Leveghi - 10 Dicembre 2020

    In Alto Adige un maggior numero di corse su gomma e rotaia entreranno in vigore già dal 13 dicembre: la Provincia di Bolzano ha già annunciato un ampliamento dei collegamenti a partire dal 13 dicembre, aggiungendo ulteriori corse in orario serale, mattiniero e nei fine settimana, sia su gomma che su rotaia.

    “Abbiamo ampliato l'offerta del servizio di trasporto pubblico – ha sottolineato l'assessore alla Mobilità Daniel Alfreider – da un lato per integrare nell'orario le novità previste dalle norme anti-Covid e dall'altro per migliorare i collegamenti con le zone periferiche.

    Il nostro obiettivo, così come accaduto negli anni scorsi, resta quello di adeguare gli orari per rendere sempre più agevole muoversi con i mezzi pubblici per coloro che vivono nei paesi e nella vallate anche al di fuori degli orari di punta”.

    La Regione Veneto punta invece a organizzare un rientro a scuola che possa contare su un numero ben consistente di mezzi, così da evitare i rischi di assembramenti e permettere un utilizzo più in sicurezza dei veicoli con cui le persone si recano al lavoro, a scuola o a sbrigare le proprie necessità.

    Proprio in vista del nuovo anno il presidente della Regione Luca Zaia ha annunciato di aver consegnato ai prefetti i piani per il trasporto scolastico in vista del rientro in classe.

    “Abbiamo programmato per tempo le azioni da attuare, per garantire sicurezza ai nostri studenti”, ha detto. Visto il rientro previsto di almeno il 75% dei ragazzi e il raggiungimento di una capienza non superiore al 50%, Zaia ha comunicato la messa a disposizione di “almeno altri 802 bus, dei quali 771 messi a disposizione dai privati, che però potranno trasportare solo 25 persone alla volta”.

    “Abbiamo indicato in 227 il numero delle nuove assunzioni di personale 'anti-assembramenti' nelle aree più critiche, come ad esempio le stazioni e le fermate – ha aggiunto il governatore leghista – abbiamo quantificato in oltre 31 milioni di euro la spesa complessiva derivante dal potenziamento dei servizi del Veneto, della quale dovrà farsi carico lo Stato, non disponendo le Regioni delle necessarie risorse, per coprire 5 mesi, il periodo residuo dell'anno scolastico da gennaio a maggio 2021”.

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