giovedì 17 dicembre 2020

Qualcosa sta cambiando nei dati del Trentino?

Sono passate due settimane da quando il Trentino è stato costretto a comunicare tutti i dati dei contagi. Ho provato a raccogliere in un grafico i dati fin qui disponibili. Oltre ai positivi antigenici ed a quelli molecolari, ho tenuto conto dei tamponi molecolari positivi fatti a persone che nei giorni precedenti erano state individuate come positive al tampone rapido antigenico. Insomma quei tamponi molecolari di conferma che il Trentino per più di un mese si era "scordato" di fare. Ecco il quadro complessivo di queste due ultime settimane:

Sorgente dati: Provincia Autonoma di Trento. La linea verde rappresenta i valori dei contagi giornalieri che sono stati comunicati alla Protezione Civile Nazionale (positivi molecolari). La linea rossa rappresenta i nuovi positivi (molecolari + antigenici - molecolari di conferma). La linea blu continua mostra il livello dei contagi (tutti i contagi) settimanali (dato normalizzato per 100.000 abitanti). La linea blu tratteggiata mostra il livello settimanale dei soli contagi verificati con il tampone molecolare
 

Notiamo che nel corso degli ultimi giorni c'è stato un probabile cambiamento nelle procedure adottate dalla Provincia Autonoma di Trento. In alcune giornate la linea verde (che corrisponde ai dati comunicati giornalmente dalla Protezione Civile Nazionale) ha raggiunto la linea rossa (dato dei contagi veri) e talvolta l'ha superata (a causa del "recupero" di contagi dei giorni precedenti). In pratica, il Trentino si è messo a fare un consistente numero di tamponi molecolari per confermare i positivi antigenici, cercando tardivamente di riallinearsi alle norme nazionali che aveva palesemente disatteso durante tutto lo scorso mese di novembre (e dando così di nuovo il giusto valore ai tamponi molecolari, gold standard per avere risultati sicuri).

Le polemiche e gli interventi dei mezzi di informazione forse sono serviti a qualcosa, anche se ancora non ci è stato detto quanti siano stati i veri contagi registrati a novembre in Trentino.

Per quanto riguarda l'informazione essenziale ovvero l'effettiva circolazione del virus, osserviamo che durante questa settimana c'è stato un leggero calo rispetto alla settimana precedente. Il numero dei contagi settimanali normalizzato rispetto ad un campione di 100.000 persone è sceso da 508 a 460 casi. Parliamo ovviamente dei numeri veri (tutti i nuovi contagi) e non di quelli "parziali" che probabilmente troveremo domani nel rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità che assegnerà il livello di gravità epidemica.

In figura è mostrato anche l'andamento del numero settimanale (sempre riferito a 100.000 abitanti) dei contagi verificati solo con il tampone molecolare (linea blu tratteggiata). Notate il paradosso: mentre i contagi reali (molecolari + antigenici) stanno sia pure lentamente scendendo, il dato riferito ai soli tamponi molecolari positivi mostra una crescita (passando da 247 a 322). Durante l'ultima settimana si è ridotto il gap esistente tra il valore dei soli molecolari (quello comunicato dalla Protezione Civile Nazionale) ed il valore dei contagi reali. In pratica, durante la prima settimana di dicembre i contagi verificati con il tampone molecolare erano circa la metà dei quelli reali. Nel corso dell'ultima settimana il rapporto tra molecolari e reali è salito al 70%.



9 commenti:

  1. Il caso dei dati del Trentino arriva in Parlamento. Interrogazione di Forza Italia al ministro Speranza: "Verifichi cosa sta succedendo"

    Il parlamentare veneto Pierantonio Zanettin ha depositato un'interpellanza al ministro della salute: "Sembra che il Trentino abbia sfruttato un cavillo giuridico, che avrebbe consentito di non comunicare i contagiati individuati con tampone rapido. Così si spiegherebbero le vistose, ed apparentemente incomprensibili, differenze di contagio, con il Veneto"

    "Sembra - prosegue l'onorevole di Forza Italia - che il Trentino abbia sfruttato un cavillo giuridico, che avrebbe consentito di non comunicare all’Istituto Superiore di Sanità i contagiati individuati con tampone rapido, che sarebbero stati messi in isolamento fiduciario e sottoposti a tampone molecolare solo a distanza di dieci giorni, quando molti di loro erano già guariti. Così si spiegherebbero le vistose, ed apparentemente incomprensibili, differenze di contagio, tra le due regioni limitrofe.

    Il Veneto al contrario ha scelto di agire fin da subito con la massima trasparenza, comunicando all’ Istituto Superiore di Sanità anche gli esiti dei tamponi rapidi. Non a caso il Presidente della Regione Veneto Zaia in diverse occasioni ha lamentato criteri non omogenei sul territorio nazionale per il calcolo del contagio da Covid".

    "Si chiede se il Ministro della Salute intenda sottoporre a verifica i dati sulle infezioni Covid del Trentino. Se il governo intenda sottoporre a revisione le norme che consentono a regioni e province autonome di elaborare in modo diverso tra loro i dati sul contagio Covid".

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  2. Trovo semplicemente vergognoso che non ci venga fornito il dato ad oggi degli "attualmente positivi al solo test antigenico". Capisco i casi di ottobre/novembre che in qualche modo sono stati già chiusi e che richiedono forse qualche rielaborazione più complessa ma gli "attualmente positivi al solo test antigenico" ... almeno quelli...esigiamo come cittadini che saltino fuori subito. Siamo stanchi di essere presi in giro.

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  3. Lunedì scorso un mio anziano vicino ha telefonato al suo medico di famiglia per una simil influenza. Pochi giorni prima, due suoi nipotini, che frequentano la scuola elementare e che sono quasi ogni giorno da lui fino a sera, erano stati accertati positivi al Sars-Cov-2 con tampone (non so di che tipo). L'unica raccomandazione/cura ordinatagli dal medico è stata di restare in casa per 10 giorni. Nessun tampone previsto, né ora né fra 10 giorni. Per fortuna, ad oggi, il mio vicino ha ancora pochi sintomi e fino a ieri non era stato richiamato dal suo medico. Di casi come questo sento che ce ne sono molti. Ai medici di base quali istruzioni vengono date, su come gestire possibili infetti Covid? Non dovrebbero richiedere il tampone, PCR o antigenico, per tutte le persone sicuramente venute a contatto con infetti Covid? I medici di base non hanno niente da dire sul fatto che in Trentino gli infetti Covid finiscano in terapia intensiva QUATTRO volte più della media nazionale? Non è un bel biglietto da visita per chi potrebbe alleggerire la Sanità con interventi tempestivi nelle prime fasi di sviluppo della malattia. E se quel quadruplo dipendesse in parte da istruzioni ricevute di NASCONDERE, di fatto, propri pazienti verosimili infetti Covid, perché non contrastano questo indirizzo che, numeri alla mano, li danneggia professionalmente?

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    1. I ricoveri in terapia intensiva in Trentino attualmente sono circa il DOPPIO della media nazionale.

      Quanto al comportamento dei medici di base, non credo che si possa generalizzare. Ci sono medici più scrupolosi, ed altri meno. Non credo (almeno spero) che ci siano direttive ufficiali dell'Azienda Sanitaria per minimizzare i possibili episodi di contagio.

      Anche un mio famigliare era stato invitato a tornare al lavoro senza fare il tampone dopo avere avuto la febbre. Ha fatto il tampone privatamente ed era positivo, Nel frattempo - probabilmente - ha contagiato altre tre persone.

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    2. DOPPIO o QUADRUPLO? Gli infetti Covid nel Trentino vanno in terapia intensiva QUATTRO volte più della media nazionale, dai dati ufficiali.
      Nelle ultime 4 settimane, dal 17 dicembre indietro, i fattori medi settimanali sono stati 4,1 _ 4,3 _ 4,0 _ 3,4, quindi circa QUATTRO.
      Quindi, nel Trentino, o la medicina di base soprattutto (in media, naturalmente!) e poi anche quella ospedaliera sono pessime, oppure c’è una fortissima sottostima degli attualmente infetti, che dovrebbero essere circa 11000, anziché circa 2400.
      Io credo più alla seconda causa e perciò mi aspetto che il Sistema Sanitario dica qualcosa, per difendere la propria reputazione con dei numeri che parlino chiaro e non solo a parole.
      Invece, il DOPPIO, si riferisce all’incidenza delle terapie intensive su tutta la popolazione, anche non infetta e questo dipende soprattutto dalla diffusione del virus, in Trentino ed in Italia e perciò dalle politiche di contenimento adottate, che fanno capo essenzialmente alla politica e non alla Sanità. Penso che si sia chiarito l’equivoco.
      Buon lavoro.

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  4. L'Alto Adige - con il suo screening di massa - fa ulteriori proseliti, credo nella seguente logica forzata: "facciamo il test a tutti, così controlliamo la situazione, così poi passiamo ad un colore meno restrittivo".

    Lo screening di massa, già adottato in alcune regioni italiane, è da intendersi come azione di prevenzione basata sulla ricerca dei positivi asintomatici al fine di ridurre la circolazione del virus.

    Abruzzo (1,3 milioni di abitanti):

    Nei giorni 3, 4, 5 e 6 dicembre la popolazione del comune dell'Aquila è stata interessata dal progetto “screening di massa”, promosso dalla Regione Abruzzo: attraverso test RAPIDI gratuiti si potrà conoscere in poco tempo se si è positivi o meno al coronavirus covid-19.

    Mentre giovedì 17 dicembre è partito con una buona affluenza lo screening di massa a Teramo dove, nelle 22 postazioni allestite dal Comune, già dalle prime ore del mattino i cittadini si sono messi in fila per effettuare il tampone. "Ci sono state un po' di difficoltà fisiologiche per l'avvio - ha detto il sindaco Gianguido D'Alberto - è un'attività imponente”.

    Dopo l’Aquila e Teramo, anche Pescara e Chieti avranno il loro screening di massa sul Covid con i tamponi rapidi antigenici.

    Marche (1 milione 525 mila persone):

    Ancona, 18 dicembre – Le file che scorrono velocemente, nessun ritardo e una organizzazione militaresca per la precisione degli arrivi fino all'effettuazione dell'esame. E’ partito senza intoppi lo screening di massa sulla popolazione delle Marche con TEST RAPIDI ANTIGENICI gratuiti, iniziato questa mattina ad Ancona, Pesaro, Urbino, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno.

    Ad Ancona, alle 11 di oggi erano stati effettuati più di 500 tamponi rapidi antigenici. "Al momento nessun positivo", dice all'ANSA l'assessore alla Protezione Civile per supervisionare lo screening. Partita dai capoluoghi, la campagna si estenderà agli altri Comuni e dovrebbe concludersi a gennaio 2021. L'obiettivo è coinvolgere circa il 70% della popolazione (circa 1 milione 100 mila persone).

    Basilicata (564 mila abitanti):

    Nel giorno del nuovo record di casi positivi al coronavirus (a fronte comunque di un numero mai effettuato prima di tamponi) e con il rischio "zona rossa" all'orizzonte, la Basilicata (arancione dallo scorso 11 novembre) ha chiesto uno screening di massa sul coronavirus. Così come aveva annunciato ieri nel corso della riunione del Consiglio regionale, il governatore, Vito Bardi (centrodestra), ha ufficialmente inviato l'istanza al commissario straordinario per l'emergenza, Domenico Arcuri.
    In particolare lo screening di massa coinvolgerebbe in una fase iniziale solo i cittadini di Potenza (67 mila abitanti) e Matera (60 mila abitanti).

    Austria (8.9 milioni di abitanti).

    L'Austria ha annunciato la chiusura totale 24 ore su 24 dal 27 dicembre 2020 fino al 18 gennaio 2021, dopo aver registrato solo nella settimana tra il 30 novembre e il 6 dicembre 2.536 morti. Presto avvierà uno screening di massa modello Alto Adige.

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  5. La mia idea sull'effettiva utilità degli screening di massa fatta con i tamponi rapidi l'ho già illustrata in un post precedente nel quale discuto i risultati dello screening fatto in Alto-Adige. Ribadisco che cercare i positivi con gli antigenici quando la circolazione del virus è inferiore all'1% non ha molto senso. Serve solo ad arricchire i produttori dei tamponi rapidi.

    L'unica rilevanza di queste operazioni - secondo il mio parere - è quella di rendere consapevoli le persone sulla gravità della situazione pandemica.

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  6. Tutto cominciò giovedì 5 novembre 2020...
    (dal giornale L'Adige)

    Covid, per la positività "ufficiale" ora basta il tampone rapido. L'Apss: così si ferma il contagio

    Non sarà più necessario confermare con un test molecolare un caso di positività rilevato con il tampone antigenico rapido.

    I numeri sono tali che l'Azienda sanitaria, attraverso il
    dottor Antonio Ferro, ha annunciato ieri che il test molecolare sarà effettuato dopo 10 giorni per verificare la guarigione.

    «I tamponi rapidi positivi sono veri e propri tamponi positivi e come tali vanno trattati. Le persone vanno isolate e il nucleo familiare messo in quarantena subito», ha spiegato Ferro.

    «I tamponi molecolari li facciamo poi in decima giornata per essere sicuri che la persona non abbia più il virus.

    Non corriamo più dietro alle conferme molecolari perché abbiamo visto che c'è concordanza tra il tampone rapido e tampone molecolare nel 95-98% dei casi».

    Ferro ha sottolineato di voler usare i tamponi molecolari per il personale delle Rsa (controllate 1 volta in settimana) in quanto ritiene che in quelle strutture, intercettare subito il virus, aiuti a impedirne la diffusione.

    «Il nostro obiettivo è arrivare a fare presto 1.500 test rapidi al giorno in quanto i casi sintomatici sono in netto aumento. Lunedì scorso abbiamo avuto più di 1200 segnalazioni da parte dei medici di famiglia e per noi è importante identificare subito i soggetti positivi», ha ribadito il direttore del dipartimento di prevenzione.

    Rimane il nodo dei conteggi, del fatto che questi positivi rilevati con i tamponi rapidi, se poi si negativizzano al momento del tampone molecolare, finiscono per non essere mai conteggiati nelle statistiche dei positivi.

    E' stato lo stesso Ministero ad aver dato indicazioni di calcolare solo i tamponi molecolari. E non si tratta di numeri piccoli: si parla di almeno 200 positivi ogni giorno.

    «In questa fase ciò che è importante è bloccare i positivi e fissare al decimo giorno il tampone molecolare per "liberare" chi è guarito.

    Se il soggetto dovesse essere ancora positivo al tampone molecolare, verrà fatto un altro tampone molecolare dopo 5 giorni fino a 21 giorni».

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    1. Ci sono due aspetti che - secondo me - vanno trattati separatamente.

      Il primo riguarda i dati comunicati a Roma. Bastava usare il 10% dei tamponi molecolari fatti ogni giorno per confermare i positivi antigenici. Non lo si è fatto fino a che è esplosa la polemica. Con questa tecnica elusiva il Trentino è rimasto artificiosamente in zona gialla, evitando di introdurre i provvedimenti che avrebbero contribuito a limitare la circolazione del virus.

      Il secondo aspetto - ancora più grave dal mio punto di vista - è stato quello di aver secretato i dati sui positivi antigenci, non comunicandoli neppure ai cittadini trentini (avevano incominciato a farlo, poi hanno smesso dopo pochi giorni). In questo modo i trentini hanno percepito una realtà nettamente migliore rispetto al vero. Inutile lamentarsi se poi i cittadini si accalcano nei luoghi pubblici o non rispettano le norme di sicurezza. Se non gli diciamo la verità, non possiamo poi cercare di dare a loro la colpa della diffusione del virus.

      In estrema sintesi, un mix di furbizia, mezze verità ed elusione delle norme. L'elenco delle persone precocemente decedute ed i numeri dei nostri ospedali ci dimostrano quali siano stati i risultati di queste scelte sciagurate.

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