sabato 5 dicembre 2020

Cosa succede quando R rimane troppo vicino ad 1: il caso della Germania

Durante questo tragico 2020, la Germania è stata spesso portata ad esempio per la capacità dimostrata sul fronte sanitario ed organizzativo. Il sistema sanitario tedesco è ben dimensionato e, quando è stato necessario, è stato in grado di assistere anche numerosi cittadini provenienti da altri Paesi europei (inclusa l'Italia durante la fase più critica della prima ondata).

In questo blog ho sovente fatto riferimento all'eccellente lavoro di raccolta ed analisi dei dati fatto dal Robert Koch Insitut, un punto di riferimento di assoluto valore mondiale nel campo della epidemiologia. Proprio questa elevata capacità di controllare l'evoluzione della situazione e di gestire le possibili criticità generate a livello sanitario hanno consentito alla Germania di "convivere con il virus" meglio di altri. 

Per capire meglio quali sono state le decisioni assunte dalla Germania e la strategia adottata per ridurre al minimo i danni economici prodotti dalla pandemia conviene partire dall'analisi dell'indice di contagio R misurato a livello nazionale. Il dato è quello rilasciato lo scorso 3 dicembre e si riferisce all'analisi dei contagi che si sono manifestati nel periodo 23-29 novembre:

Tratto da FKI
 
Notiamo che l'indice R è stato superiore ad 1 durante tutto il mese di ottobre, ma all'inizio di novembre è tornato al valore unitario, stabilizzandosi vicino a tale valore fino ad oggi. Nel grafico sono mostrate due stime di R: una mediata a 4 giorni (linea di colore verde) ed una mediata a 7 giorni (linea di colore rosso). La media a 4 giorni risente delle fluttuazioni con periodo settimanale legate al rallentamento festivo nel sistema di raccolta dei dati. 

Le barre azzurre che appaiono nel grafico rappresentano i nuovi contagi in funzione della data di comparsa dei sintomi. I dati degli ultimi giorni sono stimati con la tecnica del nowcasting (quella che ISS in Italia sembra del tutto ignorare) e sono perciò affetti da un errore statistico più elevato. Il fatto che R sia rimasto sostanzialmente uguale ad 1 durante l'ultimo mese si riflette sul fatto che il numero di nuovi contagi è rimasto stabile (pur con qualche oscillazione) intorno ad un livello medio compreso tra 15.000 e 20.000 nuovi contagi giornalieri. Se volessimo fare un confronto con l'Italia, dobbiamo ricordare che la popolazione tedesca è circa il 38% in più rispetto a quella italiana. Durante lo stesso periodo l'Italia ha sfiorato i 40.000 nuovi contagi giornalieri e solo recentemente è tornata verso quota 20.000. Come vedete il dato tedesco dei contagi è inferiore rispetto a quello italiano (specialmente se lo normalizziamo rispetto al numero di abitanti), ma non è abissalmente lontano.
 
La vera differenza tra Italia e Germania è costituita dalla diversa capacità assistenziale offerta dai rispettivi sistemi sanitari. Durante lo scorso mese di novembre molte Regioni/PPAA italiane hanno dovuto precipitosamente chiudere reparti ospedalieri dedicati ad altre patologie (anche gravi) per concentrare le limitate risorse disponibili sulla cura dei malati di Covid-19. Tutti ricordiamo gli appelli del tipo: "non fate incidenti perchè ormai ci sono pochissimi posti disponibili in terapia intensiva" oppure "non venite al Pronto Soccorso se non siete in pericolo di vita". Per non parlare delle file di auto in coda davanti alle entrate di alcuni nosocomi napoletani, con tanto di bombola dell'ossigeno per i passeggeri in gravi condizioni che attendevano di essere visitati. Tutte frasi e scene che i cittadini tedeschi non hanno dovuto sentire o vedere.
 
Anche grazie alla capacità di monitorare la situazione in tempo quasi reale, la Germania  ha potuto fare la scelta politica di introdurre solo le norme di limitazione della circolazione del virus strettamente necessarie per evitare una eccessiva risalita dei contagi. Una scelta che è stata oggetto di forti discussioni sul piano politico perché la Cancelliera Merkel avrebbe voluto adottare misure più stringenti, ma comunque una scelta che è stata gestita sulla base di dati certi ed affidabili, secondo la migliore tradizione tedesca. 
 
Una scelta che ha salvaguardato la dimensione economica, ma ha avuto comunque un prezzo in termini di decessi. A questo proposito vi mostro, qui di seguito, l'andamento dei decessi Covid registrati in Italia e Germania durante tutto il corso della pandemia:

Andamento dei decessi Covid in Italia (sopra) e Germania (sotto)

Notiamo che i decessi Covid in Germania sono stati nettamente inferiori rispetto all'Italia sia durante la prima che durante la seconda ondata (almeno fino ad oggi). I valori riportati nei grafici sono quelli assoluti e non sono normalizzati rispetto alla popolazione. In pratica gli attuali 500 decessi in Germania corrispondono a circa 360 decessi in Italia. I nostri valori attuali sono circa tripli. Notiamo tuttavia che - se rimaniamo in Germania - i decessi della seconda ondata sono molto cresciuti rispetto a quelli fatti registrare durante la prima ondata. La scelta di salvaguardare l'economia e di mantenere R intorno ad 1 per tutto il mese di Novembre sta costando alla Germania un ingente numero di morti premature. Non così elevato come in Italia, ma comunque significativo.

In conclusione, "convivere con il virus" è possibile se si possiede un sistema sanitario adeguato e se c'è la capacità (e la serietà aggiungo io) di acquisire ed analizzare i dati della pandemia con tempismo e precisione. Se tali condizioni sono soddisfatte è possibile gestire la situazione modulando gli interventi secondo scelte di natura politica che cerchino il difficile punto di equilibrio tra le esigenze di natura socio-economica e la tutela della vita umana. 

Qualsiasi scelta di natura politica è criticabile, ma se ci illudessimo di "convivere con il virus" lasciando spazio alle furbate, all'italica cialtroneria e alle pressioni delle corporazioni non ne verrebbe fuori nulla di buono.


7 commenti:

  1. Se fosse vero che i tedeschi mantengano volutamente costante il numero settimanale di nuovi infetti, sarebbe un cinico atteggiamento del sistema previdenziale che sfrutterebbe questa insperata particolarità della malattia Covid-19 di essere selettiva quasi solo contro gli anziani e l'economia sarebbe sufficientemente salva. Io penso, invece, che il migliore aiuto all'economia sia di isolare il virus, decisamente, presto e bene. Altri Paesi l'hanno fatto, dimostrando il rispetto per tutte le classi di età che noi non abbiamo. Questo virus ci ha stufato.

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    1. Sarà anche cinico - ammesso che il numero stabile di contagi sia il frutto di una scelta deliberata - ma è sempre meglio di quello che sta accadendo in Italia.

      Gli italiani più giovani forse si consoleranno osservando che, grazie alla Covid-19, l'INPS riuscirà a coprire i buchi finanziari prodotti da "quota 100", ma personalmente - essendo ultra 70-enne - non riesco a rallegrarmi per questo effetto secondario della pandemia.

      Concordo pienamente sul fatto che l'economia si salva solo se la pandemia viene eradicata. Altrimenti, ancora per troppo tempo, saremo a rischio di nuove ondate con i conseguenti gravi problemi per la sanità pubblica. Nessuno può illudersi che gli affari possano prosperare quando gli ospedali sono saturi.

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    2. Concordo con Lei che in Italia si stiano facendo pasticci, anche con i numeri. Dal 3/12 il numero del "totale persone testate" è ancor più inaffidabile, a cominciare da quello della Campania, erroneamente aumentato, in quella data, di 10 milioni!!! E nessuno si è preso la briga di correggerlo, mi sembra, né di dire che qualche Regione ci mette anche i testati con antigenico, mentre il numero di tamponi rapidi non compare sulla tabella giornaliera MIS-ISS.

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  2. Purtroppo temo che le stime del governo tedesco fossero di scendere sotto 1. La popolazione si sta dimostrando particolarmente impermeabile alle richieste di assunzione di responsabilità e il risultato è questo plateau. Vediamo che contromisure prenderà il governo Merkel. Fino a Natale hanno ridotto il numero di persone che si possono vedere assieme, vedremo se basta...

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  3. La Baviera decreta stato di catastrofe, lockdown più duro

    La Baviera, che finora ha registrato il più alto numero di vittime in Germania, ha decretato lo stato di catastrofe, per coordinare meglio le misure contro il coronavirus, e ha annunciato che imporrà un lockdown più severo da mercoledì fino al 5 gennaio.

    Le persone potranno lasciare le loro case solo con una buona ragione, per esempio di andare al lavoro o a scuola, ha spiegato il premier Markus Soder; ci sarà un "alleggerimento" delle norme per il Natale, ma nessuno per le celebrazioni di Capodanno.

    Nei distretti dove c'è un'incidenza settimanale di oltre 200 nuovi contagi per 100 mila abitanti ci sarà il coprifuoco tra le 21 e le 05 ora locale.

    Rimane la regola che possono esserci incontri solo tra persone che appartengono a un massimo di due famiglie (intesa come famiglia le persone che vivono sotto lo stesso tetto); tale regola verrà sospesa, come previsto, tra il 23 e il 26 dicembre per la celebrazione del Natale, ma non per il nuovo anno.

    Martedì il "parlamentino" regionale dovrà approvare le nuove regole, ma è prevista una netta maggioranza.

    La Germania, che è riuscita a tenere sotto controllo l'epidemia a marzo e aprile, ora sta affrontando una seconda ondata più mortale e ha imposto un 'lockdown soft' dall'inizio di novembre, chiudendo ristoranti e bar e limitando le riunioni pubbliche.

    I contagi quotidiani non aumentano più così bruscamente come prima, ma i numeri sono rimasti stabili a un livello elevato e mercoledì la Germania ha riportato il più alto numero di morti.

    Domenica, il numero di casi confermati è aumentato da 17.767 unità, arrivando a 1.171.323, secondo i dati dell'Istituto Robert Koch per le malattie infettive; mentre il bilancio delle vittime è aumentato di 255 unità a 18.772.

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    1. E pensare che in Trentino siamo a 300 (ufficiali), ma in realtà 600 contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti ...

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  4. Questi sono i dati ECDC ( contagi 14 gg per 100.000 abitanti)
    disponibili a livello regionale con riferimento alla
    settimana N. 48 (dal 23 novembre al 29 novembre 2020).
    Direi che anche in Austria non andiamo proprio benissimo,
    poi bisogna vedere se i dati ufficiali di Austria e Germania
    riportati da ECDC includono i risultati dei test rapidi o meno.
    Sarei propenso a pensare di no.

    rate_14_day_
    per_100k country region_name
    374,4 Germany Bayern
    1.043,5 Austria Tirol
    1.094,9 Austria Salzburg
    1.116,6 Italy Provincia Aut. di Bolzano
    551,5 Italy Provincia Aut. di Trento


    Fonte dati:
    https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/weekly-subnational-14-day-notification-rate-

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