giovedì 10 dicembre 2020

La pandemia in Europa: in discesa con qualche Paese ritardatario

ECDC ci aggiorna ogni giovedì sullo stato della pandemia in Europa. Il quadro complessivo è abbastanza confortante, nel senso che il picco della seconda ondata pandemica è ormai passato. Ci sono tuttavia alcuni Paesi "ritardatari" nei quali il livello dei nuovi contagi è ancora molto alto. La mappa che riporta il livello dei contagi registrato nel corso delle ultime due settimane è mostrata qui di seguito:

Tratto da ECDC

Attualmente i livelli più preoccupanti dei contagi si registrano in Lussemburgo (1202), Croazia (1172), Lituania (1153), Slovenia (998), Ungheria (747) e Svezia (716). I valori tra parentesi indicano il numero di contagi registrato durante le ultime due settimane per ogni 100.000 abitanti. L'Italia (479) si trova ancora in una situazione di elevata circolazione del virus, ma non fa più parte delle zone più critiche. I valori minori di diffusione del contagio sono stati registrati in Islanda (57), Irlanda (76), Norvegia (102) e Finlandia (110).

Sul fronte dei decessi i dati peggiori sono stati registrati in Slovenia (28), Bulgaria (27), Ungheria (23) e Croazia (22). Il dato è sempre riferito ai decessi intervenuti nell'arco di due settimane per ogni 100.000 abitanti. L'Italia (16) registra un livello di decessi piuttosto alto, mentre Irlanda (1,4), Finlandia (0,8), Norvegia (0,8) e Islanda (0,6) si confermano come i Paesi meno colpiti da questa seconda ondata pandemica.

Interessante il caso della Svezia, noto esempio di gestione "particolare" della pandemia che in questo momento si trova in difficoltà sul fronte dei ricoveri ospedalieri. In particolare, nella zona intorno a Stoccolma ci sono attualmente seri problemi di disponibilità per i ricoveri in terapia intensiva. Il dato sui decessi registrati in Svezia (4) è ancora piuttosto basso. Non si capisce se tale valore sia dovuto a criteri più restrittivi adottati nella classificazione dei decessi Covid o se la letalità per Covid-19 in Svezia sia particolarmente ridotta.

Complessivamente possiamo comunque affermare che i dati svedesi contrastano fortemente con l'andamento di Paesi vicini come Norvegia e Finlandia, inducendoci a pensare che l'approccio svedese affidato solo al senso di responsabilità dei cittadini forse era basato su presupposti che si sono rivelati fallaci.

Nessun commento:

Posta un commento