lunedì 21 dicembre 2020

Il dato che ha spaventato BoJo

Nel sito di ECDC potete trovare un rapporto che riporta le informazioni fin qui disponibili relative al nuovo ceppo virale inglese.

I giornali di oggi sono pieni di articoli sulla nuova "variante Inglese". In Italia sono già stati evidenziati alcuni casi di importazione del virus (basta cercarli perchè ce ne saranno molti considerato il forte interscambio di persone tra Inghilterra ed Italia). Tra le tante dichiarazioni, abbiamo sentito qualcuno prendersela con l'Inghilterra perché avrebbe tardato troppo a dare l'allarme. Non mancano neppure i riferimenti alla "perfida Albione".

Voli chiusi (troppo tardi) e accuse di non aver dato l'allarme in tempo. Non vi ricorda quello che si diceva della Cina all'inizio della pandemia?

Vediamo allora di risalire alle fonti. Poi ciascuno si farà l'opinione che meglio crede.

La prima scoperta del nuovo ceppo virale risale alla metà dello scorso mese di settembre. Nulla di straordinario perché i virus mutano in continuazione. La caratteristica specifica di questo nuovo ceppo virale è comunque tale da generare un certo allarme tra gli specialisti del settore. In particolare mi riferisco al numero di mutazioni osservate nell'arco di un mese: molte di più di quelle a cui il SARS-CoV-2 ci aveva abituati. L'altro elemento di allarme è legato al fatto che il nuovo ceppo virale presenta una modifica della ormai nota proteina spike, quella che si trova sulla superficie del virus e che governa la sua interazione con le cellule degli esseri viventi che vengono infettati.

Un'immagine pittorica del virus SARS-CoV-2  e delle sue proteine. Tratto da: Maya Peters Kostman, Innovative Genomics Institute.

Non è per fortuna la proteina N quella che viene generalmente utilizzata per i test antigenici rapidi. Già funzionano così così. Ci mancherebbe anche che cambiasse la proteina di riferimento!

Fin qui la questione rimane argomento per  discussioni tra specialisti. L'allarme scatta quando, da fine novembre in poi, a Londra ed in alcune contee del Sud-Est dell'Inghilterra si osserva una crescita anomala dei nuovi contagi:

Nuovi contagi registrati in Inghilterra. Tratto da https://coronavirus.data.gov.uk/details/cases

Nel grafico, i dati sono riportati in base alla data del primo test positivo di ciascun paziente (indipendentemente dal tipo di test fatto). I dati degli ultimi 5 giorni sono ancora parziali a causa dei ritardi legati al sistema di raccolta e di validazione dei dati. La freccia rossa segna l'inizio dell'incremento anomalo dei contagi registrato all'inizio di dicembre.

L'aumento dei contagi ha portato a una seria indagine epidemiologica e virologica che ha potuto disporre dei dati forniti dall'eccellente rete di laboratori dedicati al sequenziamento dei genomi virali esistente in Gran Bretagna. L'analisi ha identificato una grande proporzione dei casi (> 50%) appartenente a un nuovo singolo cluster filogenetico. Questa variante è indicata nel Regno Unito come SARS-CoV-2 VUI 202012/01 (Variant Under Investigation, anno 2020, mese 12, variante 01).

Incidenza del nuovo ceppo di SARS-CoV-2 denominato VUI 202012/01 (linea blu) sui sequenziamenti del virus realizzati in Gran Bretagna (barre verticali verdi) nel corso delle ultime settimane
 

Quello che a fine novembre poteva sembrare solo un plateau nella curva dei nuovi contagi (tocchiamo ferro, ma non vi ricorda un po' quello che sta succedendo attualmente con i dati italiani?) era solo la somma di infezioni provenienti da due ceppi virali distinti. Il vecchio ceppo veniva progressivamente sostituito dal nuovo ceppo "made in UK" molto più contagioso rispetto al ceppo precedente. A dicembre il ceppo inglese è cresciuto molto velocemente, causando il secondo picco di nuovi contagi che vediamo sulla parte destra del grafico mostrato sopra.

Le Autorità sanitarie inglesi avrebbero potuto lanciare l'allarme prima? Probabilmente SÌ, anche se un allarme lanciato a fine novembre sarebbe stato prematuro. Parliamo quindi di una, forse due settimane di possibile ritardo anche se - come di dice - "del senno di poi son piene le fosse".

Che fare adesso? L'idea di impedire che il ceppo inglese dilaghi nell'Europa continentale mi sembra poco credibile. Credo che sia comunque urgente attivare il Sistema italiano per effettuare analisi genetiche approfondite sul virus che attualmente circola in Italia. Credo che il Veneto abbia già fatto analisi di questo tipo nelle scorse settimane, anche per capire se la forte crescita dei contagi registrata a dicembre avesse una qualche motivazione di tipo esogeno. Non mi pare che le analisi fatte fino ad oggi abbiano prodotto l'evidenza della presenza in Veneto di un nuovo ceppo virale, ma non ho informazioni dettagliate in proposito.

Concludo con una notazione di tipo finanziario-sanitario. Questa mattina le Borse europee segnalano forti ribassi che sono chiaramente legati alla notizia del ceppo virale inglese. Un'occasione perfetta per spennare gli investitori che erano rientrati in Borsa a seguito degli aumenti associati all'avvio delle vaccinazioni. Insomma il solito tira e molla in cui il "parco buoi" finisce sempre per rimetterci. 

Dal punto di vista pratico, un ceppo virale più contagioso può produrre un considerevole aumento dei contagi con i conseguenti incrementi di ricoveri ospedalieri. Ma mascherine e distanziamento sociale continueranno a funzionare egregiamente anche con il nuovo virus, soprattutto se ci ricorderemo di rispettare rigorosamente tutte le norme di prevenzione. 

Per quanto riguarda i vaccini, ammesso e non concesso che la loro efficienza per il ceppo inglese sia un po' più bassa rispetto ai valori attesi, non sarà un grosso problema adattarli alla nuova variante virale. I tempi tecnici necessari per sviluppare una nuova versione dei vaccini (solo se fosse necessario, lo ripeto) saranno comunque brevi. Quindi, se avete soldi da buttare, considerate la possibilità di investire in Borsa approfittando dei prezzi in discesa.



3 commenti:

  1. (da fanpage.it)

    Per sapere se si è stati contagiati dalla nuova variante, serve un esame molto più accurato, vale a dire il sequenziamento del genoma del virus, che può essere completo oppure parziale, in virtù anche delle nuove informazioni circa le mutazioni presenti nella variante.

    In particolare, è emerso che, a livello della proteina Spike, che il coronavirus utilizza per legare il recettore cellulare ACE2, la nuova variante mostra 8 diverse mutazioni, tra sostituzioni amminoacidiche e delezioni.

    Mutazioni che potrebbero, tra l’altro, RIDURRE L'EFFICIENZA del test diagnostico, dal momento che l’esame si basa su “sonde” (da 1 a 4 a seconda dell'azienda produttrice dei reagenti) in grado di agganciare specifiche sequenze nucleotidiche: in presenza di varianti virali sostanziali, tali sonde potrebbero quindi non essere efficaci.

    D’altra parte, anche i test antigenici rapidi, ovvero quelli che riconoscono la stessa proteina Spike, potrebbero risultare INEFFICACI: non è ancora stato chiarito se le mutazioni presenti nella nuova variante riescano ad eludere o meno il controllo, con il rischio di risultare negativi quando invece si è positivi alla versione mutata del virus.

    In tal senso, in seguito alla riunione di emergenza del Centro europeo per il controllo delle Malattie (ECDC), l’Agenzia UE ha indicato la necessità per i laboratori europei di ricontrollare e AGGIORNARE i vari metodi diagnostici, dunque le sequenze utilizzate per rilevare la presenza di Sars-Cov-2 attraverso i tamponi molecolari e i test antigenici.

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  2. In un passaggio dell’intervista (dal sito www.repubblica.it) al romanziere inglese Howard Jacobson, premio Booker, si parla anche del contact tracing nel Regno Unito.

    Accordo Brexit, lo scrittore Howard Jacobson: “L’intesa con l’Ue è un sollievo amaro. Ma il destino di Johnson è segnato”

    DOMANDA: Quindi lei non crede che questo accordo e successo politico di Johnson possa far dimenticare il suo primo anno da primo ministro a Downing Street, segnato da errori e critiche?

    RISPOSTA: “Johnson avrà un rimbalzo di popolarità dopo questa intesa con l’Ue, sicuramente. Ma molte persone oramai non lo sopportano più per l’inadeguatezza cronica che ha mostrato in questi mesi, soprattutto riguardo la crisi del Coronavirus:

    è stato terribile, e mia moglie Jenny che ha collaborato al tracciamento degli esposti agli infetti di Covid sa bene quanto questo sistema (e non solo) SIA STATO DISASTROSO.

    Ciò ha fatto ricordare a molti quelle promesse astruse del premier durante la campagna del referendum Brexit del 2016”.

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  3. (da business insider italia)

    Il Covid-19 è già mutato 12mila volte.
    Ma B.1.1.7 (la ‘variante inglese’) è un caso eccezionale.

    Una nuova mutazione. Non la prima, non l’unica, visto che il Covid-19 ne ha al suo attivo oltre 12mila, nonostante, rispetto ad altri coronavirus, sia considerato un mutante lento: si modificano solo due lettere del genoma al mese, un tasso che è circa la metà di quello dell’influenza.

    Isolata in settembre in Inghilterra, ha portato il governo inglese ha dichiarare improvvisamente il lockdown stretto per tutto il periodo di Natale e fino almeno al 30 dicembre. Secondo lo staff scientifico di Boris Johnson, il premier inglese, ha una spiacevole caratteristica: aumenta del 70 per cento la trasmissibilità.

    Creatasi forse nel sud est dell’isola, la variante è già scappata lontano, raggiungendo Olanda, Danimarca e persino l’Australia. E’ presente anche in Italia: per ora è stata isolata in una persona, forse due, appena tornate da Londra.

    Purtroppo questo fenomeno si è verificato proprio nel momento in cui parte la campagna per i vaccini. E molti esperti si sono detti preoccupati. Potrebbero infatti non essere più efficaci perché ci sono cambiamenti anche della proteina spike, il principale obbiettivo del vaccino.

    “Il pericolo che le persone non si fidino più del vaccino c’è. E la diffusione di questa notizia in questo momento può creare incertezze. Anche una variante spagnola, l’estate scorsa, aveva creato preoccupazione, e anche in quel caso si trasmetteva di più, ma non aveva avuto lo stesso risalto. Non è però il caso di preoccuparsi”, precisa Marco Bassetti, infettivologo dell’Ospedale policlinico San Martino di Genova.

    I vaccini dunque non saranno sempre gli stessi. Già ora stanno cambiando e continueranno a farlo finché il virus non sarà costretto a fermarsi. Ma la strategia migliore rimane sempre la stessa: impedire il più possibile al virus di circolare, fino a quando non potrà raggiungere più nessuno.

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