mercoledì 9 dicembre 2020

Trentino, Veneto e Alto-Adige: chi dei tre è messo peggio?

Le cronache nazionali parlano del Veneto come di una sorta di epicentro della seconda ondata pandemica.  Il dato diramato oggi dalla Protezione Civile nazionale è clamoroso: il Veneto riporta circa il 19% dei contagi ufficialmente registrati a livello nazionale. Notiamo, ad esempio, che il Veneto oggi ha avuto circa il doppio dei nuovi contagi della Lombardia, pur avendo circa la metà degli abitanti.

Tutti si domandano cosa stia accadendo in Veneto. Un completo ribaltamento per quella Regione che, durante la prima ondata era riuscita a gestire la crisi meglio delle altre Regioni del Nord, uscendone con meno contagi e meno morti? Fine del "modello Veneto" legata forse alla clamorosa rottura intervenuta tra lo scienziato Crisanti ed il presidente Zaia?

Mentre il presidente Zaia si affanna a emettere nuove ordinanze per ridurre gli assembramenti (ordinanze che male comunque non fanno) con i cittadini veneti che sembrano sordi all'appello di quello stesso leader che recentemente hanno confermato alla guida della Regione con un voto quasi plebiscitario, per cercare di capire meglio cosa stia succedendo ho provato a confrontare i dati di quest'ultima settimana per tre territori vicini: Veneto, Trentino ed Alto Adige.

Come ben sappiamo, quando si va a vedere il dato sui contagi è difficile fare raffronti sensati tra i diversi territori. C'è chi fa sparire dalle statistiche ufficiali una gran parte dei nuovi contagi come fa il Trentino. Nel caso dell'Alto Adige c'è una minore differenza tra i numeri resi noti dalla Protezione Civile Nazionale e quelli completi che includono anche i positivi rilevati solo con il tampone antigenico. Nel caso del Veneto non ho trovato i criteri seguiti per la rilevazione dei contagi e quindi non posso dire se ci possa essere una qualche differenza tra i contagi comunicati ufficialmente ed i contagi reali.

Considerato che il numero dei contagi può essere facilmente manipolato, forse è meglio confrontare parametri legati agli effetti della pandemia. Ho scelto tre indicatori (tutti normalizzati rispetto ad un campione di 100.000 abitanti): ricoverati nei reparti Covid (esclusa terapia intensiva), ricoverati in terapia intensiva e decessi settimanali. 

Ricordo che esiste un certo ritardo temporale tra contagi, ricoveri e decessi quindi, se si facesse una analisi più accurata, bisognerebbe fare riferimento ai contagi avvenuti una o due settimane fa. Purtroppo il dato sui contagi reali del Trentino è disponibile solo per l'ultima settimana e quindi non posso tener conto di questo possibile ritardo. Va detto comunque che non ci aspettiamo che l'andamento della pandemia abbia subito una variazione significativa nel corso delle ultime due settimane. Eravamo nella fase iniziale del calo dopo aver superato il picco avvenuto poco dopo la metà di novembre e quindi, almeno in prima approssimazione, ci aspettiamo che i risultati del confronto siano significativi.


 Trentino 
  Veneto   
 Alto-Adige 
nuovi contagi settimanali (dato ufficiale) 231,5 457,8 301,7

nuovi contagi settimanali (dato reale)* 513,1
393,8
ricoverati area non critica 79,6 52,0 74,9
ricoverati terapia intensiva 8,9 6,5 5,7
decessi settimanali 13,0 10,5 11,7

 In colore rosso sono mostrati i valori più elevati

* il dato reale è la somma dei positivi trovati con tampone molecolare (dato ufficiale comunicato dalla Protezione Civile Nazionale) e di quelli trovati con tampone antigenico non sottoposto sollecitamente a conferma con tampone molecolare. Il dato è calcolato sommando ai dati ufficiali i positivi antigenici comunicati quotidianamente dalle due Province Autonome.

I valori settimanali si riferiscono al periodo che va dal 3 al 9 dicembre. I dati sui ricoveri sono aggiornati in data odierna.

I dati mostrati in tabella li ritroviamo rappresentati graficamente qui sotto:


Tutti i valori sono normalizzati rispetto ad un campione di 100.000 abitanti

Osservando la tabella ed i grafici si nota un paradosso evidente: il Trentino che, secondo i dati ministeriali risulterebbe avere un livello di contagi più o meno pari alla metà del Veneto, in realtà è il territorio con più contagi. Coerentemente con questo fatto, il Trentino mostra valori decisamente più preoccupanti per ricoveri e decessi.

Nel considerare i dati del Veneto si potrebbe pensare che la forte differenza mostrata per i ricoveri Covid nei reparti ordinari sia legata anche ad una maggiore capacità di curare i pazienti Covid meno gravi a livello domiciliare. Comunque è significativo il fatto che il Veneto, pur presentando un livello di nuovi contagi "ufficiali" molto più alto, abbia registrato il livello più basso dei decessi ed una occupazione delle terapie intensive solo di poco superiore rispetto a quella dell'Alto-Adige.

Come ho già avuto modo di discutere più volte in questo blog, ormai i dati distribuiti dalla Protezione Civile Nazionale non hanno più molto senso. La cosa assurda è che a partire dallo scorso 3 dicembre le Regioni/PPAA sono obbligate a fornire al Ministero della Salute i dati sui contagi completi (molecolari e antigenici). Dove finiscano questi dati è un mistero molto ben custodito.

 

 


4 commenti:

  1. Dato che quello che conta sono i numeri pubblicati ufficialmente volevo porre l’attenzione sulle informazioni presenti nel file memorizzato nella cartella “dati-regione” in Github.
    Se si vanno ad esaminare i dati della Regione Veneto si trova nell’ultimo campo, che è un campo note opzionale, l’informazione relativa ai test antigenici effettuati. Il dato è stato riportato in forma cumulativa a partire dall’11 novembre fino al 2 dicembre 2020, dopo questa data l’informazione non è più presente.
    Prendiamo ad esempio i dati del 2 dicembre.
    L’incremento dei test antigenici rispetto al giorno precedente è pari a 33619 (=1026735-993116). Nella colonna “tamponi” l’incremento degli stessi rispetto al giorno precedente è pari a 14847 (=2819945-2805098).
    Se si esamina il periodo 11 novembre – 2 dicembre, che come detto è il periodo dove sono esplicitate le informazioni sugli antigenici , si vede che gli antigenici aumentano in media giornalmente di circa 25000 mentre la colonna “tamponi” aumenta in media di circa 15.000.
    Complessivamente quindi parliamo di circa 40000 tamponi giornalieri che mi pare un dato in linea con la potenza di fuoco della Regione Veneto.
    Segnalo in particolare che a partire dal 3 dicembre il prospetto della Protezione Civile specifica che la colonna “tamponi” riporta solo quelli “processati con test molecolari”. Prima questa specificazione non era presente.

    E’ più difficile invece capire se la colonna ufficiale “nuovi positivi” in Veneto include sia i positivi da test molecolare che da test antigenico. Io sono pressoché certo che li contenga entrambi viste anche le recenti dichiarazioni del governatore Zaia e relative comunicazioni istituzionali orientate alla trasparenza nella diffusione dei dati.
    Oggi in conferenza stampa mi risulta che abbia parlato di un rapporto 6,93 del rapporto positivi/tamponi ( che è in linea con il numero complessivo di tamponi sopracitato) chiedendo maggiore omogeneità nel conteggio dei numeri a livello nazionale.

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  2. Dati su numero ed esito di tamponi antigenici li ho trovati on-line, in questi giorni, su "Il Tempo", per Toscana e Marche e su "Repubblica" per Liguria, PA Bolzano, Toscana e Marche, oltre a quelli locali per TN e BZ; perciò molto pochi. Da un controllo veloce, mi sembra che effettivamente per nessuna di queste Regioni se ne tenga conto, per i tamponi eseguiti, nella tabella curata giornalmente da Marco Tallon per ISS, come d'altronde scritto in testa alla relativa colonna. Con così pochi dati si può solo fare qualche confronto, di minore utilità, fra qualche Regione/PA.

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  3. Volevo aggiungere che ho notato, esaminando meglio il file di cui sopra, che in data 2 dicembre è stata inserita per la Regione Veneto una riduzione del totale dei positivi pari a 12.205. Questo dato è pari all’1,19% del numero dei tamponi cumulati fino al 2 dicembre pari a 1.026.735 che la Regione Veneto ha dichiarato nelle note (la percentuale mi sembra sui valori rilevati nello screening effettuato in Alto Adige) ,
    Ipotizzo che questa revisione sia stata dovuta al fatto che la Protezione Civile ha voluto allineare le situazioni delle diverse regioni togliendo il dato relativo ai positivi ai test antigenici. Si vede in particolare che la revisione ha toccato i casi di isolamento a domicilio.
    Questo premesso, se si stima che nella settimana dal 3 al 9 dicembre la Regione Veneto abbia effettuato in media 25000 tamponi antigenici al giorno ( questo è il valore medio dei 20 gg precedenti) , possiamo ipotizzare che siano stati eseguiti in una settimana 175.000 tamponi antigenici. Applicando la percentuale pari a 1,19% e normalizzando rispetto a 100.000 abitanti ne esce un incremento di casi da registrare come antigenici pari a 42,4.
    Sommando questo dato al dato ufficiale di 457,8 indicato nella tabella del post ne esce un totale “reale” per la Regione Veneto pari a 500,2. Il dato è appena sotto il dato del Trentino che è pari a 513,1.
    La cosa mi sembra ragionevole. Ovviamente metto le mani avanti e dico che posso aver sbagliato ad interpretare i dati forniti dalla Protezione Civile.

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  4. Veneto: da Regione virtuosa a “maglia nera” dei contagi di Covid in Italia. La mutazione, tra prima e seconda ondata della pandemia, non piace al governatore Luca Zaia e allo staff della sanità veneta, che hanno deciso di chiedere al ministero della Sanità e all’Istituto superiore di sanità criteri omogenei in tutta Italia nella valutazione percentuale (e non in termini assoluti) di positivi, sintomatici, asintomatici e TIPI DI TEST a cui le persone sono state sottoposte.

    Perché i numeri, sostiene Zaia, possono essere ingannevoli. “Vorrei sottolineare l’aspetto di virtuosità di questa Regione, dove facciamo i test ANCHE A TUTTI I CONTATTI DEI POSITIVI, cosa che altrove non viene eseguita.

    Servono dati omogenei: alcune Regioni fanno in una settimana (in termini di numero di tamponi rapidi e molecolari, ndr) quello che noi facciamo in un giorno”, sostiene il presidente Zaia.

    La tesi sostenuta dal Veneto è che proprio l’alto numero dei tamponi rapidi, POI CONFERMATI da un secondo tampone molecolare, sono all’origine dell’alto numero dei positivi:
    - ad esempio, nelle ultime 24 ore su 56.430 tamponi (di entrambi i tipi), le positività riscontrate sono state 3.883. In valore assoluto si tratta dei numeri peggiori in Italia,
    - ma sono pari al 6,88% dei soggetti analizzati, una percentuale molto più bassa rispetto a quella di altre Regioni (che fanno meno test).

    La dottoressa Russo ha spiegato che l’obiettivo della lettera al Ministero è di creare parametri oggettivi da utilizzare per tutte le regioni nella valutazione dell’epidemia, soprattutto per quanto riguarda il numero di tamponi.

    “Il Veneto invia al Ministero della Salute i dati relativi a tamponi molecolari e tamponi rapidi antigenici e anche SE I CASI RISULTANO POSITIVI ad entrambi i test o a uno solo, per evitare di conteggiarli più volte.

    Il confronto con il Ministero resta aperto, a brevissimo procederà con una modifica”. Sarà considerato “CASO” sia quello che verrà diagnosticato con il test rapido, sia quello con il test molecolare.

    “In Veneto noi puntiamo sui test rapidi per la velocità di utilizzo, e la capacità di aver subito il risultato e isolare subito i soggetti positivi, in modo che non vi sia possibilità di trasmissione del virus. Nella lettera ho chiesto quindi di rappresentare per tutte le regioni il numero di test rapidi e molecolari utilizzati e DI CONFRONTARE ANCHE LE STRATEGIE, ossia testare o meno i contatti stretti, lavorativi e familiari, il testing nelle scuole. Ci sono discrepanze fra dati che considerano solo i molecolari e dati che considerano sia molecolari che rapidi”.

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