Puntualmente all'inizio dell'estate, quando i contagi calano e i reparti Covid si svuotano, un noto clinico milanese ci fa conoscere le sue previsioni tranquillizzanti. L'anno scorso i giornali avevano dato molto risalto alle sue affermazioni sul virus "clinicamente morto". Quest'anno - più prudentemente - si è limitato a evidenziare che il virus è diventato "clinicamente inesistente".
Le dichiarazioni del noto clinico milanese sono solo un modo un po' contorto per affermare che i reparti Covid si stavano svuotando, ma l'affermazione ha indotto molti a credere che la pandemia fosse ormai entrata in una fase di irreversibile declino.
Purtroppo, come ci dimostrano i dati della Gran Bretagna (ieri quasi 100 decessi causa Covid), l'andamento ad ondate della pandemia è molto più subdolo di quanto molti possano immaginare. Questo non è un buon motivo per chiudersi in casa e rinunciare ad avere relazioni sociali perché - una volta vaccinati - si può gestire la situazione al meglio, pur senza rinunciare alla necessaria prudenza.
Qualsiasi affermazione che possa essere fraintesa ed interpretata come una sorta di "liberi tutti" produce due danni concomitanti:
- induce molti indecisi a posporre ulteriormente la data della vaccinazione, aumentando il livello di rischio per loro stessi e per le persone con cui entrano in contatto;
- può far credere che non siano più necessarie alcune elementari forme di prudenza come, ad esempio, l'uso delle mascherine nei locali chiusi e nelle zone particolarmente affollate o l'utilizzo del green pass per filtrare gli accessi.
C'è poi una spiegazione maliziosa che riporto per dovere di cronaca, ma che - come scienziato - mi rifiuto di avvalorare: "non sarà mai che affermare che il virus sia morto/evaporato/inesistente porti semplicemente iella?"
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