La recente risalita dei contagi ha innescato anche in Italia un processo molto simile a quello osservato in Gran Bretagna nel corso degli ultimi due mesi e fa presagire che, malgrado il sole e le alte temperature, il prossimo mese di Agosto sarà caratterizzato da un elevato livello di contagi.
Quanto elevato non lo possiamo dire con certezza, ma possiamo fare delle stime. Attualmente il livello dei contagi italiani raddoppia nell'arco di poco più di una settimana: proseguendo di questo passo, da qui a Ferragosto (poco più di un mese) arriveremmo a circa 10 - 15 mila contagi giornalieri.
La stima non tiene conto dell'effetto "notti magiche". Siamo tutti molto felici del fatto che l'Italia abbia vinto il campionato europeo di calcio, ma ci sono pochi dubbi che gli assembramenti ed i festeggiamenti di inizio luglio produrranno un effetto sui contagi. Anche perché molte delle persone che si sono accalcate davanti ai maxi schermi erano giovani e mediamente poco vaccinate.
Osservando i dati della Gran Bretagna, si osserva che il primo segnale di risalita dei contagi si è verificato nell'ultima settimana del mese di maggio. In quel momento circa 1/3 della popolazione britannica aveva completato il ciclo vaccinale. Un mese e mezzo dopo, la Gran Bretagna (circa 66 milioni di abitanti) contava oltre 30 mila contagi giornalieri.
Il livello delle vaccinazioni in Italia all'inizio di luglio era circa pari a quello della Gran Bretagna alla fine di maggio. Questo ha portato qualcuno a dedurre che l'Italia possa raggiungere i 30 mila contagi giornalieri subito dopo Ferragosto.
Riassumendo, le stime variano tra i 10 mila ed i 30 mila contagi giornalieri, un numero molto elevato anche se, osservando i dati britannici, non dovrebbe essere accompagnato da un aumento altrettanto ampio dei ricoveri e dei decessi.
Credo che sia impossibile pensare di contrastare questo nuovo picco pandemico con le tradizionali misure di lockdown. Gli italiani hanno voglia di godersi le agognate vacanze e sarebbe molto difficile far accettare provvedimenti restrittivi. Tutto si gioca sul livello delle ospedalizzazioni e dei decessi che potrebbero riguardare persone mediamente più giovani rispetto alle precedenti ondate pandemiche.
Non a caso, a livello ministeriale, si sta già lavorando per adottare parametri di intervento che siano focalizzati sulla reale situazione dei reparti Covid ospedalieri. Qui c'è da fare chiarezza: se useremo il 30 - 40% dei posti letto disponibili come prima soglia di allarme, significa che andremo fatalmente a cacciarci in una situazione di criticità del tutto analoga a quella misurata durante le precedenti ondate pandemiche. A mio avviso è giusto concentrarsi sui parametri ospedalieri purché siano garantite le seguenti condizioni:
- Attivare misure graduali in base al numero di persone ricoverate (normalizzate rispetto al numero di abitanti e non sui posti letto disponibili, spesso solo "virtualmente") senza aspettare di superare soglie troppo alte come quelle che sono state adottate fino ad oggi.
- Verificare che Regioni/PPAA non mettano in campo le solite "furbizie" facendo sparire dalle statistiche i ricoveri in cliniche private o classificando ricoveri di pazienti gravi in terapia intensiva come ricoveri ordinari (o semi-intensivi).
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