Il New York Times, citando fonti interne alla FDA e a CDC, anticipa alcuni importanti cambi di impostazione della campagna di somministrazione del richiamo vaccinale (la cosiddetta terza dose) che è stata recentemente avviata negli Stati Uniti.
Fino ad oggi, la FDA si era limitata a considerare casi di richiamo omologo, ovvero effettuato con un prodotto uguale a quello impiegato per la vaccinazione originale. Di fronte a numerose evidenze sperimentali che riportano di una forte risposta anticorpale indotta in coloro che erano stati originariamente vaccinati con il vaccino "monodose" Johnson & Johnson e avevano successivamente fatto un richiamo con un vaccino ad mRNA, sembra che l'FDA si stia orientando verso l'autorizzazione delle procedure di richiamo eterologhe, ovvero fatte con un vaccino diverso rispetto a quello usato per la vaccinazione originale. Non sembra che FDA rilascerà indicazioni specifiche su quale vaccino utilizzare: la scelta sarà lasciata ai medici vaccinatori.
Sempre secondo le anticipazioni del New York Times, verrà considerevolmente ampliata la platea di coloro che potranno accedere alla terza dose (attualmente in USA la terza dose è riservata agli over-65, ai pazienti immunodepressi ed a coloro che svolgono attività professionali ad alto rischio di contagio).
Se le anticipazioni del New York Times saranno confermate, si verrebbe a colmare il divario in tema di terza dose che attualmente esiste tra gli Stati Uniti e numerosi Paesi europei. Sarebbe un segnale positivo perché l'esistenza di regole diverse potrebbe generare ansie e dubbi in una parte della popolazione, riducendo l'adesione alla somministrazione della terza dose vaccinale.
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