La rivista The Lancet pubblica uno studio nel quale - per la prima volta - si cerca di stimare quanti potrebbero essere stati i decessi in più registrati negli anni 2020 e 2021 rispetto agli anni precedenti alla pandemia.
Si tratta di una analisi di tipo statistico che abbiamo già discusso nel caso specifico dell'Italia, grazie ai dati elaborati dall'ISTAT. In questo studio, viene fatta una analisi a livello mondiale che, al netto di possibili errori legati soprattutto al reperimento di dati affidabili sull'andamento demografico dei diversi Paesi, fornisce un quadro decisamente più fosco rispetto a quanto atteso: a fronte di un numero di decessi Covid che - per il biennio 2020-2021 - sono ufficialmente stati poco meno di 6 milioni (pari a circa 39 decessi all'anno per ogni 100 mila abitanti), il numero di morti in eccesso stimato rispetto all'andamento medio degli anni pre-pandemia è stato pari a oltre 18 milioni, corrispondenti ad una media di 120 decessi in più all'anno per ogni 100 mila abitanti). Ricordo che lo studio fornisce la media dell'eccesso di mortalità calcolata nei 2 anni 2020 e 2021 anche se sappiamo che l'andamento non è stato lo stesso nell'arco dei 2 anni considerati.
A livello mondiale, si trovano Paesi che hanno registrato un eccesso di mortalità prossimo allo 0 (o addirittura negativo), mentre in altri Paesi si è raggiunto un livello di morti in più pari a circa 500 casi all'anno per ogni 100 mila abitanti.
Il dato calcolato per l'Italia è stimato per eccesso. Lo studio parla di una media di 225 decessi in più all'anno per ogni 100 mila abitanti, ma i dati ISTAT - molto più accurati - ci dicono che l'eccesso è stato pari a circa 170 casi per 100 mila abitanti nel 2020, sceso a 105 casi per 100 mila abitanti nel 2021. Per avere un'idea più concreta dell'impatto della pandemia, ricordo che nel quinquennio 2015-2019 l'Italia ha registrato mediamente circa 1.150 decessi annuali (per qualsiasi tipo di causa) per ogni 100 mila abitanti.
Lo studio presenta i dati per i diversi Paesi ed, in alcuni casi, presenta anche i dati disaggregati su base regionale (che - personalmente - ritengo siano affetti, almeno per l'Italia, da grossolani errori sistematici). Pur con le dovute cautele, si osservano alcuni andamenti particolarmente interessanti. Ad esempio:
- L'Irlanda - che è il Paese europeo con la popolazione più giovane - ha registrato nel biennio 2020-2021 circa 63 decessi Covid per ogni 100 mila abitanti. Ma se si va a vedere l'eccesso di mortalità rispetto agli anni pre-pandemia, il dato scende a soli 12,5 decessi all'anno per ogni 100 mila abitanti. Questo dato può essere interpretato considerando che, grazie all'alta densità di giovani, il sistema sanitario irlandese non sia mai stato messo in grosse difficoltà dalla pandemia e che la maggior parte dei decessi Covid riguardasse persone che - per l'età e/o per la presenza di altre patologie - fossero già in condizioni di salute abbastanza critiche, tali da poterne provocare il decesso entro pochi mesi anche in assenza del contagio.
- Un andamento analogo si osserva, ad esempio, in Norvegia: 12,8 decessi Covid ufficiali per ogni 100 mila abitanti che si riducono a 7,2 decessi in eccesso per ogni 100 mila abitanti. Il periodo di riferimento è sempre quello del biennio 2020-2021. Il livello di decessi in più nella vicina Svezia è stato circa 13 volte superiore.
- A livello internazionale, i Paesi asiatici ad alto reddito (Giappone, Brunei, Singapore e Corea del Sud) sono tra quelli meno colpiti dalla pandemia: 6,8 decessi Covid ufficiali per ogni 100 mila abitanti, che diventano 30,9 decessi per ogni 100 mila abitanti se si considera l'eccesso di mortalità.
- Australia e Nuova Zelanda, grazie al loro relativo isolamento e alla adozione di rigidissime politiche di contenimento della circolazione virale, hanno avuto pochissimi decessi Covid (circa 4 per ogni 100 mila abitanti), mentre si osserva addirittura un calo della mortalità generale. I decessi in questi 2 Paesi sono diminuiti di circa 40 casi all'anno per ogni 100 mila abitanti, probabilmente grazie alle politiche di contenimento della circolazione virale che hanno limitato la diffusione non solo della Covid-19, ma anche di altre malattie a diffusione aerea.
- Un caso opposto è rappresentato dalla Bielorussia: appena 31,5 decessi "ufficiali" per ogni 100 mila abitanti, ma una mortalità in eccesso pari a 483 decessi per ogni 100 mila abitanti, uno dei valori più alti registrati a livello mondiale. Qui evidentemente, oltre alla mancata adozione di misure preventive, c'è stato anche un effetto legato al cattivo funzionamento del sistema sanitario, accompagnato da un vero e proprio occultamento del dato reale dei decessi.
- Nel caso della Russia, l'articolo riporta un numero di decessi Covid pari a circa 650 mila casi, ma in realtà il dato comunicato dalle Autorità di Mosca si ferma a circa 302 mila casi. La stima dell'eccesso di mortalità in Russia, riportata dall'articolo, supera il milione di casi (più di 3 volte il numero dei decessi Covid "ufficiali"). In termini di incidenza relativa, a fronte di un dato ufficiale pari a circa 105 decessi Covid all'anno per ogni 100 mila abitanti, il dato delle morti in eccesso arriva a 375 casi all'anno per ogni 100 mila abitanti.
- Anche l'India non scherza quando si confrontano i dati ufficiali con quelli dei decessi in eccesso. A fronte di 18 decessi ufficiali per ogni 100 mila abitanti, ci sono stati circa 150 decessi in eccesso per ogni 100 mila abitanti, più di 8 volte in più rispetto al numero ufficiale.
- Vi segnalo anche il caso della Bulgaria che ufficialmente ha contato 243 decessi Covid per ogni 100 mila abitanti, ma in realtà ha registrato un eccesso di mortalità pari a quasi 650 decessi all'anno per ogni 100 mila abitanti, un chiaro indicatore dei limiti mostrati dal sistema sanitario di quel Paese.
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