Il Trentino, come altre Regioni/PPAA, si trova a fronteggiare l'impatto sanitario dell'ondata Omicron. Molti si domandano se e quando ci sarà il passaggio verso la zona arancione. Qualcuno si accontenta di non finirci già venerdì prossimo, altri - forse un po' daltonici - sostengono di essere più vicini alla zona bianca piuttosto che a quella arancione.
Cerchiamo di vedere come stanno oggettivamente le cose, guardando in faccia la realtà.
Due dei 3 parametri del Trentino sono già arrivati a valori da zona "rossa": il livello attuale dei contagi sta "veleggiando" verso i 3.000 casi settimanali per ogni 100 mila abitanti. Anche il dato sui ricoveri in terapia intensiva ha superato la soglia di occupazione del 30%.
L'unico parametro che mantiene il Trentino in zona "gialla" è quello dei ricoveri nei reparti Covid ordinari. Secondo Agenas, oggi siamo al 24% di occupazione, 6 punti percentuali al di sotto della soglia che fa scattare il passaggio alla zona "arancione" (Nota: i colori dei tachimetri presenti sul sito Agenas non sono aggiornati e fanno riferimento alle vecchie classificazioni che si utilizzavano fino alla primavera 2021, ma i dati sulla percentuale di posti letto occupati sono corretti). In pratica, un aumento dei posti letto occupati in area non critica pari a circa 30 unità farebbe scattare il declassamento del Trentino.
In precedenti post ho discusso l'anomalia del rapporto tra i ricoveri in terapia intensiva ed i ricoveri totali del Trentino che è circa doppio rispetto alla media nazionale. Qualcuno ha definito questa anomalia una pura fluttuazione statistica, invocando i numeri ridotti del "piccolo Trentino". Tuttavia, anche tenendo conto della specifica dimensionalità del Trentino, l'anomalia c'è ed è statisticamente significativa (p-value < 0,001).
Dimentichiamo pure questa storia e cerchiamo di capire quale potrebbe essere l'andamento dei ricoveri durante i prossimi giorni. Sappiamo che la variante Omicron tende a provocare contagi meno gravi. Ma avendo a che fare con un numero elevatissimo di contagi, anche assumendo che solo l'1% dei contagiati debba ricorrere ad un ricovero ospedaliero, rischiamo di arrivare a 150 nuovi ricoveri ospedalieri alla settimana (pari a circa 30 nuovi ricoveri settimanali per ogni 100 mila abitanti)
Qui di seguito vi mostro l'andamento dei nuovi ricoveri settimanali registrati recentemente in Trentino:
Osservando l'andamento del numero totale dei posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali trentini, si conferma una crescita continua, sia pure con ampie fluttuazioni:
Riassumendo, non c'è al momento evidenza di una imminente inversione di tendenza ed è quindi presumibile che il numero dei posti letto occupati possa continuare a crescere. Anche se non immediato, il passaggio alla zona arancione del Trentino è molto probabile (a meno che, nel frattempo, vengano fatti sparire dalle statistiche un
bel po' di pazienti, trasferendo i meno gravi nelle cliniche
private oppure spostando, nei conteggi, pazienti da "alta intensità" a terapia intensiva, tanto la soglia di occupazione delle terapie intensive è ormai abbondantemente saltata).
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RispondiEliminaRoberto Battiston, fisico dell’Università di Trento, dall’inizio della pandemia studia e analizza i dati epidemiologici della pandemia Covid-19.
RispondiEliminaCoordina l’Osservatorio del Dato Epidemiologico presso il Dipartimento di Fisica di Trento in collaborazione con Agenas.
Da oggi è online il sito ufficiale con dati e numeri dell'emergenza in Italia:
https://www.robertobattiston.it/
"Io credo che oggi ci siano due esigenze da tenere insieme", ha detto Battiston. "La prima che è il grande pubblico è bombardato da numeri e rimane spesso sconcertato e impaurito, quindi si può pensare di rilasciare il bollettino Covid ogni 2-3 giorni, meglio se corredato da un commento.
Ma a fronte di questo, occorre che i dati siano sempre disponibili per la comunità scientifica, i tempi di raddoppio dei casi Omicron sono molto veloci".
https://www.fanpage.it/attualita/