Malgrado l'arrivo della buona stagione (con la conseguente riduzione delle attività svolte in luoghi chiusi), l'allentamento delle norme di prevenzione del contagio, associato con la diffusione di Omicron 5 e con il calo della protezione garantita dai vaccini (il grosso delle ultime vaccinazioni risale a più di 6 mesi fa), hanno prodotto una nuova forte crescita dei contagi e dei ricoveri.
Nulla di grave - almeno per il momento - anche se la crescita dell'occupazione dei posti letto dei reparti Covid inizia a destare qualche preoccupazione. Crescono anche i ricoveri in terapia intensiva, smentendo coloro che sostengono che il "virus è molto meno aggressivo rispetto a prima". In realtà i vaccini - anche se forniscono una protezione limitata nel tempo rispetto al contagio - hanno considerevolmente ridotto l'incidenza dei casi più gravi.
Ai vaccini si affianca l'utilizzo dei farmaci antivirali che - se usati correttamente - riescono comunque a ridurre il numero dei ricoveri ospedalieri. Il quadro che emerge è - lo ripeto - non critico, ma genera qualche preoccupazione soprattutto alla luce di quanto potrà succedere a partire dal prossimo autunno quando non potremo più contare sull'effetto di mitigazione del contagio collegato alla stagione estiva.
Vediamo ora i dati, ricordando che i contagi sono probabilmente abbondantemente sottostimati (molti positivi con sintomi deboli evitano di fare il tampone - o fanno il tampone fai-da-te, ma non comunicano la loro positività - per paura di rimanere bloccati a casa).
Nuovi contagi giornalieri in Italia (il dato è mediato su base settimanale) |
Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid di terapia intensiva (il dato è normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti) |
L'unico indicatore che - almeno fino ad oggi - non mostra un incremento significativo è quello legato ai decessi. Per capire se questa tendenza sia reale oppure se ci troviamo di fronte al consueto ritardo temporale tra contagi e decessi bisognerà aspettare ancora 2 o 3 settimane:
Decessi Covid registrati nel corso della settimana (il dato è normalizzato rispetto ad un campione di 100mila abitanti) |
Notiamo infine che il dato dei decessi continua a mantenersi su un livello circa doppio rispetto a quello dei ricoveri in terapia intensiva. Questo dipende dal fatto che molti decessi riguardano persone molto avanti negli anni che - a causa delle loro condizioni generali di salute - non potevano essere ricoverate in terapia intensiva.