Vediamo un aggiornamento ad oggi 25 agosto della situazione dei reparti Covid degli ospedali italiani, Aldilà dei nuovi contagi che dipendono molto dal numero di tamponi fatti e dalle diverse strategie di tracciamento adottate a livello regionale, il numero delle persone ricoverate ci fornisce un indicatore "robusto" dell'evoluzione della pandemia.
I dati sono, come al solito, quelli del Ministero della Salute comunicati tramite la Protezione civile nazionale. Le linee nere tratteggiate sono dei fit polinomiali che ci aiutano a capire l'andamento dei dati, ma non hanno alcun valore predittivo per il futuro.
La curva degli "attualmente positivi" (punti verdi) mostra bene la notevole crescita dei tamponi positivi che è stata registrata a partire da circa metà luglio. I valori odierni sono più o meno gli stessi dello scorso 23 giugno, primo giorno considerato in questa analisi.
Continua la progressiva riduzione dell'età media dei contagiati:
Il grafico mostrato in figura è stato elaborato
dall'Istituto Superiore di Sanità e mostra l'andamento dell'età mediana (valore entro il quale si colloca la metà dei contagi) dei contagi dall'inizio dell'epidemia fino ad oggi. Questo dato va comunque letto con una certa prudenza, All'inizio dell'epidemia si facevano i tamponi solo a coloro che presentavano sintomi gravi e quindi molte persone giovani asintomatiche o pauci-sintomatici sono sfuggite alle statistiche. A questo proposito è interessante osservare
un altro dato elaborato da ISS relativo allo stato di un campione di circa 10.000 positivi individuati durante l'ultimo mese, suddiviso secondo le diverse classi di età (il campione è ampio, ma non copre tutti i nuovi positivi):
Notiamo che la grande presenza di asintomatici si estende a tutte le classi di età, anche quelle "diversamente giovani". Come atteso, i casi classificati come severi o critici sono stati individuati solo tra i contagiati più in avanti negli anni e crescono con l'età dei contagiati. Tuttavia per gli ultra-novantenni notiamo un cambiamento di tendenza: difficile dire se si tratti di una banale fluttuazione statistica oppure se sia legato ad altri fattori. Il dato sui più piccoli (0-1 anno) va visto come un caso particolare. Sono molto pochi e si tratta spesso di neonati in cui il contagio è associato ad altri problemi.
La curva mostrata sopra indica il rapporto tra i pazienti ospedalizzati e quelli attualmente positivi. L'andamento è più o meno lo stesso a partire dall'inizio del mese di luglio: si osserva una lenta riduzione del rapporto che attualmente è di poco sotto il 6%. L'andamento è coerente con quanto atteso se consideriamo la progressiva riduzione dell'età media dei contagiati. Non mancano i casi di pazienti in giovane età che devono ricorrere ad un trattamento ospedaliero, ma - come visto prima - si tratta di eventi molto rari. In generale, possiamo pensare che le generazioni più mature abbiano (in media naturalmente) maggiore consapevolezza della necessità di proteggersi dal virus e siano più rispettose delle norme di prevenzione.
Vediamo qui sotto l'andamento delle persone ricoverate nei reparti Covid. Il numero mostrato in figura (punti blu) è il numero complessivo e include anche coloro che necessitano del trattamento di terapia intensiva. Notiamo che i valori attuali sono più o meno gli stessi che erano stati registrati alla fine del mese di giugno.
Vediamo infine il numero di coloro che hanno dovuto ricorrere alle terapie intensive (figura qui sotto con punti rossi). Si tratta di un numero complessivamente esiguo rispetto alla fase acuta dell'epidemia e questo ci permette di affermare con una certa sicurezza che il Sistema ospedaliero italiano è in grado di gestire questa fase dell'epidemia senza affanni.
Si conferma la tendenza ad uno spostamento temporale che avevamo già individuato nei grafici mostrati qualche giorno fa. I ricoveri in terapia intensiva hanno continuato a scendere fino a quasi fine luglio ed il livello attuale è più o meno quello che si registrava alla fine della prima settimana di luglio. Considerati i numeri, il dato complessivo dei ricoveri in terapia intensiva è quello che risente maggiormente non solo delle nuove entrate, ma anche dei decessi che avvengono giornalmente.
Riassumendo, tutti i parametri mostrano una risalita, ma quella dei ricoveri è meno importante rispetto a quella degli attualmente positivi. Altrettanto si può dire per i ricoveri in terapia intensiva rispetto al complesso dei ricoveri nei reparti Covid.
Tra gli indicatori non ho incluso i casi di decesso che ci sono ancora anche se con numeri giornalieri a singolo digit. Considerata la forte incidenza tra i contagiati di persone giovani e senza particolari patologie pregresse ci aspettiamo che questi contagi ferragostani non producano un carico di decessi significativo. Dai dati della Protezione Civile non è dato sapere se i decessi che si registrano in questi giorni siano collegati a persone contagiate recentemente o siano piuttosto relativi a contagi di molte settimane o mesi fa che hanno avuto un esito infausto dopo una lunga malattia. Personalmente mi aspetterei che in questo mese di agosto si sia allungato sostanzialmente il tempo medio che passa tra la rilevazione del contagio e l'eventuale decesso. Non ho trovato dati recenti, ma spero che il Ministero della Salute possa chiarire questo aspetto in uno dei suoi prossimi rapporti.