mercoledì 19 agosto 2020

La pandemia, lo smart-working ed il mercato immobiliare

Vi segnalo un interessante articolo apparso oggi su Il Sole 24 ORE dal titolo "Smart working, fuga dagli affitti a San Francisco. E se succedesse anche a Milano?" 

Il titolo è volutamente provocatorio, ma fa riferimento a dati reali e per certi versi impressionanti. La cosiddetta Silicon Valley oltre ad essere la culla di alcune delle più importanti compagnie che hanno determinato la nascita dell'economia digitale è anche una terra di grandissimi differenze sociali, dove miliardari e senza-casa convivono quasi gomito a gomito. Il grande flusso di lavoratori provenienti da tutto il Mondo ha creato una enorme bolla immobiliare che ora rischia di scoppiare a causa della progressiva de-localizzazione dei lavoratori che stanno adottando metodi di lavoro a distanza più o meno smart. Tra l'altro, considerato l'enorme potenziale di questo polo tecnologico, c'è da scommettere che saranno presto sviluppate tecniche e metodologie di lavoro veramente "smart", tali da diventare una valida alternativa alle metodologie di lavoro tradizionali anche in tempi normali. Insomma, una rivoluzione che è destinata a incidere profondamente sul tessuto economico e sociale della Silicon Valley.

La cosa è, a mio avviso, estremamente interessante perché in fin dei conti la pandemia ha soltanto accelerato un processo che era già maturo e che ora si svilupperà secondo linee ancora difficili da comprendere, ma certamente molto impattanti sotto molti punti di vista. Un grande esperimento sociale che attrarrà senz'altro l'attenzione di sociologi, economisti e tecnologi e che potrebbe avere un impatto mondiale, ben oltre i confini della Silicon Valley

Una lezione per chi si illude che dopo la pandemia si possa tornare tranquillamente alla cosiddetta "normalità".

Nota aggiunta il 20 agosto: Oggi sulla Stampa è apparso un articolo in cui si riferisce delle decisioni assunte da Leonardo e da altre primarie aziende italiane che porteranno ad una drastica riduzione degli spazi destinati ad uffici ipotizzando che, anche dopo la fine dell'epidemia, si vada a forme di lavoro miste in cui il lavoro "smart" fatto a distanza verrà integrato con il lavoro in presenza che potrebbe essere limitato a solo due giorni della settimana. Con i robot nei reparti produttivi e i progettisti e gli amministratiivi delocalizzati, gli umani rischiano di sparire da certe aziende. Fantascienza?

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