giovedì 13 agosto 2020

RKI e il vaccino in autunno: qui lo dico e qui lo nego ...

Il Robert Koch Institut (RKI) massima autorità tedesca nel campo delle malattie infettive ieri ha rilasciato "per errore" un documento intitolato "The pandemic in Germany in the coming months". Il documento è stato rimosso dal sito web di RKI poche ore dopo la pubblicazione, ma ha comunque generato una certa sensazione perché conteneva una presa di posizione particolarmente ottimistica sullo sviluppo dei vaccini per la Covid-19. La notizia ha fatto rapidamente il giro del Mondo anche grazie all'autorevolezza della fonte.

Vista di uno degli edifici dove è allocata la sede centrale di RKI a Berlino

 

Il documento che analizzava i possibili scenari dell'epidemia in Germania fino all'Aprile 2021, si sbilanciava affermando che nel prossimo autunno potrebbe essere disponibile almeno un vaccino per la Covid-19. La frase esatta contenuta nel documento era: "Preliminary projections make the availability of one or several vaccines seem possible by autumn 2020". Non mancano le parole di cautela: "It would be dangerous at this point to trust that a vaccination from autumn 2020 can control the pandemic". RKI concludeva ricordando che "The impact of any vaccine could be tempered by viral mutations or by the resulting immunity only lasting a short time immunity".

Non sono chari i motivi che hanno indotto RKI a ritirare il documento che era stato appena pubblicato. Probabilmente c'è il timore che notizie troppo ottimistiche sulla disponibilità di un vaccino possano indurre le persone a comportamenti più imprudenti. Questo è comprensibile anche alla luce dell'andamento dell'epidemia in Germania dove è stata registrata una significativa crescita dei nuovi contagi giornalieri, molto superiore rispetto a quella italiana. Vedremo nei prossimi giorni se RKI deciderà di tornare sull'argomento.

Dubito comunque che nel suo documento RKI facesse riferimento allo Sputnik V, il vaccino russo oggetto di una vasta campagna propagandistica da parte del Presidente Putin. A proposito, secondo notizie di stampa oggi le Autorità russe avrebbero affermato che il loro vaccino garantirebbe una protezione di almeno due anni. Come abbiano fatto a determinare tale durata non è dato sapere. Ieri durante uno dei miei frequenti interventi al telegiornale delle 18 di Sky TG24, la giornalista mi ha chiesto un parere sull'idea di rendere obbligatoria la vaccinazione per la Covid-19. La mia risposta è stata senz'altro no se si trattasse del vaccino Sputnik V, almeno fino a che non sia stato adeguatamente testato sia per l'efficacia, che per l'assenza di effetti collaterali. Personalmente sono un sostenitore dei vaccini e non ho mai condiviso gli atteggiamenti no-vax. Tuttavia se si mettono in circolazione vaccini senza averli adeguatamente verificati non si fa un buon servizio ed è comprensibile che la sfiducia dell'opinione pubblica possa crescere.

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