Vi segnalo un interessante articolo a cura di Alice Scaglioni apparso sul Corriere della Sera. L'articolo fa rifermento ai grandi poli universitari italiani (Milano, Bologna, Roma e Padova), ma è certamente interessante anche per città più piccole come Trento. Il fatto che circa il 50% degli studenti iscritti all'Università di Trento provenga da fuori Provincia è un indice di qualità per l'Ateneo trentino e produce, dal punto di vista economico, un notevole ricaduta. Anche se i numeri del Trentino non sono paragonabili rispetto a Milano ed alle altre grandi sedi universitarie, gli effetti della crisi indotta dalla pandemia si faranno sentire anche da noi,
In questa strana campagna elettorale che ci porterà tra breve all'elezione dei nuovi Consigli comunali di Trento e Rovereto sarebbe interessante sentire cosa pensano i/le candidati/e rispetto alle strategie da adottare per preservare il ruolo della nostra Università aiutardola a superare la crisi indotta dalla pandemia. Perché non si tratta solo di continuare a garantire i necessari finanziamenti pubblici; il vero problema è quello di capire come la sfida generata dalla Covid-19 cambierà la relazione tra l'Università e le Città. Senza dimenticare i possibili danni economici legati al cosiddetto "indotto". Ci sono moltisime persone impegnate nelle attività generate dalla presenza degli studenti universitari. Non si può pensare di affronatare i loro problemi solo con la cassa integrazione.
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