sabato 22 agosto 2020

Dove crescono i ricoveri in Italia?

Rispetto ad una settimana fa c'è stata una sensibile crescita dei ricoveri nei reparti Covid degli ospedali italiani passati dagli 819 ricoveri dello scorso 15 agosto all'attuale livello pari a 988 ricoveri. Una crescita attesa alla luce dell'aumento dei nuovi contagi che caratterizza questo mese di agosto. La distribuzione territoriale dell'incremento dei ricoveri è molto diversa rispetto ai livelli di ospedalizzazione che avevamo conosciuto durante la fase acuta dell'epidemia. Oggi le Regioni del Centro-Sud mostrano una tendenza molto più preoccupante rispetto al passato e l'idea che l'epidemia fosse un problema sostanzialmente circoscritto al Nord  sembra definitivamente archiviata.

Il grafico aggiornato sull'andamento dei ricoveri è mostrato qui sotto (fonte dati Protezione Civile Nazionale):

Nel corso dell'ultima settimana notiamo un importante aumento dei ricoveri nel Lazio e in quelle Regioni/PPAA che nel nostro grafico sono indicte come "Resto d'Italia". In questo gruppo Puglia, Toscana e Abruzzo sono le Regioni con il numero di ricoveri più grande in assoluto. Per le Regioni del Nord più colpite (in termini assoluti) dalla fase acuta dell'epidemia (Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna) i numeri attuali sono più o meno in linea con quelli di una settimana fa. Parliamo come già detto di numeri assoluti e quindi non normalizzati rispetto alla popolazione. Se consideriamo le densità (ricoveri per ogni 100.000 abitanti, i 9 ricoveri dell'Alto Adige corrispondono ad una densità superiore a quella della Lombardia (162 ricoveri con una popolazione che è circa 20 volte quella dell'Alto Adige). Si tratta comunque, nel caso dell'Alto Adige, di numeri assoluti abbastanza piccoli e quindi potenzialmente soggetti a forti fluttuazioni statistiche.

In conclusione, l'aumento dei nuovi contagi giornalieri ha portato anche ad un aumento del numero delle persone ricoverate (pari a circa il 6% degli attualmente positivi). L'aumento dei ricoveri è avvenuto principalmente nel Lazio e in altre Regioni italiane, molte delle quali erano state interessate solo lievemente dalla fase acuta dell'epidemia. Anche se i numeri nazionali sono ancora complessivamente molto inferiori rispetto a quelli di marzo-aprile, c'è ormai evidenza di una inversione di tendenza e di una diversa dstribuzione geografica dell'epidemia.


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