In attesa che la campagna vaccinale riesca finalmente a fornire una adeguata protezione ad anziani e persone fragili, il Trentino conta - fino ad oggi - circa 1350 decessi causati dalla Covid-19. Sappiamo che questo numero sottostima il dato reale a causa di un numero significativo di decessi che non sono stati inseriti nelle statistiche ufficiali. Durante la prima ondata solo una parte del picco anomalo dei decessi avvenuti nelle RSA trentine era stato effettivamente conteggiato. I dati ISTAT relativi all'intero 2020 mostrano per il Trentino un eccesso di mortalità rispetto alla media dei 5 anni precedenti largamente superiore rispetto ai dati ufficiali dei decessi Covid.
Ciò premesso, osservando i dati dei decessi ufficiali, si possono comunque cogliere alcuni elementi di un certo interesse. La figura seguente mostra che la curva dei decessi (linea rossa) può essere grossolanamente approssimata con 4 segmenti di retta rappresentati dalle linee tratteggiate di colore nero, identificate con le lettere A, B, C e D:
Si distinguono 4 diversi andamenti:
- Prima ondata (linea A). La linea tratteggiata mostrata in figura ha una pendenza pari a circa 85 decessi settimanali. I decessi hanno iniziato a crescere a ritmo sostenuto nella seconda metà di marzo, ma già a fine aprile si osserva che la curva rossa si allontana dalla linea tratteggiata Sono gli effetti del rigido lockdown introdotto a metà marzo 2020 che, in circa due mesi, ha sostanzialmente azzerato i decessi provocati dalla prima ondata pandemica.
- Pausa estiva (linea B). Durante la scorsa estate (quando qualcuno si illudeva che il virus fosse clinicamente morto) il livello dei nuovi decessi è rimasto vicino a 0, producendo un lungo plateau nella curva dei decessi complessivi.
- Con l'arrivo della seconda ondata (linea C) il livello dei decessi ha ripreso a salire molto velocemente. Il Trentino, da novembre in poi, è riuscito incredibilmente a rimanere zona gialla (malgrado un livello di contagi che si avvicinava a 1.000 nuovi contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti), ma tra la fine di ottobre 2020 e la fine di gennaio 2021 ha contato nuovi lutti causati dalla Covid-19 con un ritmo pressoché costante, pari a circa 60 casi settimanali.
- A fine gennaio, si nota un forte cambio di pendenza (passaggio dalla
zona C alla zona D). Molto probabilmente è l'effetto delle vaccinazioni
fatte agli ospiti delle RSA che ha ridotto sensibilmente i
decessi tra i grandi anziani spesso affetti da una o più co-morbilità.
Durante gli ultimi due mesi i decessi sono progrediti con un ritmo pari a
circa 16 decessi settimanali, ma - almeno fino ad oggi - non c'è stato l'ulteriore calo dei decessi che sarebbe stato auspicabile. Segno che la
vaccinazione delle categorie più a rischio (anziani e giovani fragili)
non è progredita con la necessaria velocità, sia per la limitata
disponibilità dei vaccini, sia per taluni discutibili criteri che sono stati adottati per la scelta delle persone da
vaccinare. Inoltre bisogna tener conto del fatto che la maggiore circolazione della variante inglese potrebbe aver prodotto casi mediamente più gravi, neutralizzando l'effetto della parziale vaccinazione dei trentini di età superiore ai 75 anni che è attualmente in corso.
Complessivamente, da ottobre in poi, i decessi causati dalla pandemia sono stati più del doppio rispetto a quelli registrati durante la prima ondata pandemica. Questo fatto è dovuto alla estensione temporale della seconda ondata pandemica, iniziata ad ottobre e, almeno fino ad oggi, non ancora esaurita (potremmo discutere a lungo se attualmente si debba parlare di "seconda" o "terza" ondata, ma la sostanza delle cose è che i reparti Covid degli ospedali hanno iniziato a riempirsi 6 mesi fa e sono ancora pieni). Il tardivo passaggio in zona rossa avvenuto a marzo (quando i contagi, sia pure molto elevati, erano solo un terzo di quelli di novembre) è una classica "chiusura della stalla a buoi scappati".
Il ritmo ancora alto delle nuove entrate nei reparti Covid di terapia intensiva dimostra che le criticità del sistema sanitario trentino non sono state ancora risolte. Solo quando il numero delle nuove entrate in terapia intensiva si sarà azzerato e quando, con qualche settimana di ritardo, vedremo un analogo crollo dei decessi, potremo dirci veramente fuori da questa lunghissima ondata pandemica.