domenica 31 gennaio 2021

I lavoratori della Scuola sono esposti ad un elevato rischio di contagio?

 Ringrazio il lettore MDR che mi ha segnalato il sito dove trovare il rapporto completo. Ho aggiornato il post con i dati corretti e inserito un commento su un passaggio - a mio avviso - errato contenuto nel rapporto

 

Finalmente, sia pure in modo molto parziale, la Provincia incomincia a fornire qualche informazione sul reale andamento della seconda ondata pandemica. Ieri è stato diffuso un rapporto sui contagi avvenuti nelle Scuole trentine. In particolare, risulta che nel periodo il 14 settembre - 8 gennaio sono risultate positive 956 persone appartenenti al personale scolastico (docente e non docente), pari al 10,2% dell’organico.

L'analisi riguarda solo il personale con contratto a tempo indeterminato. Ci sono grandi differenzea a seconda del tipo di Scuola. La percentuale dei positivi varia da un minimo del 7,4% fino ad un massimo del 14,5%. In questa prima analisi mi limiterò ad analizzare il dato complessivo.

Ecco i dati:

Notate che il periodo considerato per l'analisi dei contagi del personale è più esteso rispetto a quello considerato, nelle altri parti del rapporto, per l'analisi dei contagi degli studenti (1 ottobre - 31 dicembre). Non si capisce la motivazione di questa scelta. In particolare, i positivi registrati nella prima settimana di apertura delle scuole erano ancora legati a contagi avvenuti, in grandissima parte, in ambiente extra-scolastico. Ricordo che la mediana tra momento del contagio e la comparsa dei sintomi è pari a 5 giorni. Siccome prima di avere il risultato del tampone passano mediamente 1 o 2 giorni, i contagi della prima settimana di Scuola non andrebbero considerati. 

Anche la scelta di estendere i tempi d'analisi al periodo 1 - 8 gennaio è abbastanza discutibile. Si tratta dei giorni finali delle lunghe vacanze natalizie, quando gli eventuali contagi contratti a Scuola dovrebbero essere stati, per la maggior parte, già rilevati.

Inoltre nella tabella non vengono separati i dati dei contagi che corrispondono ai periodi durante i quali il personale scolastico ha lavorato effettivamente nelle Scuole in presenza degli studenti. Per alcune Scuole, il periodo considerato nell'analisi predisposta dalla Provincia ha incluso anche una parte consistente di didattica online, fatta sia da casa che da Scuola, ma senza la presenza fisica degli studenti. Mettere assieme periodi di didattica in presenza con periodi di didattica online mescola le cose, tendendo a mascherare il possibile incremento della probabilità di contagio legato al contatto con gli studenti.

Nel rapporto sui contagi in ambiente scolastico non vengono specificati i dati dei contagi veri di tutta la popolazione trentina (coerentemente con la linea elusoria fin qui seguita dalla Provincia). Leggo a pagina 10 del rapporto:

"Tale dato quindi, pur parziale, consente un confronto di massima con il dato di prevalenza di positività della popolazione generale residente in provincia di Trento, pari a 4,2%. La prevalenza di Covid 19 della popolazione trentina è disponibile solo per i tamponi molecolari, pertanto il confronto con i positivi nella popolazione scolastica va fatto rispetto ai soli tamponi molecolari. Da tale confronto emerge che la percentuale di positività complessiva del personale scolastico di ruolo è pari a 3,3%, inferiore dunque rispetto a quella della popolazione generale."

Questa affermazione oltre ad essere furbescamente elusiva, contiene anche un dato clamorosamente FALSO. La prevalenza pari al 4,2% a cui si fa riferimento nel documento corrisponde al dato dei contagi comunicato alla Protezione Civile Nazionale in data 8 gennaio 2021, ma si riferisce all'intero periodo della pandemia. Lo scorso 13 settembre risultava già contagiato l'1% della popolazione trentina e quindi i nuovi contagi (ufficiali ovvero solo molecolari) riscontrati nel periodo 14 settembre - 8 gennaio hanno riguardato il 3,2% della popolazione trentina, più o meno la stessa percentuale dei contagi riscontrati con il tampone molecolare tra il personale scolastico.

Il confronto, per avere senso, non può essere limitato ai soli tamponi molecolari che - soprattutto durante il mese di novembre - hanno rappresentato solo la punta dell'iceberg della pandemia. Dobbiamo considerare tutti i positivi, inclusi quelli rilevati solo con il tampone rapido antigenico. Almeno per il personale scolastico questo dato è noto.

Per approfondire ulteriormente la nostra analisi dovremmo conoscere i dati disaggregati per fasce d’età, ma questa informazione non è disponibile. Dobbiamo accontentarci di un confronto basato solo sui dati complessivi che è comunque molto significativo.

Nel periodo 14 settembre – 8 gennaio la Provincia ha segnalato alla Protezione Civile Nazionale 17.658 contagi, corrispondenti ai soli positivi molecolari. Il numero vero è molto superiore: quanto sia esattamente temo che non lo sapremo mai, ma sulla base delle mezze ammissioni e dei dati circolati informalmente, ho stimato che ci siano stati circa 37.700 contagi, circa 20.000 contagi in più rispetto a quelli ufficiali. Sappiamo che 13.300 contagi sono spariti dalle statistiche durante il picco pandemico di novembre. Il resto corrisponde ai contagi non inseriti nelle statistiche alla fine di ottobre e nel periodo 1 dicembre - 8 gennaio.

A questo punto abbiamo tutti i dati per fare un confronto e vedere se ci sono delle differenze statisticamente significative. Il metodo utilizzato per confrontare i dati richiede l’uso di uno strumento elementare della statistica: il calcolo del chi-quadro e del conseguente p-value. Non mi dilungo nei dettagli tecnici: l’unica cosa importante da sapere è che una eventuale differenza viene considerata "statisticamente significativa" (ovvero non dovuta a mere fluttuazioni statistiche) solo quando il p-value scende sotto ad una certa soglia. Vogliamo essere rigorosi e quindi usiamo come valore massimo accettabile 0,001.

Riporto la tabella utilizzata per la stima del chi-quadro in modo che chiunque possa verificare se i numeri che ho utilizzato sono corretti (pronto ovviamente a rivedere la stima nel caso in cui alcuni dati fossero sbagliati):


Contagiati Non contagiati Somma righe
% Contagio
Personale Scuola 959 8.422 9.381 10,2%
Resto del Trentino 36.741 493.875 530.619 6,9%
Somma colonne
37.700 502.300 540.000


Vedete che a fronte di una probabilità di contagio pari al 6,9% per la popolazione generale, il personale della Scuola ha registrato un livello di contagio del 10,2%. In pratica quasi il 50% in più di contagi. La differenza è statisticamente significativa perché il valore del chi-quadro è pari a 151, corrispondente ad un p-value molto minore di 0,001.

Se avessimo tolto dall'analisi i periodi durante i quali una parte del personale scolastico era impegnato in didattica online, probabilmente, l'aumento della probabilità di contagio sarebbe stato ancora maggiore. Ricordo inoltre che, a differenza degli studenti, solo una minima parte del personale della Scuola usa i mezzi pubblici per raggiungere il posto di lavoro e quindi, almeno per loro, non possiamo imputare l'aumento dei contagi ad eventi avvenuti al di fuori dagli edifici scolastici.

Ribadisco: il personale della Scuola ha avuto un livello di contagio molto superiore rispetto al resto della popolazione trentina (esattamente l'opposto di quanto sostenuto a pag. 10 del rapporto).

Come ho detto all’inizio, per fare una analisi più accurata bisognerebbe disaggregare i contagi per classi d’età, ma i dati per fare questa stima ce li ha solo la Provincia. 
 
Ovviamente se la Provincia Autonoma di Trento volesse contestare i risultati della mia analisi, sono disponibile ad un ampio confronto.

5 commenti:

  1. Grazie, trovo il post estremamente interessante, soprattutto se consideriamo che da fine ottobre circa era praticamente impossibile contagiarsi in contesti legati alla scuola superiore... quindi cadrebbe l'ipotesi che i bambini non trasmettono il virus; ovviamente si potrebbe scoprire che quasi tutti i contagi si sono avuti in ottobre e fino a inizio novembre. In ogni caso quando leggo questi dati mi viene sempre da chiedermi come mai non ci siano stati tra i morti personaggi illustri o prof conosciutissimi (cosa che invece è accaduta spesso in altre Regioni). E' come se il virus ci fosse, ma fosse ben controllato (per chi non è anziano), e questo mi pare diverso da quel che accade nel resto del territorio italiano. Il motivo può essere il modo in cui vengono comunicati i dati e le notizie (molto diverso da quel che accade in altri territori) o l'età media del personale della scuola trentino?

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    1. Per fortuna il personale della Scuola non appartiene alla fascia d'età più a rischio per le complicanze gravi della Covid-19. Mi risulta che siano molto pochi i dipendenti con età superiore ai 65 anni.

      Questa analisi, se i dati saranno confermati, dimostra che non è vero che la Scuola è un posto dove il virus non si diffonde. Tra l'altro solo una minima parte del personale della Scuola usa i mezzi pubblici per raggiungere il posto di lavoro e quindi, almeno per queste categorie, non possiamo imputare i contagi ad eventi che avvengono fuori dagli edifici scolastici.

      Come ho scritto nel post, questa è solo una analisi molto preliminare. Sarebbe interessante avere informazioni più dettagliate ed approfondire la questione perché sarebbe uno studio di interesse generale, potenzialmente estendibile anche a realtà diverse dal Trentino.

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  2. Qui il rapporto integrale a cura del Dipartimento Prevenzione APSS Trento, a cura del Team "Covid e Scuola":
    https://www.vivoscuola.it/content/download/92533/1962118/version/1/file/Report%2B21%2Bgennaio%2BDEF.pdf
    Anzi, non è un rapporto, ma un report(!)

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  3. La figura 3 a pag. 9 del Rapporto del Gruppo trentino "Covid e Scuola" non è venuta bene. Si veda la figura originale a pag. 15 (9) nel "Rapporto ISS COVID-19  n. 63/2020" all'indirizzo:
    https://www.iss.it/documents/20126/0/Rapporto+ISS+COVID-19+n.+63_2020.pdf/7b3d3626-3982-f7a1-86ef-1ede83e170a4?t=1609758939391

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  4. Allarme dalle scuole materne: tantissimi insegnanti malati di Covid, e non si trovano i sostituti
    Daniele Benfanti - adige.it – 2 febbraio 2021

    È emergenza insegnanti nelle scuole dell’infanzia trentine. La spia d’allarme è stata accesa ieri pomeriggio nell’assemblea (online) della Federazione trentina delle scuole materne, che compie 70 anni e che gestisce 134 scuole (un centinaio rappresentate ieri in assemblea). «Siamo in difficoltà nel reperire supplenti - ha sottolineato il presidente Giuliano Baldessari - a causa della ristrettezza degli elenchi. Le assenze di insegnanti per malattia da Covid e quarantene richieste per vicinanza a persone contagiate ha acuito il problema. Con i sindacati abbiamo stipulato un accordo per poter attingere anche tra i “senza titoli” ma non è la soluzione ottimale».

    Dalla riapertura delle scuole dell’infanzia, a metà 2020, si sono ammalate di coronavirus 139 insegnanti su 1.179 (POCO PIU’ DEL 10%), 63 tra cuochi e operatori d’appoggio su 629 (IL 10%) e sono finiti in quarantena 26 gruppi-sezione, con una media di 4-5 in contemporanea. Numeri gestibili, dunque, in un anno difficile e di rischio calcolato per poter mantenere in presenza l’educazione e la socialità dei più piccoli.

    Nella sua relazione il presidente Baldessari non ha rinunciato a rilevare la difficoltà di interlocuzione con la Giunta e l’amministrazione provinciale, nell’ottenere risposte e nell’essere ascoltati tempestivamente. All’assessore provinciale Mirko Bisesti, intervenuto in videoconferenza, è stato chiesto un incontro a breve. Bisesti ha annunciato che, nonostante i ritardi a livello europeo nella campagna di vaccinazione, gli educatori dei nidi e gli insegnanti di scuola dell’infanzia SARANNO I PRIMI, nel mondo scolastico, a ricevere il vaccino.

    (NdC) Torna fuori la quota "accertata" del 10%...

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