venerdì 15 gennaio 2021

Anticipazioni sul rapporto settimanale ISS numero 35 sullo stato della pandemia

Il rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità circola, per il momento, sotto forma di bozza e sarà reso pubblico nella sua forma definitiva entro la serata di oggi. 

Secondo anticipazioni di stampa, la Provincia Autonoma di Bolzano sarebbe stata rimessa in zona rossa, mentre la Provincia Autonoma di Trento rimarrebbe tra le pochissime Regioni/PPAA in zona gialla. Mi riservo di commentare questo fatto quando sarà disponibile la forma finale del rapporto e soprattutto il dettaglio del dato dei contagi che la Provincia autonoma di Trento ha comunicato all'ISS. 

Nel frattempo vi mostro l'andamento dell'indice di trasmissione del contagio rilasciato dall'ISS confrontandolo con quello della stima ottenuta con il mio solito modellino empirico. Dopo la discrepanza registrata la scorsa settimana il dato ISS è tornato più o meno in linea con le previsioni del mio modellino.

Come avevo scritto a suo tempo, la mia stima per il 30 dicembre era stata influenzata al ribasso dallo scarso numero di tamponi fatti durante il lungo week-end natalizio. Ricordo che il mio modello usa i dati della Protezione Civile Nazionale che contengono tutti i contagi, inclusi quelli asintomatici. Il crollo di tamponi fatti nel periodo natalizio ha certamente prodotto una forte riduzione di questi casi, mentre quelli sintomatici (che sono i dati utilizzati da ISS) sono stati comunque rilevati.

I punti rossi sono quelli comunicati dall'Istituto Superiore di Sanità e sono basati sui soli contagi sintomatici. I punti blu sono quelli basati sul mio modellino empirico e utilizzano i dati della Protezione Civile Nazionale che includono tutti i contagi, inclusi gli asintomatici.

Aldilà della discrepanza natalizia, le due serie di dati mostrano un andamento comune:  l'indice di trasferimento del contagio R mostra una chiara tendenza a crescere, anche se - almeno per il momento - non registra ancora valori superiori a circa 1,5 che comporterebbero un raddoppio dei contagi in tempi molto brevi. 

Siamo sostanzialmente su valori simili a quelli registrati a fine settembre (vedere la parte sinistra del grafico). Il timore delle Autorità sanitarie nazionali è quello che si ripeta una situazione simile a quella dello scorso mese di ottobre, quando l'indice R mostrò una rapida crescita in coincidenza con la seconda ondata pandemica. Aldilà delle analogie puramente "grafiche" c'è il timore che la circolazione di nuove varianti virali caratterizzate da maggiore contagiosità possa riportarci in una condizione decisamente critica. Con l'aggravante che - a differenza di inizio ottobre - attualmente ci troviamo con gli ospedali ancora pieni e quindi sarebbe molto più difficile fronteggiare un ulteriore aggravamento dell'emergenza sanitaria.


6 commenti:

  1. Coronavirus, il report Gimbe: “Affidarci solo al vaccino è rischioso, serve stretta immediata e rigorosa”
    14 Gennaio 2021 - ilfattoquotidiano.it

    Aumentano contagi e decessi, crescono le curve di ricoveri con sintomi e nelle terapie intensive e questo ha portato gli ospedali di metà delle regioni italiane oltre la soglia di saturazione. L’ultimo report della Fondazione Gimbe, basato sul monitoraggio del coronavirus dal 6 al 12 gennaio, consegna un quadro tutt’altro che tranquillo nei giorni che seguono le festività.

    E proprio i ricercatori lanciano un appello per “un’immediata e rigorosa stretta”, spiegando che in questa situazione è “rischioso puntare tutto sul vaccino”, con il rischio di vivere “un anno di difficile convivenza con il virus, con ospedali CICLICAMENTE al limite del collasso, continue strette e allentamenti e un aumento inesorabile dei decessi“.

    Rispetto alla settimana precedente, riferiscono i ricercatori, il numero di contagi registrati è passato da 114.132 a 121.644, anche se si è assistito a un leggero calo del rapporto tra positivi e casi testati: dal 30,4% al 29,5% grazie al maggior numero di tamponi effettuati dal 6 al 12 gennaio, con quasi 90mila test e 36mila persone tamponate in più.

    Se i casi attualmente positivi rimangono sostanzialmente invariati, intorno ai 570mila, a preoccupare è l’aumento, anche se lieve, dei ricoverati con sintomi (23.712 contro i 23.395 della settimana precedente) e dei pazienti in terapia intensiva (2.636 contro 2.569). Fattore che ha ulteriormente accresciuto la pressione sulle strutture ospedaliere del Paese.

    “I dati – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione – confermano la lenta risalita dei nuovi casi settimanali e, sul versante ospedaliero, il costante aumento di ricoveri e terapie intensive, dove l’occupazione da parte di pazienti Covid supera in dieci Regioni la soglia del 40% in area medica e quella del 30% delle terapie intensiva. A quasi un anno dallo scoppio della pandemia nel nostro Paese, non possiamo più permetterci di inseguire affannosamente il virus”.

    Ma fare affidamento solo sulla vaccinazione su larga scala, spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari di Gimbe, pone la popolazione di fronte a grandi rischi: ” Nel primo trimestre 2021, con una copertura vaccinale minima ci si attende un’elevata circolazione del SARS-CoV-2 (con preoccupanti incertezze sulle nuove varianti) ed elevato impatto del Covid-19 sui servizi sanitari.

    Di conseguenza, per centrare l’obiettivo di eliminazione del virus è indispensabile attuare rapidamente la strategia soppressiva, al fine di ridurre in modo rilevante i casi attualmente positivi e appiattire la curva epidemica”. Restrizioni, quelle invocate da Gimbe, che si rendono ancora più necessarie considerati, sostiene Cartabellotta, “i modesti risultati ottenuti dal sistema delle Regioni ‘a colori’ e le incognite legate all’efficacia del vaccino soprattutto in termini di riduzione dei quadri severi di malattia e di trasmissione del virus.

    Continuando con le strategie di mitigazione, sarà realisticamente IMPOSSIBILE riprendere un tracciamento efficace e l’unico auspicio non potrà che essere quello di raggiungere presto adeguate coperture vaccinali. Questo però significa accettare il rischio di una circolazione virale intermedia con gravi ripercussioni sulla salute e sull’economia ancora fino al prossimo autunno”.

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  2. Witch calls colour (“strega comanda colore”)
    15 gennaio 2021 - di Michele Bocci – repubblica.it

    In base ai dati, questa settimana la Lombardia e la Provincia di Bolzano diventano rosse. Ma sia la Regione che la Provincia Autonoma si appellano ai giudici e presentano ricorso.

    "Non condividiamo la scelta di inserirci in zona rossa per cui, qualora dovesse arrivare questa ordinanza, proporremo ricorso" annuncia il presidente della Regione, Attilio Fontana, in una nota. "In Lombardia negli ultimi 15 giorni la situazione è migliorata almeno per classificarci in zona ARANCIO. Attendiamo l'ufficialità dal Ministero della Salute, ma siamo pronti a presentare ricorso".

    “Lunedì le scuole non riaprono. Io credo che la zona rossa sia sinceramente UNA PUNIZIONE che la Lombardia non si merita, perché ha fatto tanti sacrifici in questo periodo, i cittadini si sono comportati tutti molto bene e oggettivamente la zona rossa è estremamente penalizzante».


    + Manlio Viola - blogsicilia.it +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

    Rossa è anche la Sicilia, che avrebbe dati da ARANCIO, ma sarà messa ri-classificata su richiesta del suo presidente. La Sicilia sarà “zona rossa” dalla mezzanotte tra sabato e domenica (17 gennaio) per due settimane (fino a domenica 31 gennaio). Lo stabilisce l’ordinanza firmata dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che recepisce i contenuti dell’ultimo Dpcm e in linea con quanto deciso dal governo nazionale per l’Isola.

    In Sicilia sarà un vero e proprio LOCKDOWN. Alle regole previste dalla normativa nazionale per la “zona rossa”, nell’ordinanza del presidente Musumeci, d’intesa con l’assessore alla Salute Ruggero Razza, sono state aggiunte alcune misure ancora più restrittive.

    Per quanto riguarda le lezioni scolastiche, saranno in presenza i servizi educativi per l’infanzia (asili nido), la scuola dell’infanzia, la primaria e il primo anno delle scuole medie, come prevede il Dpcm, mentre per le altre classi si continuerà con la didattica a distanza.

    “Ho appena firmato l’ordinanza con la quale si recepisce il Dpcm e quindi la condivisione che il ministro Speranza ha voluto fare della nostra richiesta di istituire in tutta la Sicilia la zona rossa – afferma il presidente Musumeci – I dati dei contagi sono ALLARMANTI e purtroppo non c’è altra soluzione. Non si può giocare con la vita e la salute delle persone. Sono convinto che l’ordinanza senza le misure di vigilanza e senza le necessarie sanzioni rischia di essere inutile. Ecco perché rivolgo ancora una volta un appello ai prefetti e ai sindaci perché le forze dell’ordine e la polizia municipale possano essere mobilitate per questo tipo di attività”.

    Divieto di entrata e di uscita dal territorio regionale, divieto di accesso e allontanamento dal proprio Comune, salvo che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Vengono mantenuti i controlli per i passeggeri in arrivo nell’Isola (registrazione obbligatoria sul sito dedicato e tampone rapido).
    Divieto di CIRCOLARE, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico e privato, all’interno del territorio comunale, ad eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria.
    Sono vietati anche GLI SPOSTAMENTI, una volta al giorno, verso una sola abitazione privata nei limiti di due persone per fare visita ad amici e parenti (diversamente da quanto previsto dal Dpcm).
    Restano sospese tutte le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per la vendita di generi alimentari e di prima necessità. Aperti lavanderie, barbieri e parrucchieri, edicole, tabaccai, farmacie e para-farmacie.
    Sospese le attività di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie). Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nonché, fino alle 22, la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dei locali

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  3. Coronavirus, l’anomalia trentina
    tiziano grottolo - ildolomiti.it

    Pochi giorni fa, il presidente Fugatti, rivolgendosi in aula ai consiglieri di opposizione e riferendosi alla questione dai dati reali ha dichiarato:

    “Credo che quello che ha fatto il Trentino se fosse stato completamente sbagliato qualcuno avrebbe alzato il telefono e ci avrebbe detto ‘signori cosa state combinando’. Credo che se ci fosse stato qualcosa di così clamorosamente sbagliato qualcuno si sarebbe alzato e ce lo avrebbe detto”.

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    1. La stessa domanda ce la poniamo in tanti. Perché nessuno a Roma ha verificato la consistenza dei dati forniti dal Trentino?

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    2. Quando si dice "essere in tutt'altre faccende affaccendati"... (NdC)

      Stefano Feltri – 17 gennaio 2021 - editorialedomani.it

      Il senso di un governo Conte 2 (o Conte 3) non può essere cercato nell’agenda dei suoi azionisti (PD e CinqueStelle), ma soltanto in quella promessa di buon governo che è anche il programma unico del presidente del Consiglio Conte.

      I risultati finora sono apprezzati soprattutto da chi applica valutazioni comparative: certo, con il negazionismo leghista di Salvini forse i morti sarebbero il doppio, e magari con l’irruenza di Matteo Renzi a Bruxelles avremmo la metà dei 200 miliardi di Next Generation Eu. Anche nella gestione della pandemia c’è chi ha fatto errori più marchiani all’estero, vedi Gran Bretagna e Francia.

      Ma forse C’E’ UNA CORRELAZIONE tra il fatto che l’Italia ha il numero più alto di morti, oltre 81mila, e il fatto che il Ministro della Salute avesse previsto per l’autunno il tour promozionale del suo libro “Perché guariremo” invece che la seconda ondata.

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  4. Coronavirus, contagi in discesa rispetto a una settimana fa. Agenas: occupazione posti letto in lieve calo
    ilfattoquotidiano.it – domenica 17 Gennaio 2021

    Ora che la settimana si è conclusa, è possibile fare un confronto con i numeri delle settimane precedenti per comprendere meglio l’andamento della curva epidemiologica. Con una premessa: in questo calcolo non vengono ancora inclusi i positivi rintracciati tramite test antigenici, dal momento che il dato è stato inserito nel consueto bollettino del ministero della Salute solo da pochi giorni.

    Da lunedì 11 gennaio a domenica 17 gennaio sono stati accertati in tutta Italia 102.558 positivi al Covid, un dato in discesa rispetto ai 120.667 della settimana precedente (4-10 gennaio): si tratta di un primo segnale di miglioramento dopo l’incremento osservato durante la conclusione delle vacanze di Natale. Due settimane fa, infatti, cioè a cavallo di Capodanno, i contagi settimanali (28 dicembre – 3 gennaio) erano a quota 107.775.

    Stabili i decessi, nonostante il dato rimanga drammatico: da lunedì a oggi sono morte 3.422 persone a causa della Covid, mentre la scorsa settimana il totale è stato pari a 3.423.

    Sul fronte ospedaliero, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali rileva una lieve riduzione dei ricoveri. Al 16 gennaio l’occupazione delle terapie intensive scende al 29% a livello nazionale, cioè sotto la soglia considerata critica del 30%. Scende di un punto percentuale anche l’occupazione dei posti in area non critica, arrivati a quota 36% (qui il livello d’allarme è fissato al 40%).

    Dall’inizio della pandemia a oggi sono 2.379.043 le persone risultate positive al Covid-19 nel nostro Paese, di cui mezzo milione solo in Lombardia. Sono 82.177 le vittime totali, mentre 1.745.726 cittadini sono guariti o sono stati dimessi dall’ospedale.

    Attualmente i contagiati sono 553.374, di cui 528.114 in isolamento domiciliare. Ancora sopra quota 20mila i ricoverati nei reparti Covid, mentre sono 2.503 i pazienti per cui si è reso necessario il ricovero in terapia intensiva.

    Con 550mila contagiati è evidentemente impensabile riuscire a fare contact tracing, come dice la Fondazione Gimbe da settimane (NdC).

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