giovedì 7 gennaio 2021

Come vanno le cose in Europa?

ECDC ha rilasciato il suo aggiornamento settimanale sullo stato della pandemia in Europa. Partiamo dalla mappa dei contagi (riferiti alle due settimane terminate mercoledì scorso e normalizzati rispetto ad un campione di 100.000 abitanti), con la novità della Gran Bretagna diventata "zona grigia" a causa della Brexit: 

Come vedete la tendenza generale è verso la parte scura della scala dei contagi. Il dato complessivo dei contagi in Europa è rimasto su livelli più o meno stabili durante l'ultimo mese. Si tratta chiaramente di una situazione instabile che potrebbe rappresentare il punto di partenza per una nuova forte crescita dei contagi, analogamente a quanto già successo in alcuni Paesi.

Qui di seguito, vediamo i valori dettagliati dei contagi e dei decessi (sempre riferiti a due settimane e a 100.000 abitanti). Ai dati della mappa ho aggiunto i valori della Gran Bretagna.

Ovviamente bisogna tenere conto che la capacità di intercettare i casi positivi può variare molto da Paese a Paese, così come possono cambiare i criteri adottati per il calcolo dei decessi attribuiti alla Covid-19. In generale ci aspettiamo che, al netto dei fenomeni legati alle diversità demografiche (percentuale di anziani) presenti nei diversi paesi, ci sia una forte correlazione tra contagi e decessi. La tabella mostra forti discrepanze che non possono essere attribuite solo a fattori demografici. Probabilmente ci sono Paesi che usano criteri molto restrittivi per classificare i decessi attribuiti a Covid- 19.


Contagi Decessi
Lithuania 1199,3 11,5
Czechia 1119,2 15,6
Liechtenstein 1024,0 28,7
Slovenia 959,2 25,1
United Kingdom 922,2 11,4
Sweden 785,1 3,3
Netherlands 759,7 6,5
Cyprus 717,7 4,6
Slovakia 674,5 17,7
Latvia 601,9 12,6
Denmark 590,4 5,8
Estonia 583,3 5,8
Portugal 517,0 9,6
Luxembourg 464,6 10,8
Ireland 455,6 2,1
Croatia 422,7 20,0
Italy 335,1 10,8
Austria 320,0 11,7
Germany 319,0 10,0
Poland 316,7 9,9
Spain 297,4 3,9
Malta 277,2 6,1
France 272,2 6,7
Romania 253,1 8,2
Hungary 242,7 17,3
Belgium 174,1 7,8
Bulgaria 169,4 15,3
Norway 149,0 0,8
Greece 84,2 7,3
Finland 68,1 1,4
Iceland 31,4 0,3

Notiamo che Austria e Germania mostrano numeri abbastanza simili a quelli italiani. La Francia ha numeri leggermente migliori, mentre della Slovenia è piuttosto critica.

Norvegia, Finlandia e Islanda si confermano come i Paesi meno colpiti dalla pandemia.

Gli stessi dati mostrati in tabella sono stati rappresentati nella figura seguente:

Il punto rosso corrisponde ai dati italiani. I due punti blu posti nelle immediate vicinanze del punto rosso rappresentano Austria e Germania. Il cerchio verde individua i dati dei Paesi che in questo momento stanno subendo meno danni a causa della pandemia: Finlandia, Islanda e Norvegia. La linea tratteggiata rappresenta l'andamento medio del rapporto tra decessi e contagi
 

Pur tenendo conto del fatto che i contagi seguono i decessi con un ritardo mediano dell'ordine di due settimane notiamo l'estrema variabilità del rapporto esistente tra decessi e contagi nei diversi Paesi europei. La linea tratteggiata rappresenta il valore medio di tale rapporto pari a circa l'1,7% (si registrano circa 17 decessi per ogni 1000 contagiati).

Il dato italiano dei decessi è quasi doppio rispetto al valore medio atteso sulla base dei contagi. Qualcuno sostiene che sia un indice di debolezza del nostro sistema sanitario. Può essere, anche se personalmente propendo per l'ipotesi che altri Paesi sottostimino largamente i decessi Covid-19. 

Il grafico mette in evidenza situazioni che potremmo definire estreme. Ad esempio, la Bulgaria e la Repubblica Ceca mostrano livelli di decessi pari a circa 15. La Repubblica Ceca ha un livello di contagi superiore a 1100, contro i soli 170 contagi della Bulgaria. Apparentemente inspiegabile, a meno di non supporre che il numero di contagi della Bulgaria sia clamorosamente sottostimato.




4 commenti:

  1. Prof. Bassi, una curiosità.
    Come ha calcolato la pendenza della retta tratteggiata con cui fare i raffronti?
    Ho visto che se su un certo insieme di paesi calcolo il rapporto "decessi totali/casi totali" ne esce un dato diverso dalla media ponderata (in base alla popolazione) dei singoli rapporti "decessi/casi" relativi ad ogni singolo paese. Dato che la differenza può essere abbastanza significativa le chiedo lumi su quello che secondo lei è l'approccio più corretto per questo calcolo. Grazie

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    1. Il valore assoluto è senz'altro diverso perché la letalità si calcola considerando tutti i casi e tutti i decessi, eventualmente separando i dati in blocchi corrispondenti alle diverse ondate pandemiche purché siano ben separate.

      Lo scopo del mio conto non era quello di calcolare la letalità, ma di evidenziare come i dati limitati nel tempo (2 settimane) di decessi e contagi fossero legati. Sappiamo che c'è un certo ritardo tra contagi e decessi, ma veniamo da un periodo in cui il livello dei contagi (mediamente) è cambiato poco. Si tratta ovviamente di un calcolo approssimato, senza pretese di completezza.

      Ho fatto un fit lineare di tutti i dati, senza bias (la retta passa per l'origine degli assi). Non ho usato il peso della popolazione per evitare che i Paesi più grandi influenzino il risultato. Lo scopo è quello di vedere se, criteri diversi, possano portare ad un andamento diverso del rapporto tra decessi e contagi.

      Per far bene bisognerebbe pesare i dati tenendo conto delle differenze demografiche. Ad esempio, In Irlanda dove c'è l'indice di vecchiaia più basso d'Europa mi aspetto un valore minore del rapporto tra decessi e contagi. L'opposto in Paesi come l'Italia dove la struttura demografica è molto più spostata verso l'alto.

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  2. Ho trovato utile prender copia dal sito di ECDC ( https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/data-national-14-day-notification-rate-covid-19) del file .xlsx dei numeri settimanali dei nuovi infetti e nuovi decessi per tutte le 53 settimane del 2020, relativi ai Paesi che vanno dall'Afghanistan allo Zimbabwe.
    Si possono disegnare i due grafici annuali per i diversi Paesi e capirne le differenze. Io adesso mi sono limitato all'Italia e ho trovato la conferma, se ce ne fosse stato bisogno, della distanza di circa 25 giorni fra il picco dei nuovi infetti e il successivo picco dei nuovi decessi; l'intervallo è centrato sulla terza settimana di novembre.
    Confrontando ancora questo risultato con la distanza fra le due solite curve cumulative di Infetti e Usciti dal virus nella 2° ondata, si vede che, volendo a tutti i costi fare raffronti di letalità Covid di fine anno fra i diversi Paesi, si dovrebbe, per l'Italia, dividere i nuovi decessi delle settimane 52 e 53 per i nuovi infetti delle settimane 48 e 49.
    Le differenze fra Paesi, comunque, dipendono da molti fattori, come la demografia di ciascuno, la qualità del sistema sanitario, oltre che dal modo in cui stati individuati infetti e deceduti, come ricordava il Prof. Bassi.

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  3. venerdì, 08 gennaio 2021

    Covid: l’Austria prolunga lockdown fino al 24 gennaio
    Bocciata la proposta di farsi testare per poter accedere al lavoro

    In Austria il lockdown (inizialmente fino al 10 gennaio) viene prolungato fino a domenica 24 gennaio. L'opposizione ha bocciato la possibilità che era stata prevista di farsi testare per poter accedere al lavoro e pertanto commercio, gastronomia, turismo e scuole restano chiuse fino al 24 gennaio.

    Così il presidente del gruppo parlamentare OeVP August Woeginger in un'intervista all'Agenzia di stampa austriaca Apa. Precedentemente era stata prevista l'apertura il 18 gennaio, per chi fosse risultato negativo al test.

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