venerdì 8 gennaio 2021

Israele punta all'immunità di gregge entro pochi mesi

Mentre il resto del mondo si perde in discussioni e segnala ritardi più o meno giustificati, Israele sta dimostrando una formidabile capacità organizzativa e punta a raggiungere entro pochi mesi l'agognata immunità di gregge. Il dato sul progresso delle vaccinazioni in Israele è impressionante:

Tratto da Our World in Data

Ormai circa il 20% della popolazione israeliana ha già ricevuto la prima dose vaccinale. Notate la progressione pressoché costante nel tempo delle vaccinazioni: Israele ha messo a punto un formidabile sistema di somministrazione del vaccino che lavora con ritmi sostenuti durante gran parte delle 24 ore. La pendenza della retta corrispondente alle vaccinazioni fatte in Israele non trova confronti in nessun altro Paese al mondo.

Il caso israeliano potrebbe essere spiegato - almeno in parte - tenendo conto che si tratta di un Paese di medie dimensioni (poco meno di 9 milioni di abitanti) con una forte densità abitativa (402 abitanti per chilometro quadrato, quasi 4 volte il dato medio dell'Europa). I dati demografici di Israele corrispondono - più o meno - a quelli della Lombardia. I problemi logistici sono certamente ridotti rispetto a Paesi di maggiori dimensioni. Ma dietro a questo risultato c'è anche l'innegabile capacità di programmare la campagna vaccinale, dedicandole la massima priorità. 

L'esempio di Israele è importante perché - non dimentichiamolo - l'obiettivo dell'immunità di gregge non significa soltanto limitare le sofferenze e salvare molte vite umane, ma rappresenta la conditio sine qua non per uscire dalla crisi economica generata dalla pandemia. Chi ci riuscirà per primo potrà avere molti vantaggi anche dal punto di vista economico.

Viene da piangere a pensare alla nostra povera Italia dove alcuni politici continuano a mostrarsi sensibili alle sirene no-vax e - in alcune Regioni - stiamo andando a rilento nella somministrazione delle poche dosi vaccinali disponibili per una serie di banali motivi, a cominciare dalle difficoltà di reperimento delle siringhe adatte per la preparazione e la somministrazione del vaccino.

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