venerdì 1 gennaio 2021

Fugatti e la pandemia: poche idee ed anche piuttosto confuse

Il Presidente pro-tempore della Provincia Autonoma di Trento non si è mai distinto per lucidità e chiarezza quando parla della pandemia. Forse certe cose non le ha proprio capite o forse i suoi tecnici non gliele hanno spiegate bene. Lui talvolta ripete numeri a sproposito e tutti i giorni - immancabilmente - se la prende con "gli anziani che non sarebbero abbastanza prudenti e finiscono per riempire gli ospedali".

Temo che a furia di nascondere ai trentini i veri numeri della pandemia il Presidente abbia finito per credere ai suoi numeri farlocchi. Se volesse informare i cittadini in modo serio e convincente dovrebbe - tanto per cominciare - farci sapere quante sono realmente in Trentino le persone attualmente positive.

Grazie al Comune di Trento sappiamo che ci sono quasi 1.000 persone attualmente positive solo nella città capoluogo. Se osserviamo le statistiche ufficiali della Provincia gli attualmente positivi di tutto il Trentino sarebbero poco meno di duemila. I casi sono due: o a Trento c'è un'aria particolarmente malsana, oppure il dato degli attualmente positivi comunicato dalla Provincia è falso perché non tiene conto di coloro (diciamo circa 2-3.000 persone) che sono state trovate positive con il solo tampone antigenico e che, probabilmente il tampone molecolare lo faranno solo dopo che sono tornate virologicamente negative. La solita vecchia storia che si trascina ormai dallo scorso mese di novembre.

Se andiamo a vedere i dati del Comune di Trento (quelli completi e non quelli parziali comunicati dalla Provincia) vediamo che le persone di età superiore ai 70 anni che in questo momento risultano positive a Trento sono il 19% del totale. La media nazionale, durante gli ultimi 30 giorni, è stata pari al 17,6% del totale. La differenza tra il dato della Città di Trento ed il dato nazionale non è statisticamente significativa (p-value = 0,27).

In conclusione gli anziani in Trentino contraggono la Covid-19 con una probabilità più o meno simile a quella di tutto il resto d'Italia. Il dato per gli anziani  che sono ricoverati nelle RSA potrebbe essere diverso (ma noi comuni cittadini non lo conosciamo), ma se parliamo della maggioranza degli ultra settantenni (incluso il sottoscritto) credo di poter assicurare il Presidente che non siamo vecchietti scapestrati che non rispettano le regole di prevenzione. Ci ammaliamo, purtroppo, perché il virus circola molto intensamente, con valori confrontabili rispetto a quelli veneti (anche se i dati ufficiali del Trentino considerati dall'Istituto Superiore di Sanità contano solo una parte minima dei contagi). Anche le stime che l'ISS fa dell'indice di trasmissione del contagio nel Trentino sono prive di senso perché basate su dati inconsistenti.

Forse sarebbe il caso che il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, invece di prendersela a sproposito con i suoi cittadini anziani, prendesse finalmente atto della gravità della situazione pandemica in Trentino. E, già che c'è, ci faccia avere un suo commento sui dati della mortalità in Trentino elaborati dall'ISTAT.

Gli ospedali sono pieni perché il virus circola troppo. Gli anziani sono solo le vittime di questa situazione e stanno pagando un prezzo altissimo per colpe non loro.

8 commenti:

  1. repubblica.it - 1 Gennaio 2021

    Covid, giovedì 7 gennaio 2021 tornerà il sistema dei colori: il governo attende i nuovi dati, ma 3 regioni rischiano subito la zona rossa

    Allo scadere del decreto di Natale, valido fino al 6 gennaio, tornerà il regime delle fasce regionali con i tre colori che prescrivono cosa possiamo o non possiamo fare. Il governo le determinerà dopo le verifiche degli esperti sull'andamento del contagio.

    La prossima settimana - la data non è stata ancora fissata - si riunirà la cabina di regia per il Monitoraggio regionale, che verifica proprio i dati epidemiologici sulla base dei 21 parametri. Subito dopo il governo prenderà le sue decisioni.

    A rischiare per ora sono soprattutto Veneto, Liguria e Calabria, che secondo l'ultimo report Iss hanno superato il valore 1 di Rt e che potrebbero essere collocate nella lista dei territori sottoposti a maggiori restrizioni. Lo stesso destino potrebbe capitare a Puglia, Basilicata e Lombardia che sono molto vicine a quella soglia.

    La decisione del governo arriverà dopo le verifiche effettuate dagli esperti sul nuovo report dell'Istituto Superiore di Sanità. L’ultimo report reso pubblico, quello del 30 dicembre, ha indicato varie criticità:
    - Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento ed Emilia Romagna hanno una probabilità superiore del 50% di superare la soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica in 30 giorni;
    - per Lombardia, Trento e Veneto lo stesso discorso vale per le terapie intensive.

    Dopo gli appelli di metà novembre, i presidenti delle Regioni e delle Province Autonome tornano a battere sul punto del calcolo dei tamponi veloci. Tra i nodi del documento delle Regioni al vaglio di ISS c'è, infatti, un diverso metodo di calcolo dei test ANTIGENICI e MOLECOLARI effettuati, che potrebbe poi influire sul tasso di positività:

    inserendo nel computo anche i tamponi veloci, il rapporto “infettati su test eseguiti” risulterebbe più basso e, quindi, sarebbe diverso il colore di ogni regione italiana. Ad essere rivalutata potrebbero essere anche la definizione dei casi e le strategie di esecuzione dei test.

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    1. Mi auguro che finisca la competizione vista fra diverse Regioni, escluso il Veneto e poche altre, col cercare di "dare i numeri" per andare o restare di un colore migliore. La differenziazione fra zone non ha funzionato neanche in Francia, né in UK, né in Germania: è solo l'illusione di poter "convivere" col virus senza però saperlo controllare come fanno in Estremo Oriente, Australia e Nuova Zelanda. Una chiusura seria con REGOLE UGUALI in tutta Italia sarebbe di nuovo l'attacco migliore al virus e ridarebbe un po' di unità a questo Paese, tanto sfilacciatosi in questi ultimi due mesi, con speranze più vaghe e problemi che si sommano.

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  2. Ha idea di come funziona il computo dei tamponi in Germania ed in Francia? Grazie.

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    1. Non ho dati specifici. Comunque l'ECDC ha preso posizione riguardo all'affidabilità dei tamponi antigenici e considera i positivi come tali anche se non sono stati confermati solo con il tampone antigenico. Il rischio, lo sappiamo, è quello di perdere dal conteggio i positivi a bassa carica (soprattutto se asintomatici), ma in tempi di grande circolazione del virus la limitata sensibilità degli antigenici è considerata dall'ECDC come un male minore.

      Immagino - ma non ho informazioni precise al riguardo - che altri Paesi abbiano adottato le linee guida ECDC e quindi non facciano differenze tra i due tipi di tamponi al fine del calcolo dei positivi.

      In Italia, l'ISS continua a ripetere che ci sta pensando (pressato anche da Regioni come Veneto e Piemonte), ma fino ad oggi non si è ancora mosso.

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  3. in fatto di idee confuse...

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    Screening di massa a Brunico, oltre 3600 cittadini testati. I positivi sono 31. Al via domenica anche a Predoi e Selva dei Molini

    Lo screening di massa organizzato per le giornate del 2 e 3 gennaio a Brunico, dopo un aumento consistente dei casi di contagio, ha ottenuto dei buoni risultati. Sono 3657 i cittadini già testati, 31 i positivi.

    Si prosegue anche domenica, quando anche Predoi e Selva dei Molini ospiteranno un testing volontario e gratuito, per un totale stimato di 550 + 1440 cittadini.

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    Temo a Brunico non abbiano letto il suo post di venerdì 27 novembre dal titolo: "Commento sui dati dello screening fatto in Alto Adige (con una raccomandazione per chi volesse imitarlo)"

    Sulla base delle specifiche, per il test rapido antigenico in oggetto ci attendiamo uno 0,6% di FALSI POSITIVI ovvero di persone che sarebbero non infette (negative al tampone molecolare), ma che il tampone antigenico individua erroneamente come positive.

    Non sono molte in percentuale, ma - se la prevalenza del campione di persone sottoposte a test è bassa - possono produrre un effetto ragguardevole.

    Lo 0.6% di 3657 è pari a 22 positivi...

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    1. I numeri degli screening di massa vanno letti con attenzione, specialmente se si usano i test rapidi antigenici.

      Da una parte siamo pressoché sicuri che non sono stati identificati molti positivi a bassa carica. Se erano persone in via di guarigione, poco male. Ma molti di loro potevano essere persone contagiate da poco, che diventereanno molto più contagiose nell'arco di pochi giorni. Solo facendo due test alla stessa popolazione nell'arco di circa una settimana potremmo cercare di capire l'entità di questo fenomeno. Ma questo renderebbe lo screening di massa molto più complesso e costoso.

      Quanto ai falsi positivi, basterebbe sottoporre a tampone molecolare le poche decine di positivi trovati con gli antigenici ed il problema sarebbe risolto. Io l'avevo suggerito a suo tempo alle Autorità sanitarie dell'Alto Adige, ma mi hanno risposto che "la verifica degli eventuali falsi positivi non rientra tra gli scopi del loro screening". Insomma i burocrati ragionano sempre allo stesso modo, anche se sono di lingua tedesca.

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  4. Tamponi: l’ISS certifica la correttezza della Regione Piemonte
    (Gianni Gennaro Regione Piemonte - 21 Dicembre 2020)

    L’ISS ha certificato che la Regione Piemonte ha comunicato correttamente al Ministero della Sanità e alla Protezione civile il numero dei tamponi effettuati:

    il report sugli scenari di rischio è giusto che conteggi ANCHE I TEST RAPIDI, in quanto non notificarli sottostimerebbe la diffusione del virus.

    Nessuna anomalia nella trasmissione dei dati, né tanto meno sulla definizione degli scenari che nelle scorse settimane hanno sancito il passaggio del Piemonte prima in zona arancione e poi in zona gialla.

    Vengono così a cadere le accuse, sollevate nei giorni scorsi, di aver fornito i risultati sia dei tamponi molecolari che di quelli rapidi PER FAR DIMINUIRE la percentuale giornaliera delle persone positive.

    Il tema era stato sollevato a seguito del ri-allineamento dei dati del Piemonte nel Bollettino quotidiano della Protezione civile, che nei giorni scorsi ha richiesto alle Regioni la trasmissione dei dati relativi solo ai tamponi molecolari.

    Una scelta che ha portato all’esclusione dal conteggio complessivo di circa 200.000 tamponi antigenici effettuati nelle scorse settimane.

    «La Regione - sottolinea Icardi, assessore alla Sanità - è sempre stata cosciente della regolarità del proprio operato. L’anomalia è nel bollettino nazionale, che non include gli antigenici: è necessario allinearlo alle disposizioni europee. Sapevamo di aver agito non solo correttamente, ma anche con grande attenzione e serietà, notificando tutti i casi positivi confermati sul territorio per avere una fotografia della situazione il più possibile puntuale e veritiera. Ora lo certifica anche l’ISS”.

    Il Report settimanale di monitoraggio è sempre stato elaborato dall’ISS tenendo conto sia dei tamponi molecolari che dei test rapidi antigenici comunicati dalla Regione Piemonte e dalle altre Regioni, in linea con quanto previsto dal decreto che definisce i criteri per monitorare il rischio sanitario. Lo stesso Istituto, con una nota trasmessa alla Regione Piemonte, scrive che “non viene prevista una specifica circa la tipologia di tampone”, includendo quindi per la valutazione sia i test molecolari che quelli antigenici.

    Non notificare i casi positivi risultati da tamponi rapidi, confermano ancora dall’ISS (nello specifico i test antigenici che per presenza di un link epidemiologico non richiedono conferma con test molecolare) avrebbe “verosimilmente portato nel periodo di novembre AD UNA SOTTOSTIMA della valutazione del rischio”.

    Al termine della riunione straordinaria della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni sull’utilizzo dei test antigenici del 22 dicembre 2020, il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, ha comunicato di aprire la stesura della prossima circolare ministeriale sull’utilizzo dei test antigenici al contributo delle Regioni e di ri-allineare il Bollettino nazionale ai dati comprensivi anche dei test antigenici”.

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    1. Rezza da un mesa sostiene di avere la nuova circolare sui tamponi antigenici "pronta", ma non la rilascia mai. Boh!

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