sabato 23 gennaio 2021

L'indice Rt stimato secondo il "rito ambrosiano"

 Aggiornamento 25 gennaio

Lombardia zona rossa per errore.
Fontana "ritratta" le accuse: "forse non è colpa di nessuno (sic!)"

 

Ogni giorno nascono nuovi modi per eludere i controlli dell'Istituto Superiore di Sanità basati sui famosi 21 indicatori. La stampa nazionale ha dato molto risalto al caso della Lombardia, classificata in zona rossa e riportata ieri in zona arancione dopo un braccio di ferro tra il presidente Fontana ed il ministro Speranza. Ci sono state accuse reciproche di aver sbagliato i calcoli. 

Vediamo come sono andate le cose nella realtà.

Partirei da un breve comunicato dell'Agenzia di stampa AGI che riporto qui di seguito:

(AGI) - Roma, 22 gen. - Nessun errore di interpretazione da  parte dei tecnici della cabina di regia sul dato lombardo: e' la  Regione ad aver rettificato il 20 gennaio i dati inviati la  settimana precedente, che avevano portato l'indice Rt a 1,4 e  fatto scattare la zona rossa. Lo scrive nero su bianco  l'Istituto Superiore di Sanita' in una relazione tecnica proprio  sulla questione Lombardia dopo il caos sui numeri. "Il valore Rt  calcolato sulla base della data di inizio sintomi dei soli casi  sintomatici (Rt sympt) - scrive l'Iss - calcolato sui dati  forniti dalla Regione nel DB aggiornato al 13 gennaio 2021 e  relativo al 30 dicembre 2020 era 1.4 (CI: 1.38-1.43)", che  identificava "la trasmissibilita' come compatibile ad uno  scenario di tipo 3", ossia la zona rossa. Tuttavia, riportano i  tecnici, "il 20 gennaio 2020, la Regione Lombardia ha inviato  come di consueto l'aggiornamento del suo DB. In tale  aggiornamento si constata anche una rettifica dei dati relativi  anche alla settimana 4-10 gennaio 2020. In particolare, si  osserva una rettifica del numero di casi in cui viene riportata  una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio  sintomi, quelli per cui viene data una indicazione di stato  clinico laddove assente". Sono cambiate insomma le proporzioni tra casi sintomatici e asintomatici, fattore decisivo visto che  l'Rt si calcola sui soli sintomatici.

Per capire cosa sia successo, bisogna ricordare alcuni punti fondamentali:

  1. L'indice Rt è un modo complicato che gli epidemiologi utilizzano per esprimere un concetto semplice: se Rt > 1 i contagi salgono nel tempo, se Rt < 1 i contagi scendono. Quando Rt > 1 la velocità con cui i contagi salgono è tanto più alta quanto più è alto il valore di Rt.
  2. Il valore di Rt prescinde dal valore assoluto dei nuovi contagi e fotografa solo la variazione. Ad esempio, se una regione avesse 1.000 nuovi contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti mantenendo questo altissimo livello di contagi costante nel tempo, le verrebbe assegnato un valore di Rt pari ad 1. Questo è - a mio parere - il principale elemento di debolezza del sistema dei 21 parametri. Purtroppo ce ne sono tanti altri e sono tali da rendere il sistema dei 21 parametri sostanzialmente inutile e facilmente eludibile. Ma questo è il sistema che ci siamo intestarditi ad utilizzare e ne paghiamo le conseguenze.
  3. L'ISS stima il valore dell'indice Rt sulla base della data di comparsa dei sintomi e quindi considera solo i casi sintomatici. Le Regioni/PPAA comunicano all'ISS i dati complessivi dei contagi specificando, ovviamente solo per i casi sintomatici, la data di inizio sintomi.
  4. Il 13 gennaio la  Regione Lombardia aveva comunicato dati che mostravano un forte aumento dei casi sintomatici. Il numero assoluto non era elevatissimo, ma la crescita c'era senza ombra di dubbio. Da qui la valutazione di Rt = 1,4 che ha sbattuto la Lombardia in zona rossa. Vi ricordo che Rt = 1,4 corrisponde - approssimativamente - ad un aumento dei contagi del 60% nell'arco di una settimana.
  5. Il 20 gennaio, la Lombardia ha cambiato i dati inviati la settimana precedente. Non ha cambiato in modo brutale il numero assoluto dei contagi come è solito fare il Trentino, ma si è limitata a cambiare la distribuzione tra casi sintomatici e casi asintomatici. Questo ha consentito di appiattire la curva dei casi sintomatici e magicamente la stima dell'indice Rt è scesa. Forse gli è scappata un po' la mano ed il cambio di pendenza della curva dei contagi è stato tale da far scendere l'indice Rt sotto ad 1 così la zona rossa finisce a tarallucci e vino.
  6. Per completezza, aggiungo che oggi alcuni articoli di stampa parlano anche di un possibile problema relativo ad un gran numero di persone che la Lombardia avrebbe erroneamente mantenuto tra quelle classificate come virologicamente positive, pur essendo guarite da tempo. Può essere successo, ma non c'entra nulla con la stima dell'indice Rt che si fa solo ed esclusivamente sulla base della data di comparsa dei sintomi nei contagiati sintomatici. Il tempo che intercorre tra la comparsa dei sintomi ed il ritorno allo stato virologicamente negativo non ha alcuna influenza sulla stima di Rt.

Il grafico mostra il dato complessivo dei contagi  e quello dei soli casi sintomatici comunicato dalla Regione Lombardia all'ISS. I dati si riferiscono al giorno mostrato sull'asse orizzontale della figura e sono stati comunicati 3 giorni dopo la scadenza (ad esempio, i dati comunicati il 13 gennaio si riferivano alla scadenza del 10 gennaio). Si noti l'anomala discesa nel numero complessivo di contagi sintomatici registrata tra il 10 ed il 17 gennaio. L'effetto è dovuto alla trasformazione di un gran numero di casi da sintomatici ad asintomatici, facendoli così sparire dal computo di Rt.

 

Contagi complessivi e contagi sintomatici dichiarati dalla Regione Lombardia. I dati sono tratti dalle schede dedicate alla Lombardia nei rapporti 34, 35 e 36 emessi dall'Istituto Superiore di Sanità

In questo blog abbiamo già discusso tre modi diversi per aggirare i 21 parametri dell'ISS:

  1. Sul metodo vigiliano vi ho ampiamente informato. Tra i diversi metodi è certamente quello più sofisticato perché combina la sapiente sparizione di una parte consistente dei contagi (almeno fino a che valevano solo i tamponi molecolari) e un adeguato ritardo nella comunicazione dei dati a Roma. Troppo complicato per essere utilizzato su larga scala.
  2. Il metodo ambrosiano bada al sodo. Basta tenere piatta la curva dei contagi giocando sulla classificazione dei casi sintomatici e asintomatici e l'indice Rt si porta magicamente vicino ad 1. Semplice ed efficace, così come ci aspettiamo dai lombardi.
  3. Il metodo altoatesino si riassume nel detto "Südtirol ist nicht Italien". Bolzano manda tutti i dati corretti a Roma e finisce in zona rossa, ma si autogestisce come se fosse zona gialla. Nel caso in cui il Ministro Speranza mostrasse qualche velleità di far rispettare le norme nazionali, i tre senatori della SVP sapranno certamente cosa fare per riportarlo a più miti consigli.
Scommetto che se estendessi le mia analisi ad altre realtà regionali troverei altri modi originali per eludere i controlli dell'ISS.  Il tutto avviene nel fragoroso silenzio di Ministero ed ISS che preferiscono fare gli struzzi e continuano a ripeterci che siamo tanto bravi perché nessuno al mondo è riuscito a mettere in piedi un sistema di controllo della pandemia sofisticato come quello italiano.
 
D'altra parte cosa volete aspettarvi dal Ministro Speranza che, invece di preparare il Paese ad affrontare la seconda ondata pandemica, ha passato l'estate a scrivere un libro dal titolo " "Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute" in cui si auto-esaltava per aver sconfitto (sic!) la pandemia?

11 commenti:

  1. Il calcolo è presto fatto, ad avviso degli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità:

    i dati inviati da Regione Lombardia mercoledì 13 gennaio contenevano 14.180 casi da prendere in considerazione per calcolare l’Rt, mentre, nei dati forniti una settimana dopo, i casi erano diventati 4.918.

    La conseguenza è stato un calo dell’indice Rt, passato da 1,4 sulla base dei dati di mercoledì 13 gennaio a 0,88 prendendo in considerazione i dati comunicati dalla Regione mercoledì 20 gennaio.

    (dal documento ISS di 8 pagine)

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  2. Se possibile, vorrei richiamare lei che è un ottimo arbitro internazionale a verificare al VAR l’azione di gioco che ha portato a tutte queste polemiche tra la squadra di Milano e la squadra di Roma.
    Magari l’azione a video non si vede bene ma credo sia giusto cercare di capire se espellere un giocatore di una squadra o dell’altra o magari entrambi.
    Dal mio punto di vista ci sono tre cose nella sostanza che non capisco in questa azione:
    1) Non è affatto chiaro come un sintomatico possa improvvisamente diventare asintomatico
    2) Non mi è chiaro come una informazione che ha una data sintomi possa poi riportare uno stato “asintomatico”
    3) Mi è crollato il mondo addosso in dato che fino ad oggi pensavo che un campo potesse essere definito di O (obbligatorio) o di tipo F (facoltativo); invece mi pare di capire che bisogna inserire anche il campo di tipo FMMMC (facoltativo ma molto meglio compilare).
    Grazie.

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    1. Come ha sentito oggi, succede di peggio: 30 decessi per/con Covid in RSA (forse del 2020) non comunicati.

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    2. Vediamo il lato positivo: almeno lo hanno detto prima di essere scoperti. Di solito negano l'evidenza.

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    3. A me sembra un fatto molto grave sul quale non si possa passar sopra con una battuta. Mi domando quali regole dell'organizzazione sanitaria trentina consentano di perdere nella catena informativa ben 30 decessi per un paio di mesi. Ci sono sciatterie nella registrazione e nella comunicazione fra RSA e uffici che non si possono archiviare con uno "Scusate". Spero proprio che "qualcuno" componga il numero e che stavolta la telefonata arrivi.

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    4. Lungi da me l'idea di liquidare l'episodio con una battuta.

      Volevo solamente far notare che, di solito, la Provincia ha preferito stendere un velo di nebbia sui dati delle RSA e ha fornito i dati solo se costretta.

      Ricordo la battaglia fatta la scorsa primavera per avere informazioni complete sui decessi avvenuti nelle RSA trentine durante la prima ondata. La Provincia si comportò come un muro di gomma ed i dati essenziali per capire quale fosse la speranza di vita delle persone decedute non sono mai stati resi noti.

      Almeno questa volta hanno fornito l'informazione, sia pure con grande ritardo, ma prima che i NAS dei Carabinieri andassero a chiederla. Speriamo che sia l'inizio di un cambio di tendenza.

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    5. Su questo punto che meriterebbe forse un post specifico che riprenda tutta la problematica dei morti “per Covid” o “con Covid”, io ritengo che la colpa non sia della RSA, della Provincia o dei medici che refertano ma sia forse colpa dell’assenza di uno standard oggettivo di valutazione. Chiamiamolo se vogliamo algoritmo con indicatori ( e relativi pesi) che calcolino il rischio complessivo del soggetto. Qualora venga superata una soglia specifica di rischio prima di contrarre il Covid-19 la eventuale successiva morte non sarebbe da imputare al COVID-19. Questo è solo per abbozzare un’idea e per avviare una discussione sul tema che potrebbe risultare interessante.
      Con l’occasione volevo anche aggiungere che la extra mortalità in questa epidemia specifica la valuterei su un arco temporale più ampio rispetto al confronto con l’anno precedente. Può darsi infatti che quest’anno ci sia un plus di mortalità ma che nei prossimi due anni ci sia una minus , anche se penso che sarà molto più contenuta della plus.

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    6. Purtroppo temo che il principale effetto a lungo termine della pandemia sarà quello delle patologie gravi che non abbiamo potuto prevenire o curare adeguatamente perché gli ospedali erano pieni di pazienti Covid. Questo effetto sarà ancora più grave con la seconda ondata che ha avuto una durata temporale ben più estesa della prima.

      Queste saranno morti indirette legate comunque alla pandemia e maschereranno molti altri effetti.

      Per quanto riguarda le RSA, sappiamo che l'aspettativa di vita media al momento del ricovero è di circa 1000 giorni. Parliamo di persone generalmente molto anziane e spesso in condizioni generali di salute precarie.

      Spiace parlere di queste persone come puri dati statistici e non vorrei essere irrispettopso nei loro confronti. La brutale legge dei numeri ci dice che gli ospiti delle RSA che sono morti a seguito del contagio hanno perso mediamente un anno e mezzo di vita. Tanto poco? Giudicate voi e soprattutto domandiamoci quale sarebbe la nostra risposta se fossimo stati al loro posto.

      Da un freddo punto di vista statistico, può darsi che negli anni 2021-22 si osserverà nelle RSA un calo di mortalità collegabile alla pandemia che le ha colpite nel 2020. Ma - a livello generale - questo dato sarà senz'altro mascherato dall'effetto che ho descritto prima ovvero i decessi in più che si verificheranno - anche tra persone molto più giovani - a causa delle mancate cure e della mancata prevenzione causate dall'emergenza sanitaria.

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  3. Sudtirol ist nicht Italien. Come scrive il Manzoni, in Italia "comanda chi può, ubbidisce chi vuole". CB Trient

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  4. Mittente mail: ISS
    Data mail: giovedì 7 gennaio 2021
    Destinatario mail: Regione Lombardia

    Caro, ti ricordo IL PROBLEMA DEI VOSTRI DATI con data inizio sintomi e mai uno stato clinico a conferma di questo.

    Dobbiamo cercare di lavorare per risolvere questo problema, vista la forte differenza tra Lombardia e le altre Regioni al riguardo.

    C’è poi IL PROBLEMA DELLA CO-MORBIDITA’ (tutte e 10 come previsto); che dobbiamo fare per sanare? Noi non pubblichiamo il dato, ma abbiamo pressioni enormi al riguardo per pressioni stampa, politica, presunti esperti, etc. Ora c’è anche una richiesta Agenas e sanare questa questione è urgentissimo!!!

    (tg1 - ilfattoquotidiano.it)

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