sabato 2 gennaio 2021

Paese che vai, vaccino che trovi

In questo inizio d'anno 2021 molti Paesi stanno avviando le loro campagne di vaccinazioni di massa contro la Covid-19. Fino ad oggi sono state somministrate circa 10 milioni di dosi, di cui quasi la metà in Cina. Israele con circa 1 milione di dosi già somministrate ha raggiunto oltre l'11% dei suoi cittadini, ingaggiando una sfida contro il tempo per riuscire a diventare il primo Paese a coprire l'intera popolazione.

Il numero di persone fin qui vaccinate (parliamo solo della prima dose naturalmente) supera di quasi due ordini di grandezza il numero di persone coinvolte nei test di Fase 3 dei diversi vaccini attualmente in distribuzione. Da vari Paesi arrivano notizie sull'avanzamento delle procedure di vaccinazione e sulle immancabili polemiche ad esse associate.

Sia in Israele che in Germania sono stati segnalati casi (sporadici per fortuna) in cui ad una stessa persona sono state somministrate per errore tutte le 6 dosi che sono contenute in ciascun flaconcino del vaccino Pfizer. La procedura di preparazione del vaccino è chiarissima, ma capita sempre di trovare l'infermiere distratto. Non si segnalano reazioni gravi nei malcapitati che hanno ricevuto la maxi-dose. Alcuni sono stati ricoverati in ospedale per monitorare le loro condizioni, ma non ci sono stati problemi di rilievo. 

In Israele si segnala una certa riluttanza dei cittadini israeliani di origine araba a sottoporsi alla vaccinazione. Sembra che ci siano state forme di propaganda che abbiano insinuato nella popolazione araba il dubbio che dietro al vaccino ci sia un qualche complotto ai loro danni. Succede così che alla sera molte dosi di vaccino che erano state scongelate e preparate per essere somministrate nei territori dove abitano i cittadini israeliani di origine araba rimangano inutilizzati. Questo ha innescato una sorta di turismo vaccinale con cittadini israeliani di religione ebraica che si recano nel tardo pomeriggio nei centri di somministrazione situati nelle città arabe per usufruire dei vaccini che altrimenti andrebbero sprecati, scavalcando così le lunghe code che ci sono nei centri di vaccinazione delle loro città di residenza. Qualcuno ha fatto amaramente notare che è comunque già un successo il fatto che cittadini israeliani di religione diversa abbiano una opportunità di interagire in modo pacifico.

In Germania sembra che si siano inventata una lotteria per scegliere gli ospiti di alcune RSA da vaccinare per primi. La cosa non è piaciuta a tutti e ci sono state molte polemiche sull'opportunità di attivare la "riffa vaccinale". Comunque anche in Germania si lamentano perché ci sono pochi vaccini. Noi ci lamentiamo perché i tedeschi ne avrebbero ricevuti più degli italiani. La discussione continua ...

In Gran Bretagna, il Governo - pressato dall'avanzata del nuovo ceppo virale autoctono - sta valutando di spostare nel tempo la somministrazione della seconda dose vaccinale in modo da poter fornire almeno una dose ad un più ampio numero di persone. La questione non è semplice perché le sperimentazioni dei vaccini attualmente in distribuzione sono sempre state fatte somministrando due dosi entro un intervallo di tempo contenuto (tipicamente un mese). La speranza è quella che una sola dose fornisca comunque un buon grado di copertura rispetto alle complicanze più gravi della Covid-19. Il rischio è che tra qualche settimana, quando i primi vaccinati dovrebbero essere richiamati per ricevere la seconda dose, si debba bloccare la somministrazione della prima dose ad altri. 

La campagna vaccinale rischierebbe di procedere a singhiozzo e gli  "stop-and-go" sarebbero mal compresi dall'opinione pubblica. D'altra parte i produttori di vaccini hanno ripetuto che loro garantiscono la protezione solo se le due dosi sono somministrate entro i termini dovuti. Gli USA hanno confermato che continueranno a somministrare la seconda dose nei tempi canonici, ma i britannici sembrano voler andar avanti con la sperimentazione, anche se c'è il rischio che finiscano in un classico cul-de-sac effettuando molte vaccinazioni di scarsa efficacia.

In Italia siamo appena all'inizio della vaccinazione, ma sarà bene pensare per tempo a come procedere con la seconda dose, prima di trovarci a prendere decisioni affrettate, senza una solida base scientifica.

2 commenti:

  1. Vaccini, in Lombardia poche dosi.
    Gallera: «Non richiamo i medici in ferie»
    (Carmelo Leo – domani.it – 3 gennaio 2020)

    «Abbiamo medici e infermieri che hanno 50 giorni di ferie arretrate. Non li faccio rientrare in servizio per un vaccino nei giorni di festa»: stanno facendo molto discutere in queste ore le dichiarazioni dell’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, sul piano vaccini in corso nel nostro Paese.

    La regione guidata da Attilio Fontana, infatti, è in coda alla classifica delle dosi di vaccino Pfizer-Biontech contro il Covid-19 somministrate fino a oggi, nonostante sia allo stesso tempo la più colpita dalla pandemia.

    Giulio Gallera, tuttavia, non si scompone: «Agghiacciante una simile classifica. Per noi si parte il 4 gennaio. Iniziamo con 6mila vaccinazioni al giorno, poi andremo a crescere nel numero in tutti i 65 hub lombardi», ha detto l’assessore.

    «Assicuro tutti che faremo in tempo, nei tempi previsti. La vaccinazione è una priorità. E il 17 gennaio iniziamo con i richiami per chi ha avuto una prima somministrazione», ha continuato Gallera. La regione Lombardia, al momento, su 80.595 dosi di vaccino arrivate ne ha inoculate soltanto 2.416.

    Nonostante ciò, l’assessore al Welfare ha mostrato ottimismo: «Abbiamo già trovato altri 600 siti esterni, palazzetti dello Sport, centri civici... Basta che arrivino i vaccini, in tempo e correttamente».

    I cittadini lombardi, ha spiegato Gallera, sapranno quando è il momento per loro di vaccinarsi attraverso «call center, il sito della Regione, stiamo incrociando i dati tra codice fiscale e cellulare per mandare un sms. E se serve potremo utilizzare anche l’app Immuni per mandare un messaggio».

    RispondiElimina
  2. Il lockdown nei Paesi Bçassi non funziona. E sui vaccini
    il premier Mark Rutte si scusa: "Noi impreparati"
    Dario Prestigiacomo - europa.today.it - 06 gennaio 2021

    Dall'inizio del lockdown a oggi la percentuale di positivi è rimasta pressoché invariata. La curva dei contagi non sembra appiattirsi, nonostante il lockdown ordinato a metà dicembre, il primo vero lockdown per il Paese dall'inizio della pandemia.

    Sebbene i numeri assoluti sui positivi siano più bassi rispetto a 3 settimane fa, lo sono anche quelli dei test effettuati. Ecco perché la percentuale di nuovi contagi è rimasta pressoché invariata. E potrebbe persino salire nei prossimi giorni per effetto delle violazioni alle restrizioni registrati tra Natale e Capodanno.

    E i primi vaccini saranno somministrati in queste ore, in ritardo di una decina di giorni rispetto al V-Day lanciato dalla Commissione Ue e seguito da gran parte dei Paesi membri.

    Un doppio colpo alla reputazione del governo di Mark Rutte, che almeno sotto il profilo della risposta sanitaria alla pandemia di Covid-19 sta accumulando da mesi smacchi su smacchi.

    Uno dei Paesi più ricchi del mondo che ha ammesso di essersi trovato impreparato nel gestire la campagna di vaccinazione. "L'approccio del governo non è stato abbastanza agile", ha ammesso Mark Rutte dinanzi al Parlamento.

    Il motivo di tale lentezza, secondo lo stesso Rutte, sarebbe legato al vaccino Pzifer-BioNTech: i Paesi bassi non si aspettavano un'accelerazione da parte dell'agenzia Ue del farmaco, l'EMA, nell'approvazione di tale vaccino.
    Le condizioni particolari di trasporto e conservazione necessarie per il farmaco elaborato dalla tedesca BioNTech richiedono invece dei centri appositi per lo stoccaggio e la somministrazione. Centri che il ministro della Sanità ha lanciato in ritardo, dando priorità alle case di riposo: peccato però che gli istituti per gli anziani non avevano il modo di conservare le dosi destinate a loro.

    E’ difficile non vedere dietro tali ritardi anche ragioni economiche: il vaccino a cui il governo aveva fatto pieno affidamento è quello di AstraZeneca, ossia di una casa farmaceutica dei Paesi Bassi, ma l'EMA non ha ancora dato l'ok alla somministrazione del vaccino, a dispetto di quanto fatto dal Regno Unito. E pare che le prime dosi non arriveranno prima di febbraio.

    RispondiElimina