domenica 3 gennaio 2021

Aggiornamento sull'anomalia trentina

In attesa che l'Istituto Superiore di Sanità riveda (spero profondamente) i suoi famosi 21 indicatori, continuiamo con il solito tran-tran, con dati sui contagi largamente incompleti. Attualmente non sappiamo neppure quante siano le persone attualmente positive che risiedono in Trentino. Secondo le statistiche ufficiali rilasciate dalla Provincia sarebbero soltanto 1.981, praticamente il doppio di quante sono quelle che risiedono nel solo Comune di Trento (Comune che conta circa il 22% degli abitanti del Trentino).

Nel grafico che segue vi mostro il dato dei nuovi contagi così come risultano dai comunicati stampa giornalieri della Provincia:

Il grafico non è di facile lettura. La linea rossa rappresenta il vero numero di nuovi contagi (molecolari + antigenici - antigenici dei giorni precedenti confermati con tampone molecolare). La linea verde tratteggiata rappresenta il numero dei tamponi molecolari positivi, in pratica quello che viene comunicato ogni giorno alla Protezione Civile Nazionale. La linea blu rappresenta i tamponi molecolari che hanno confermato un positivo antigenico.

Vediamo subito che dopo i picchi mostrati nella settimana 14-20 dicembre, la linea blu si è abbassata e staziona intorno a valori medi nell'intervallo compreso tra 50 e 70 tamponi giornalieri. Questo vuol dire che solo una piccola parte dei positivi antigenici (mediamente 300 al giorno) viene confermata con i tamponi molecolari.

Ho provato anche a disegnare un altro grafico un po' meno "congestionato" nel quale sono riportate le medie settimanali di alcuni dati relativi ai contagi:
 

La linea continua rossa mostra la media dei contagi reali. Notiamo il forte aumento registrato nel corso dell'ultima settimana, anche se - almeno in  parte - potrebbe essere legato a casi "arretrati" non identificati durante la settimana di Natale. 
 
La media dei tamponi molecolari (linea verde tratteggiata) staziona a circa metà dei contagi veri. Solo nella settimana 13-20 dicembre le due curve (rossa e verde) si erano avvicinate a causa dell'alto numero di conferme fatte a positivi antigenici. Nelle ultime due settimane siamo tornati alle vecchie abitudini, come discusso precedentemente.

La linea nera rappresenta i nuovi contagi settimanali comunicati all'Istituto Superiore di Sanità. Non abbiamo ancora il dato relativo alla settimana che si conclude oggi (lo sapremo probabilmente giovedì prossimo 7 gennaio), ma come vedete c'è un abisso tra i contagi veri e quelli comunicati all'ISS. Tra l'altro questi sono i contagi su cui viene calcolato l'indice di trasmissione del contagio e non c'è bisogno di molte spiegazioni per capire come questo modo di fare abbia potuto alterare il calcolo degli indicatori del Trentino.
 
In particolare, alla luce dell'andamento del vero numero dei contagi possiamo dedurre che l'ultimo valore dell'indice di trasmissione del contagio che l'ISS ha calcolato per il Trentino 0.7 (CI: 0.55-0.85) sembra essere completamente sballato. Tra l'altro la curva dei contagi sintomatici che è stata usata per il calcolo dell'indice mostra la presenza di un doppio picco che è un chiaro artefatto.

Curva dei contagi in Trentino secondo i dati ISS. Le frecce indicano i due picchi che appaiono nei casi sintomatici (linee blu scuro) della seconda ondata. Si tratta di un artefatto legato probabilmente a problemi nella trasmissione di una parte non trascurabile dei dati.
 
Per curiosità, sono andato a rivedere i valori del cosiddetto Rt puntuale (mediato su una settimana) che l'Istituto Superiore di Sanità ha calcolato per il Trentino nei suoi vari rapporti settimanali. Ecco i dati:

Valori dell'indice Rt puntuale del Trentino contenuti nei rapporti settimanali dell'ISS

Notate che i valori dell'indice (gli stessi così importanti per l'assegnazione del livello di rischio), sono stati sempre minori di 1 da inizio novembre in poi, a parte il caso del 2 dicembre quando l'indice superò di poco il valore critico Rt = 1.  Senza bisogno di tanta matematica, Rt minore di 1 significa contagi decrescenti, mentre Rt maggiore di 1 significa contagi crescenti. Questi valori sono assolutamente incompatibili  con la struttura a doppio picco dei contagi mostrata sopra. Il piccolo sforamento oltre quota 1 registrato a inizio dicembre non può certo giustificare l'esistenza del secondo picco ben visibile nel grafico dei contagi sintomatici (quelli utilizzati proprio per il calcolo di Rt).
 
Come può essere successa una cosa del genere? Posso solo fare una ipotesi. La stima del valore di Rt viene fatta con i dati fino a quel momento disponibili. Se molti contagi vengono comunicati con grande ritardo, quando finalmente arrivano vanno a modificare il grafico, ma nessuno si preoccupa di rifare la stima di Rt con i dati aggiornati. Ovviamente la risposta giusta la dovrebbe fornire l'ISS.

Fino ad oggi, invece di affrontare la pandemia con i provvedimenti che sarebbero stati necessari, in Trentino si è preferito ricorrere ad interpretazioni fantasiose delle norme per schivare i vincoli dei 21 parametri ISS. Non credo che chi ha deciso di seguire questa strada abbia fatto un buon lavoro per il Trentino. Gli effetti della pandemia li scontiamo comunque e la politica dello struzzo non serve proprio a nessuno. Chi subirà i danni maggiori di queste scelte sono proprio le categorie economiche più esposte ai rischi della pandemia (pensiamo al settore turistico, ad esempio) che non possono sperare di riprendere le loro attività "come se niente fosse" finché non saremo riusciti a svuotare i reparti Covid degli ospedali.

A questo proposito, vediamo come sono andate le cose nel corso delle ultime settimane. Parto dal dato dei nuovi ricoveri nelle terapie intensive Covid:
Andamento dei nuovi ricoveri settimanali nelle terapie intensive Covid normalizzato per un campione di 100.000 abitanti. Le barre d'errore sui dati di Trentino ed Alto Adige non rappresentano incertezze sulla misura dei dati, ma l'ampiezza delle fluttuazioni statistiche che possiamo aspettarci per questi dati, considerato il numero assoluto relativamente piccolo dei ricoveri. Notate come, aldilà delle fluttuazioni osservate per i territori più piccoli, la tendenza generale  durante l'ultimo mese è stata quella di una sostanziale stabilità dei nuovi ricoveri nei reparti di terapia intensiva.


Notiamo che il dato nazionale (linea nera) è rimasto pressoché costante durante l'ultimo mese. Possiamo avere dubbi sulla capacità di individuare i nuovi positivi, ma i nuovi ricoveri in terapia intensiva rappresentano una "misura" abbastanza indicativa della circolazione del virus. Il fatto che il numero dei nuovi ricoveri sia sostanzialmente stabile ci dice che probabilmente anche i contagi reali siano stati più o meno costanti. Quando osserviamo i dati del Trentino (linea rossa) o dell'Alto Adige (linea verde) dobbiamo tener conto che parliamo di realtà dimensionalmente ridotte e che dobbiamo quindi aspettarci fluttuazioni statistiche piuttosto significative. Notiamo che il dato del Trentino ha oscillato per gran parte del tempo tra 3 e 4 nuovi ricoveri settimanali per ogni 100.000 abitanti, molto sopra al valore medio nazionale (pari a circa 2 nuovi ricoveri settimanali per ogni 100.000 abitanti). La differenza (in peggio) sia rispetto al dato nazionale che rispetto a quello dell'Alto Adige è evidente.
 
Se osserviamo l'andamento nel tempo del numero complessivo di pazienti ricoverati, troviamo che il Trentino si trova in una situazione ancora abbastanza critica (questo lo dice anche l'ISS nei suoi rapporti settimanali, ma non sembra che la cosa abbia conseguenze per la classificazione cromatica del Trentino, mistero dei 21 indicatori!). Il dato dei ricoveri dell'Alto Adige è stato da me corretto aggiungendo ai dati disponibili nella base dati della Protezione Civile Nazionalei i ricoveri di pazienti Covid nelle cliniche private dell'Alto Adige.
 


Anche il dato dei decessi in Trentino si conferma tra i più alti d'Italia:
Trentino e Friuli V. G. seguono a breve distanza il Veneto. Il dato del Trentino è più che doppio rispetto la media nazionale.

Secondo l'ultimo rapporto che l'ISS ha rilasciato alla fine del 2020, il Trentino avrebbe un livello di circolazione settimanale del virus inferiore alla media nazionale. Giudicate voi se vi sembra plausibile.


9 commenti:

  1. Grazie Professore! Continui a scrivere. Il suo blog è uno dei pochi punti di informazione libera e scientificamente consistente. Continui questo importantissimo lavoro! Grazie.

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  2. Il n dei morti è un dato che taglia la testa al toro. Grazie per il Suo prezioso lavoro.

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  3. Mi dica per cortesia cosa non va in questo ragionamento.
    Premettiamo che gli “attualmente positivi” di due settimane fa in qualche modo hanno terminato tutti la loro esperienza COVID-19 e pertanto semplificando ad oggi o sono guariti o sono deceduti.
    Stando a quanto da lei documentato sono stati confermati nelle ultime 2 settimane con tampone molecolare una max di 70 persone/gg e “questo vuol dire che solo una piccola parte dei positivi antigenici (mediamente 300 al giorno) viene confermata con i tamponi molecolari”.
    Se moltiplichiamo (300-70)x14 gg risulta un minimo di 3.220 persone attualmente positive al di fuori delle statistiche ufficiali della Protezione Civile. Se anziché 70 fossero 50 il risultato sarebbe 3500.
    Corretto?

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    1. Mi sembra una stima ragionevole. Ovviamente il numero preciso potrebbe dircelo solo la Provincia.

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    2. Egr. Maurizio, mi dà l'occasione per alcune osservazioni.
      Italia, curve con dati azzerati al 1°agosto 2020 (inizio 2° ondata):
      - giorno 104 (circa), 12 novembre, massimo dei NUOVI INFETTI Covid del giorno;
      - giorno 118 (circa), 26 nov., massimo delle TERAPIE INTENSIVE;
      - giorno 129 (circa), 7 dic., massimo dei DECESSI del giorno;
      - giorno 132 (circa), 10 dic., massimo dei GUARITI dl giorno.
      Dunque:
      - 14 giorni perché il massimo degli infetti diventi il massimo delle TERAPIE INTENSIVE.
      - 25 giorni per trovare il massimo dei MORTI e 28 per quello dei GUARITI.
      Sulle curve, non sono molto evidenti i massimi, ma si vedono.
      La distanza temporale di circa 4 settimane (non 2) dopo le quali, in media, i riconosciuti ufficialmente infetti diventano ufficialmente usciti dal virus (per guarigione o decesso) corrisponde ottimamente alla "distanza fra le due curve" che danno l'una il totale degli infetti e l'altra il totale degli usciti dal virus, nell'intorno delle settimane considerate.
      L'anomalia trentina è comparsa già a settembre e si è consolidata con una distanza costante fra le due curve pari al valore di solo una decina di giorni; cioè in 10 giorni in media, in Trentino, gli infetti o guarirebbero o morirebbero. Impossibile.
      Da qui viene tutta una serie di considerazioni quantitative, che questo blog mi ha già consentito di esporre, che consentono di riportare a numeri più realistici gli infetti e in parte anche i guariti, con forti conseguenze sulla stima degli attuali infetti, non distanti da 10.000.

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    3. Volevo precisare che io intendo 3220-3500 casi positivi legati a test antigenici eseguiti dai soggetti autorizzati, non riportati nelle statistiche ufficiali. Questo dato è ben diverso dal totale reale dei contagiati che può essere stimato con uno screening di massa.
      Considerando che:
      - i 3220-3500 casi ipotizzati sono sicuramente relativi a persone asintomatiche o al massimo paucisintomatiche. Tali persone non hanno bisogno di cure ospedaliere, in quanto nel caso sarebbe effettuato il tampone molecolare e conseguentemente questi casi finirebbero nelle statistiche ufficiali.
      - un asintomatico può essere rilevato positivo anche all’interno del periodo di due settimane riducendo di fatti i tempi di guarigione
      questo premesso credo che le persone testate con antigenico abbiano la possibilità di guarire teoricamente nell’arco di due settimane se non vengono perse inutilmente giornate in uscita al momento del test di controllo.


      Con l’occasione volevo aggiungere un’ultima riflessione è relativa al sovradimensionamento degli attualmente positivi registrati (sia molecolari che antigenici) collegati al fatto che la capacità di effettuare test da parte delle strutture non è infinita. Se teoricamente lo fosse si potrebbero testare i casi positivi tutti i giorni dopo le canoniche 2 settimane minimizzando il numero degli attualmente positivi. In tal modo sarebbero esclusi I soggetti guariti “di fatto” ma non formalmente certificati guariti da un test molecolare con esito negativo. Questo fenomeno si presenta in forma minore anche all’ ingresso; chi però ha dubbi o ha sintomi in genere si affretta a fare il test. Il fatto che i ritardi nell’effettuazione dei test siano superioriin uscita piuttosto che in ingresso crea un sovradimensionamento degli attualmente positivi presenti nelle statistiche.


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    4. Sovradimensionamento degli attualmente positivi registrati in Trentino per l'incapacità del sistema sanitario di accertare in tempi brevi la guarigione?
      Io mi riferisco sempre e solo ai dati giornalieri della Protezione Civile, che riportano solo l'esito dei nostri tamponi molecolari, fatti sia a sintomatici che, il doppio, ad asintomatici e la situazione è L'OPPOSTO: guarigioni velocissime, con una MEDIA di 10_11 giorni (Rt ringrazia) contro le 4 settimane MEDIE nazionali e numeri enormi delle terapie intensive sugli attuali infetti (2,8% contro lo 0,46% nazionale) dei nuovi infetti sugli attuali (8,9% contro il 2,3% nazionale). Dati al 29/12/2020. Se si volesse ulteriormente diminuire il denominatore, potremmo subito commissariare la Sanità trentina, per il primo parametro, e poi anche la politica, per il secondo.

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  4. Cabina di Regia e Comitato Tecnico Scientifico Nazionale starebbero rivedendo in queste ore i parametri per le zone arancio o rossa, rendendoli PIU' STRINGENTI.

    I cambiamenti che si vogliono introdurre porteranno a far entrare in zona arancio le regioni che hanno un Rt superiore a 1, mentre attualmente è "sopra 1,25".

    In zona rossa, invece, entrerebbero le regioni con Rt superiore a 1,25 mentre adesso è "sopra 1.50".

    +++++++++++++++++++++++++++++++++

    quindi il parametro Rt

    - che si estrae dai dati sperimentali che sono stati forniti male e in ritardo / aggiustati dalle varie Regioni

    - che al momento subisce le fluttuazioni dovute a "giorni rossi + giorni arancio" e alla varie festività di questi ultimi 10 giorni (meno tamponi eseguiti e meno tamponi processati)

    - diventa PIU' DECISIVO dei contagi "veri" sui vari territori e della situazione di estrema difficoltà e sovraccarico degli ospedali; e pure dei 18mila lutti di dicembre 2020

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