Le cronache di questi giorni parlano della situazione particolarmente critica in cui si trova il Portogallo. A partire dall'inizio del 2021 la circolazione del virus ha mostrato una vera e propria esplosione che ha portato rapidamente alla saturazione del sistema sanitario. Il grafico riportato qui sotto mostra l'andamento dei nuovi contagi settimanali (normalizzati rispetto ad un campione di 100.000 abitanti) confrontandolo con quello italiano:
Notiamo che fino alla fine del 2020 l'andamento della seconda ondata è stato più o meno lo stesso, sia in Portogallo che in Italia. A inizio gennaio il Portogallo ha innescato una crescita fortissima, legata con ogni probabilità alla diffusione della variante inglese. Il dato italiano mostra solo una piccola crescita (con relativo ritorno dell'indice Rt sopra ad 1) anche se nel corso dell'ultima settimana sembra esserci un certo rallentamento dei contagi tornati sui livelli di fine 2020.
Ricordo che, sia per l'Italia che per il Portogallo, i dati dei contagi registrati durante le festività di fine anno hanno risentito di una forte riduzione dei tamponi fatti. Si tratta comunque di un effetto transitorio che non ha inciso sull'andamento a lungo termine della curva dei contagi.
La rapida crescita avvenuta in Portogallo ci fa capire quanto sia potenzialmente instabile anche la situazione italiana. Purtroppo non sappiamo quale sia l'attuale diffusione della variante inglese in Italia, anche a causa delle gravi carenze nel nostro sistema di sequenziamento del virus.
Le recenti esperienze di Portogallo, Irlanda e Gran Bretagna ci dimostrano che se la variante inglese prende il sopravvento produce un'immediata crescita dei contagi, con i conseguenti danni in termini di sovraccarico dei sistemi sanitari e di decessi.
Aldilà delle preoccupazioni per quanto potrebbe succedere a breve termine, la diffusione della variante inglese (o di altre varianti caratterizzate da una elevata contagiosità) porterà fatalmente a perdere la possibilità di ottenere la tanto agognata immunità di gregge, anche se riuscissimo a vaccinare il 70% della popolazione.
La soglia del 70% era stata calcolata utilizzando il valore di R0 del virus che circolava fino a novembre (R0 è l'indice di trasmissione del contagio per una popolazione costituita solo da persone sensibili ed in assenza di misure di contenimento della circolazione del virus). L'aumento di R0 farebbe fatalmente crescere la percentuale di popolazione che dovrebbe essere vaccinata per garantire l'immunità di gregge a valori molto più alti del 70%, una nuova quota che, da un punto di vista pratico, sarebbe estremamente difficile da raggiungere.
Senza contare che non è detto che gli attuali vaccini funzionino con i nuovi ceppi virali già apparsi e con quelli che potranno apparire nel corso dei prossimi mesi.
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