Quante
morti e quante sofferenze avremmo potuto evitare se, a novembre, invece
di nascondere la reale portata della circolazione virale, avessimo
adottato le misure necessarie per mitigare i danni prodotti dalla
pandemia?
Oggi abbiamo saputo, sia pure in modo informale, che durante lo scorso mese di novembre la Provincia Autonoma di Trento ha sottratto oltre 13.000 contagi dalle statistiche ufficiali. Il numero è abbastanza vicino alle stime grossolane che avevo fatto in questo blog.
Per due mesi ci hanno raccontato che "gli ospedali si erano riempiti perché i trentini ultra settantenni erano un po' troppo scapestrati e invece di starsene a casa, andavano in giro e si contagiavano". Una bugia, purtroppo una delle tante. Gli anziani si ammalavano perché il virus circolava a livelli altissimi, tripli rispetto a quelli ufficiali. E se anche se ne stavano chiusi in casa, il virus prima o poi arrivava, portato inconsapevolmente da familiari o badanti.
Dal 3 dicembre in poi, la Provincia Autonoma di Trento costretta da precise disposizioni nazionali ha incominicato a rendere noti i dati completi dei contagi durante le sue conferenze stampa serali. Peccato che abbia sfacciatamente continuato a non fare i tamponi molecolari di conferma così come era prescritto dalla normativa nazionale fino allo scorso 8 gennaio. Addirittura, giocando sapientemente sui ritardi, durante l'ultimo mese ha mantenuto il livello dei nuovi contagi settimanali comunicati all'Istituto Superiore di Sanità su livelli incredibilmente bassi.
Stupisce che il Ministero della Salute e l'Istituto Superiore di Sanità non abbiano esercitato i necessari controlli sui dati inviati dal Trentino. Eppure sapevano, ma hanno fatto finta di niente. Perché? Questo ce lo domandiamo in molti.
Per rinfrescare la memoria a chi gioca sulle parole, continua a negare l'evidenza e si trastulla con la favoletta della zona gialla/quasi bianca, riporto qui di seguito il grafico relativo ai contagi settimanali del Trentino così come risultano dalle diverse fonti. La linea nera corrisponde ai dati inviati dal Trentino all'Istituto Superiore di Sanità, quelli sulla base dei quali è stato assegnato il livello di rischio del Trentino:
Che sia il caso di fornire un abaco anche al Presidente pro-tempore del Trentino? |
Riporto di seguito la classifica regionale del numero di decessi per 100.000 abitanti relativi alla seconda ondata, a partire da 1 ottobre 2020 incluso fino al 26 gennaio 2021:
RispondiElimina202,9 Valle d'Aosta
160,3 Friuli Venezia Giulia
135,8 P.A. Trento
132,8 Veneto
107,3 Emilia-Romagna
106,7 Liguria
105,6 P.A. Bolzano
102,8 Piemonte
97,7 Lombardia
79,2 Toscana
76,9 Molise
75,5 Umbria
72,7 Abruzzo
65,4 Lazio
61,2 Puglia
59,7 Sicilia
59,3 Marche
54,8 Campania
51,5 Basilicata
48,9 Sardegna
24,5 Calabria
Purtroppo questi sono i numeri. Se avessimo evitato le "furbizie statistiche" novembrine, alcune di queste persone non sarebbero morte prematuramente a causa della Covid 19.
EliminaSottolineo che i numeri veri li conosceremo solo dopo che l'ISTAT avrà rilasciato le sue statistiche relative all'eccesso di mortalità nel corso del 2020.
Sulla base dei dati parziali pubblicati recentemente, sappiamo che la situazione del Trentino potrebbe essere molto più grave di quanto appare dalle statistiche dei decessi Covid.