martedì 19 gennaio 2021

Italia e Irlanda: due strategie a confronto

Vi aggiorno sull'andamento della pandemia in Irlanda (4,9 milioni di abitanti, più o meno lo stesso numero della Regione Veneto), attualmente alle prese con una forte circolazione virale associata all'arrivo della cosiddetta variante inglese. Il dato irlandese è confrontato con il dato italiano. 

I due Paesi hanno caratteristiche molto diverse: il Paese più "giovane" d'Europa (Irlanda) viene confrontato con l'Italia che ha una delle più alte percentuali di anziani rispetto a tutti gli altri Paesi europei. Abbiamo anche a che fare con due strategie diverse: l'Irlanda ha attuato un lockdown totale in ottobre riuscendo inizialmente a contenerne gli effetti della seconda ondata pandemica. L'arrivo della variante inglese ha stravolto la situazione che fino a pochi giorni prima di Natale era abbastanza tranquilla (circolazione virale inferiore a 50 nuovi casi settimanali per ogni 100.000 abitanti). Il rapido aumento dei contagi ha costretto il Governo irlandese ad attuare un nuovo rigido lockdown (iniziato lo scorso 30 dicembre e destinato a durare fino alla fine del corrente mese di gennaio) che, per la prima volta, ha comportato anche la chiusura delle Scuole. Come si vede nella figura sottostante il nuovo lockdown sembra aver già prodotto una netta inversione di tendenza della curva dei contagi:

 

L'Italia, a differenza dell'Irlanda, ha preferito gestire questa seconda ondata con interventi graduali e differenziati (a mio avviso spesso tardivi). L'Italia attualmente si trova in una situazione di stallo: le vacanze di fine anno non hanno prodotto la temuta esplosione dei contagi, ma la circolazione del virus è ancora molto alta e, da circa un mese, non accenna a scendere. C'è il timore che anche in Italia possano diffondersi ceppi virali più contagiosi che andrebbero ad aggravare una situazione già abbastanza critica.

Vediamo ora il dato dei decessi:

 


Nel corso dell'ultima settimana, l'Irlanda ha quasi raggiunto il livello di decessi dell'Italia. Se si tiene conto della diversa struttura demografica dei due Paesi, il dato irlandese è attualmente molto più critico rispetto a quello italiano. Si nota il caratteristico ritardo tra la curva dei contagi e quella dei decessi che corriponde a circa due settimane. Nel corso delle prossime settimane seguiremo l'evoluzione di questo dato per capire se si tratta di una "fiammata" effimera o se invece abbiamo a che fare con un fenomeno di medio-lungo periodo.


3 commenti:

  1. All'inizio di dicembre l'Irlanda era uscita da un lockdown di sei settimane con il più basso indice di contagio dell'Unione Europea. Oggi lo scenario è completamente cambiato.

    Da metà dicembre il virus ha ricominciato a diffondersi in tutto il Paese, la riapertura di bar e ristoranti e le feste natalizie hanno contribuito all'impennata. Quasi la metà dei nuovi casi, ha detto il primo ministro Michael Martin, è causata dalla variante inglese del virus.

    Una settimana fa - Con oltre 45mila casi negli ultimi sei giorni in ospedale l'Irlanda ha oggi l'indice di contagio più alto al mondo: poco meno di 140 casi per 100mila abitanti. La situazione ha spinto il Governo a un nuovo inasprimento delle misure restrittive.

    Preoccupa la situazione negli ospedali, che faticano a gestire la nuova ondata: circa 1600 le persone ricoverate, di cui quasi 150 in terapia intensiva. Numeri vicini a quelli del picco della scorsa primavera.

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  2. Covid, le feste di Natale e l’impennata dei contagi
    alessandro ferretti - lastampa.it

    L’analisi prima e dopo le festività dimostra che le vacanze non hanno inciso sulla crescita del numero di casi.

    La settimana appena trascorsa (11-17 gennaio) è stata la prima senza pause nel testing dovute a festività, che rendevano difficile leggere l’andamento e le tendenze. Inoltre, è sufficientemente distante dalle festività da consentirci di guardarci indietro e capire che cosa è realmente successo durante Natale, Capodanno, Epifania.

    Innanzitutto guardiamo i contagi medi giornalieri: rispetto a martedì scorso sono scesi da 17.500 a 14.300, un calo che corrisponde ad un Rt pari a 1.01.

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  3. Paesi Bassi verso il coprifuoco: è la prima volta dal dopoguerra
    ilfattoquotidiano.it - 20 Gennaio 2021

    I Paesi Bassi (17.3 milioni di abitanti) si apprestano a imporre, da domani, il coprifuoco tra le strette che saranno annunciate oggi in tutto il Paese per limitare la circolazione del coronavirus, secondo quanto riportano i media locali. Si tratta della prima volta che un provvedimento del genere viene intrapreso dalla Seconda Guerra Mondiale.

    Alcune fonti hanno riferito all’emittente Nos che i Ministri stanno discutendo sulla misura che dovrebbe partire dalle 20.30 fino alle 4.30 del mattino. Sul tavolo anche altre restrizioni alle visite domiciliari, nuove limitazioni al numero delle persone ai funerali e un potenziale divieto di volo dalla Gran Bretagna e dal Sudafrica per i timori legati alle varianti del virus. Il premier Mark Rutte ha dichiarato che “nessuno vuole questo divieto: è una misura severa, nessuno sta esultando. Il divieto arriverà solo se la Camera dei rappresentanti sarà d’accordo”.

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