martedì 26 gennaio 2021

Alto Adige: un approccio "a corrente alternata" alla pandemia

La Provincia Autonoma di Bolzano ha affrontato la pandemia mostrando - a mio parere - scarsa lungimiranza ed un approccio che alterna l'imposizione di vincoli severi a momenti di sconcertante laisser faire

A partire dall'inizio del 2021 l'Alto Adige ha registrato, analogamente al resto d'Italia, una risalita dei contagi. Tuttavia, a differenza di quanto è successo a livello nazionale, non c'è ancora segno di un nuovo rallentamento dei casi. Questo andamento è confermato dal dato dei ricoveri e dei decessi che mostrano una chiara tendenza alla crescita.

Andamento dei contagi in Alto Adige dalla prima settimana di dicembre in poi. L’Alto Adige ha dichiarato di aver sempre sottoposto i positivi antigenici a conferma con il tampone molecolare entro i tempi canonici (2-3 giorni), ma non ha mai comunicato il dato relativo ai tamponi molecolari che confermavano i tamponi antigenici. La linea blu scuro rappresenta i dati dei contagi comunicati alla Protezione Civile Civile nazionale. La linea azzurra tratteggiata rappresenta la somma dei positivi molecolari e dei positivi antigenici comunicati fino al 14 gennaio da Bolzano. Non sapendo quanti siano stati i molecolari di conferma, possiamo solo dire che la linea tratteggiata rappresenta una sovrastima dei contagi totali.

Finito da due settimane in "zona rossa", l'Alto Adige ha ignorato gli ordini di chiusura imposta da Roma, ma oggi - di fronte all'andamento sempre più preoccupante dei contagi - ha deciso di chiudere bar e ristoranti, sia pure a partire solo dalla prossima domenica. Sembra più che altro una sorta di ordine differito, da cancellare se nel frattempo i contagi dovessero mostrare una inversione di rotta.

Tra gli altri provvedimenti annunciati a Bolzano si segnala la raccomandazione di usare solo mascherine FFP2 quando si frequentano spazi pubblici chiusi ed uno screening di massa che riguarderà le Scuole.

Le norme sulla mascherina seguono pedissequamente quanto fatto nei giorni scorsi in Baviera ed in Austria. Non è una cattiva idea, ma a mio avviso non sarà la mossa risolutiva.

Quanto agli screening di massa su popolazioni asintomatiche fatte con i tamponi rapidi, ho già avuto modo di scrivere dimostrando la forte incidenza che possono avere i falsi positivi legati alla limitata selettività dei tamponi utilizzati. Questo punto è stato ribadito nella circolare ministeriale dello scorso 8 gennaio dove si aggiornano le norme relative al'utilizzo dei tamponi rapidi antigenici. A suo tempo l'assessore competente mi scrisse che "la verifica della selettività dei tamponi rapidi non era compresa tra gli scopi della loro azione". Un modo forbito per dire che il problema forse c'era, ma che a Bolzano preferivano ignorarlo.

Se gli screening di massa svolti fino ad oggi in Alto Adige avessero effettivamente consentito di interrompere la catena dei contagi, avremmo visto un risultato apprezzabile in termini di riduzione dei contagi, ma non mi pare che ci sia stata una qualche evidenza di tale effetto.


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